I dirigenti Asl1 snobbano centinaia di cittadini accorsi per reclamare il diritto a cura e salute. Cgil e Comitato: «Siamo stati offesi. Si dimettano»

AVEZZANO – I dirigenti della Asl1 Avezzano-Sulmona-Castel di Sangro come novelli Maria Antonietta di Francia.

Al tempo la sovrana consigliò al popolo affamato di mangiare brioche al posto del pane, oggi, invece, i dirigenti sanitari aquilomarsopeligni hanno letteralmente snobbato la protesta di centinaia di cittadini della zona Pnalm e dell’Altro Sangro per reclamare il diritto alla cura e alla, salute.

Questa mattina, infatti, organizzati dalla Cgil dell’Aquila e dal Comitato civico “Cittadini e Territorio Ponte Giovenco”, in centinaia si sono recati sotto alla sede della Asl1 per consegnare le firme raccolte e per protestare per la totale assenze, nel territorio Pnalm e Altro Sangro, di guardie mediche e persino di una ambulanza medicalizzata del 118.

I dirigenti, come noto, dapprima hanno risposto dicendo che gli avvisi rivolti ai medici andavano eserti, poi hanno pensato bene, con la supervisione della regione Abruzzo, di chiedere l’aiuto dell’Esercito, come se questa non fosse una vecchia storia di anni, ma una… emergenza.

Questa mattina, quindi, centinaia di uomini e di donne di quella zona si sono recate all’Aquila per protestare per dare il segno di un diritto da rispettare. La risposta della dirigenza Asl1 equivale, parafrasando Maria Antonietta, “Non c’è il medico? Che vadano dal veterinario?”.

Questa la nota diramata da Cgil dell’Aquila e Comitato civico “Cittadini e Territorio Ponte Giovenco”, nella quale si parla dirigenti lontani dalle esigenze delle persone, chiusi nel palazzo e accondiscendenti con il potere politico, che pubblichiamo integralmente.

“CHIUSI NEL PALAZZO, DIMISSIONI SUBITO!”

«L’arroganza del potere, il fastidio rispetto ai bisogni delle cittadine e dei cittadini, la distanza siderale dalle condizioni materiali delle persone ed il mancato rispetto verso i territori è ciò che oggi si è manifestato nell’atteggiamento della Direzione Strategica della ASL. Rinchiusi dentro calde stanze, protetti dall’inviolabilità del palazzo.

La direzione strategica della ASL 1, per l’ennesima volta, non si scomoda, non ritiene di doversi confrontare, non ha bisogno di ascoltare e di capire. Eravamo in tante e tanti con l’intento di essere ricevuti e poter loro rappresentare il bisogno di un intero territorio, quello dell’Alto Sangro cui oggi è negato il diritto alla salute ed alle cure. Siamo stufi e stanchi dei vostri rifiuti, del vostro nascondervi.

Noi non vi riconosciamo nel ruolo che altri vi hanno consegnato, non siete in grado di esercitarlo. Siete accondiscendenti, più attenti agli equilibri politici, più attenti ai pareggi di bilancio ed ai conti economici che ai bisogni delle cittadine e dei cittadini, non avete altra possibilità che quella di nascondervi evitando di dare le dovute risposte.

I fatti, i drammatici fatti dovuti alla vostra inconsistenza, al vostro essere subalterni ed ubbidienti si sono già manifestati. I cittadini li vivono quotidianamente sulla loro carne viva. In un mondo normale dovreste chiedere scusa.

I dirigenti della Asl1 avrebbero consigliato ai manifestanti di rivolgersi all’ufficio protocollo per consegnare le firme

Oggi drammaticamente e plasticamente avete offeso noi, i cittadini e le cittadine, i rappresentanti delle istituzioni e le stesse che rappresentate pro tempore. Di più. Avete offeso il sistema che regola la civile convivenza. Avete offeso la Costituzione di questo paese. Avete di fronte a voi una sola strada da intraprendere. Noi ve lo abbiamo gridato in faccia. Dovete dimettervi. Per noi già lo siete.

Abbiamo atteso un vostro gesto per circa tre ore. Avevamo con noi il testamento limpido di più di 2000 firme raccolte dalle cittadine e dai cittadini dell’Alto Sangro, quelle cittadine e cittadini che per effetto della vostra immobilità, della vostra mancata programmazione vi sono venuti a gridare in faccia i loro bisogni.

Bisogni primari, non ammennicoli. Il bisogno della continuità delle cure, di un servizio di emergenza/urgenza, il bisogno di un servizio fondamentale ovunque, ma che in quelle aree segna il confine tra la possibilità di resistere e quella di abbandonare.

In un perfetto, anacronistico ed inaccettabile burocratese la vostra accoglienza si è palesata con un invito a rivolgerci al vostro Protocollo. La stessa sensibilità che si riserva all’arrivo di una raccomandata, trattando donne ed uomini, che oggi hanno scelto di stare con i loro corpi in piazza a manifestare, al pari di un plico postale.

Non sarà la vostra indifferenza a fermarci. Oggi non è stato altro che l’avvio di un percorso che potete star certi non abbiamo intenzione di interrompere.

Voi siete soli e rinchiusi, noi oggi eravamo tante e tanti, uomini e donne libere, rappresentanti delle istituzioni, rappresentanti dei medici, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, tante e tanti provenienti dall’intera provincia.

La nostra lotta continuerà e torneremo a trovarvi per continuare a chiedere rispetto e il diritto alla salute ed alle cure». – CGIL della Provincia dell’Aquila e Comitato civico “Cittadini e Territorio Ponte Giovenco”.