I Sindaci Marsicani solidali con tutto il personale sanitario
TAGLIACOZZO – Trenta sindaci marsicani esprimono vicinanza e solidarietà a tutto il personale sanitario messo nel mirino dalla dirigenza della Asl1, invitandolo a non lasciarsi intimidire dai diktat aziendali di fronte allo sfascio organizzativo e operativo della sanità nel nostro territorio. «Medici, infermieri e operatori socio-sanitari – recita una nota stampa – levino il capo in un sussulto di dignità, ne hanno ben donde, per l’immane ed encomiabile sforzo compiuto in questi mesi per fronteggiare la seconda ondata della pandemia che si è accanita in questa plaga marsicana».
In calce al documento, le firme del sindaco di Avezzano Di Pangrazio, di Celano Santilli, di Tagliacozzo Giovagnorio, di Trasacco Lobene, di Luco De Rosa, di Aielli Di Natale, di Pescina Zauri, di Balsorano Buffone, di Carsoli Nazzarro, di Capistrello Ciciotti, di Cappadocia Lorenzin, di Castellafiume Perrozzi, di Cerchio Tedeschi, di Civitella Roveto De Filippis, di Collarmele Mostacci, di Collelongo Salucci, di Gioia dei Marsi Berardini, di Magliano De Cristofano, di Massa d’Albe Lucci, di Morino D’Amico, di Oricola Paraninfi, di Ortucchio Favoriti, di Pereto Sciò, di San Benedetto dei Marsi D’Orazio, di Sante Marie Berardinetti, di Scurcola Marsicana Morgante, di Rocca di Botte Marzolini, di San Vincenzo Valle Roveto Lancia, di Ortona dei Marsi Eramo, di Villavallelonga Lippa.
Si alza forte e chiara la voce dei primi cittadini che non mancano di stigmatizzare la disorganizzazione totale della sanità provinciale, con morti fuori il Pronto Soccorso, reparti dell’ospedale di Avezzano ridotti a lager, colpevoli ritardi organizzativi e operativi, implosione del sistema di tracciamento delle positività e dei tamponi, promesse di assunzione e di implementazione dei posti letto disattese, la pantomima delle cliniche private. E cosa fa la dirigenza Asl di fronte a tale disastro? Rispondono all’unisono i sindaci: «anziché correre ai ripari, si dispongono indagini per scoprire e punire chi ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente la situazione interna dell’ospedale, si minacciano giornalisti e testate di informazione, si impone il silenzio a tutti i dipendenti pena ritorsioni e punizioni disciplinari». Ed alta è l’esortazione dei sindaci rivolta al’intero personale sanitario. Continua così la nota dei primi cittadini: «medici, infermieri, operatori socio-sanitari sappiate che i cittadini e noi sindaci siamo dalla vostra parte; sappiate che la vostra dignità e il vostro lavoro vanno salvaguardati da ogni tipo di sopruso. È per questo che vi invitiamo ad uscire allo scoperto, a levare alta la testa e a far valere i vostri diritti di cittadini liberi e coscienti consci di operare in uno stato democratico, con una insigne tradizione di civiltà e rispetto». Alla luce quanto descritto, Il governo ragionale dovrebbe finalmente prendere in seria considerazione il fatto che la situazione sanitaria nell’intera provincia de L’Aquila è fuori controllo e allo sfascio totale. E adottare, di conseguenza, provvedimenti immediati che rendano possibile affrontare la terza ondata epidemica prevista dagli esperti tra gennaio e febbraio prossimi, con la massima attenzione onde salvaguardare la vita e la salute di decine di migliaia di incolpevoli cittadini.