Il Comune di Capestrano e l’Associazione Tratturo Magno 4.0 hanno presentato alla Regione Abruzzo il “Progetto pilota per la rigenerazione culturale, sociale e economica di un borgo a rischio di Abbandono”
CAPESTRANO- Il Comune di Capestrano con la preziosa collaborazione tecnico-culturale dell’Associazione Tratturo Magno 4.0, ha presentato alla Regione Abruzzo il progetto per la valorizzazione “culturale e Turistica” del proprio territorio attraverso il recupero edilizio di un una parte abbandonata del borgo storico e la valorizzazione di alcuni importanti contenitori architettonici come il Castello e Convento, destinati a nuove funzioni, in un “ambiente” complessivo di alta qualità, con una notevole impronta “storica e archeologica” del territorio. Capestrano è prima tappa, a scendere dai monti al mare, del Tratturo Magno L’Aquila – Foggia.
Capestrano è al centro della Regione Abruzzo, tra i parchi del Gran Sasso-Monti della Laga, di cui fa parte, e del Velino Sirente, è vicino la Maiella; allo snodo del Tratturo Magno l’Aquila-Foggia col ramo Centurelle-Montesecco. Il nome è associato a due figure carismatiche di rilievo culturale e storico e religioso internazionali: il Guerriero di Capestrano e San Giovanni da Capestrano. Il primo, scultura lapidea del VI secolo a.c. rinvenuta nell’area archeologica, racconta l’importanza delle popolazioni italiche del territorio: “me bella immagine fece Aninis per il Re Nevio Pompuledio”; incisione “osca” sulla scultura. Probabile Re di un’area più ampia dei Vestini, ovvero Abruzzo/ Molise con tutte le tribù (Vestini, Sabini, Equi, Marsi, Peligni, Marrucini etc.). San Giovanni, qui nato nel 1386, Francescano combattente della fede, patrono dei Cappellani militari e giuristi, nella memoria mitteleuropea, per la miracolosa vittoria sugli ottomani nella battaglia di Belgrado nel 1456; a lui sono dedicati Monumenti e piazze a Vienna e Budapest. A Capestrano è la sua casa ed il Convento qui fondato. Seguace di san Bernardino da Siena con formazione giuridica e senso pratico, figura emblematica della spiritualità-religiosa Francescana dell’Abruzzo interno nell’epoca transito angioina-aragonese, fondatore dell’ospedale all’Aquila. Capestrano quindi è patria di due Guerrieri: un Re ed un Santo; stesso luogo a distanza di 2.000 anni.
Inoltre, il paese di Capestrano è in area “interna” ma non isolata; dista 10 km. dalla ferrovia e autostrada, Roma-Pescara, 30 minuti dall’aeroporto, vicino a Chieti, L’Aquila, Pescara, Sulmona. In ambiente incontaminato tra i parchi e dove il fiume Tirino è il più pulito d’Europa. Il centro storico, stratificato da architetture di varie epoche, è dominato dal Castello Piccolomini del 1485 e di proprietà dei Medici di Firenze dal 1579 al 1734. Capestrano con i Medici per quasi 2 secoli nel Regno di Napoli e vicino lo Stato Pontificio, è una originalità commerciale e politica; qui passava la “Via degli Abruzzi” che collegava Firenze e Napoli; vi era massiccio il transito delle greggi del Tratturo Magno con la prima tappa a scendere in Forca di Penne. A ridosso del centro storico insiste un borgo rurale abbandonato oggetto principale del progetto di recupero edilizio-urbanistico che ben si presta alla rivitalizzazione del contesto circostante e di tutto il centro storico. Fuori dal centro si trova il convento fondato da San Giovanni con la chiesa, la biblioteca, il centro studi e le residenze conventuali trasformate anche studentesche. Nel territorio si trovano la chiesa romanica di S. Pietro ad Oratorium (1100) e l’area archeologica ove sono state scavate 600 tombe. Il patrimonio edilizio, vetusto e prevalentemente in muratura, risulta di 649 edifici di cui 599 residenziali con il 62% costruito prima del 1945 e l’82% prima del 1970. Nel 2021 si registrano 858 abitanti, come durante il Principato Mediceo nel 1671 dopo la peste. Gli abitanti sono diminuiti del 10% nell’ultimo decennio e del 76% in un secolo; oggi ridotta a meno di un quarto rispetto ai 3697 abitanti del 1921.
La strategia per valorizzare il territorio, cultura – turismo – digitalizzazione, si traduce in tre linee principali di azione concrete in grado contemporaneamente di rimettere in moto l’uso di molti contenitori importanti sottoutilizzati da destinare alla cultura, alla scuola, al turismo e favorire ripresa demografica ed economica e rinnovo del patrimonio edilizio. Le strategie sono le seguenti:
– un Campus di studi e ricerca, centro internazionale per l’alta formazione post laurea, nel Convento di San Giovanni, su materie che attengono anche le esigenze del territorio con formazione in presenza e a distanza: archeologia, botanica, storia, diritto, agricoltura, turismo, religione, transizione digitale, transizione ecologica, etc;
– un polo museale per l’archeologia italica dei “Safin”, (fruibile in presenza ed a distanza) nel Castello Piccolomini, tecnologie adeguate ed in grado di collegare tutti i musei archeologici d’Abruzzo e mettere insieme i Vestini, Sabini, Equi, Marsi, Peligni, Marrucini, Carecini, Frentani, Pentri; sono le tribù che abitavano l’Abruzzo e Molise, nel VI sec. a.c. e che avevano con molta probabilità come Re proprio Nevio Pompuledio, il Guerriero di Capestrano. Creare uno spazio importante che parli del guerriero Re (l’originale scultura ovviamente resta nel museo di Chieti, ma sarà pubblicizzato). Laboratori di ricerca e depositi magazzini per l’archeologia anche per reperti che non trovano sede in Regione, (collocati presso la ex scuola agraria altro contenitore vuoto);
-un sistema di percorsi pedonali (reali fisici) che tocca i principali punti e aree del territorio: Convento, fiume, casa di san Giovanni, capo d’acqua, zona archeologica etc. per implementare il turismo all’aria aperta, il turismo esperienziale, la conoscenza dettagliata dell’area e ampliare escursioni nei Parchi limitrofi. Collegarsi al tratturo Magno.
Inoltre, il progetto in questione prevede zero consumo di suolo, moderne tecnologie per l’efficienza energetica (il borgo rinnovato ex scuola agraria). Transizione digitale ovvero messa in rete di tutti gli interventi con particolare attenzione alla connessione globale che deve assicurare il centro di formazione internazionale San Giovanni e il museo archeologico immersivo globale nel Castello Piccolomini. Valorizzare l’impronta storica, archeologica, culturale, e la forza naturale dell’ambiente e della presenza dei due Guerrieri ovvero di un Re e di un Santo.
Capestrano – oltre ad avere una secolare tradizione contadina- negli ultimi 70 anni ha avuto più emigrazione che industrializzazione tuttavia negli ultimi 10 anni ha visto sviluppare attività innovative nei servizi al turismo (b&b, agriturismi), nuove aziende agricole (cantine Pasetti). E attivare sul territorio iniziative di respiro internazionale durature, dunque, come un Campus, scuola di alta formazione con ricerca archeologica avanzata, transizione ecologica e digitale con forme di relazioni a distanza che favoriscano la diffusione globale con esperienze dirette in loco, per un buon numero di soggetti, moltiplica gli effetti positivi sul territorio e cumula conoscenza, attenzione e domanda crescente sui suoi prodotti e servizi locali.
L’apertura al mercato globale si riscontra anche nel turismo che vede ampliata la domanda ambientale all’aria aperta, esperienziale, e, con i cammini lungo il Tratturo Magno di cui si prevede un riuso compatibile destinato appunto a corridoio ecologico attraversato da pedoni, greggi, cavalli etc.
Infine, si prevede un investimento complessivo pubblico di 20 milioni di euro a cui si aggiungono gli investimenti privati nei servizi e attività produttive. L’impatto sociale ed economico del progetto pilota su Capestrano è molto importante perché genera una ripresa residenziale almeno del 10/12% a breve termine, crea almeno 100 posti lavoro/mese in fase di cantiere e nuovi posti di lavoro diretti (gestione servizi pubblici) ed indotti (attività private) in fase di esercizio dell’ordine di 100/150 nei vari settori.