Il generale del Corpo di Polizia Penitenziaria Mauro D’Amico premiato quale eccellenza d’Abruzzo
CANISTRO SUPERIORE – Ricorda quando gli uomini della Polizia di Stato gli consegnarono Provenzano, o ancora prima, quando era un giovane capitano e gli consegnarono Riina. Ma ripensa con affetto anche ai nuovi arrivi dei ragazzi che volevano entrare a far parte del Gruppo Operativo Mobile. Ricorda il loro entusiasmo, nonostante i sacrifici a cui andavano e tuttora vanno incontro trattandosi di un lavoro impegnativo ma di eccezionale valore visto che devono rinunciare per anni a una loro regolare vita per motivi di sicurezza.
Stiamo parlando di Mauro D’Amico il generale che ha contribuito a fare grande un Corpo di Polizia qual è quello della Penitenziaria e che ieri è stato insignito del premio ” Eccellenze d’Abruzzo”.
Un premio relegato alla Regione nella quale è nato e cresciuto ma la cui eccellenza può tranquillamente essere annoverata tra quelle d’Italia e non solo. D’Amico, infatti, il suo ruolo di primo attore lo ha rivestito e tuttora lo svolge offrendo il suo contributo in giro per il mondo essendo stato coinvolto nella genesi di molti progetti fra i quali, solo per citarne qualcuno, quello istitutivo della missione in Albania e quello formativo in quel degli apparati di polizia in Equador.
Grazie a lui il Corpo di Polizia Penitenziaria, in occasione del suo annuale, partecipa attivamente al cambio di guardia al Quirinale e con tutti gli onori che ne derivano.
Quello a cui ci tiene in maniera particolare dare risalto è il ruolo che ha ricoperto in seno al GOM. Un ruolo da vero e proprio condottiero e per donne e uomini pronti a dare tutto. Bellissima la sua intervista su Gnews che sembra l’abbia rilasciata proprio per far capire cosa ne pensa di queste persone. Intervista della quale riportiamo volentieri uno stralcio:
“Ogni sei-otto mesi devono spostarsi e questo è indiscutibilmente un motivo di disagio. Tuttavia è anche un modo per evitare l’assuefazione, la routine, riaccendere ogni volta curiosità, entusiasmi. Significa lasciare amicizie e colleghi, ma anche ritrovarli dopo anni”
“Un gruppo nato con un ordine di servizio firmato dall’allora capo del Dipartimento Coiro nel 1997 su idea di Giuseppe Falcone, al tempo vicedirettore generale dell’Amministrazione penitenziaria, per dare una risposta immediata a situazioni di emergenza, criticità, eventi di rilievo eccezionale. Per essere, in sintesi, di supporto a varie esigenze dell’Amministrazione penitenziaria.
Questa è la funzione che il Gruppo ha svolto e continua a svolgere, anche se poi si è declinata in varie attività”.
“Devo ringraziare chi mi ha dato fiducia affidandomi un incarico di grande responsabilità, ma sento anche il dovere di ringraziare i 590 ragazzi che oggi compongono il Gruppo Operativo Mobile e che rendono il bilancio della mia esperienza ampiamente in attivo, anche sotto il profilo umano oltre che sotto quello professionale”.
Molti in Abruzzo lo ricordano anche per aver offerto il contributo più performante nel seminario internazionale di Criminologia tenutosi a Sulmona e dal titolo eloquente: “41 bis: efficacia e limiti”.
Davvero una persona di prestigio, quindi, il generale Mauro D’Amico. Non è quindi un caso che sia stato insignito del premio eccellenza d’Abruzzo. Conoscendolo, possiamo tranquillamente affermare che da buon abruzzese non poteva aspettarsi un riconoscimento migliore.