Il giovane pescarese Giacomo Passeri condannato all’ergastolo in Egitto per possesso di droga. Avs e Si: “Intervenga il governo”. Videoappello del segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo

PESCARA – “Siamo ancora sotto choc: ci hanno comunicato che mio fratello è stato condannato all’ergastolo, con 25 anni da scontare in Egitto”.

E’ quanto afferma Andrea Passeri, il fratello del giovane pescarese Giacomo Passeri arrestato un anno fa circa in Egitto per possesso di droga e condannato oggi da un tribunale al Cairo.

Nei mesi scorsi la famiglia del giovane pescarese aveva lanciato l’allarme sulle condizioni di Giacomo, il quale aveva anche iniziato uno sciopero della fame per protestare sul trattamento ricevuto e per le lungaggini processuali.

Sulla vicenda si registra anche una dichiarazione del deputato di Avs Marco Grimaldi e del segretario regionale Sinistra Italiana Abruzzo Daniele Licheri, i quali chiedono l’immediato intervento del Governo Italiano.

Per loro si è in presenza di “una vicenda dai diritti umani negati. Abbiamo visto la vicenda Regeni, la vicenda Zaki, non ci fidavamo di chi diceva che in Egitto andava tutto bene. È stato detenuto senza traduttori, sottoposto a un interrogatorio senza avvocati. Non c’è bisogno di sapere di che cosa Luigi Giacomo Passeri sia stato accusato”.

Video appello, che vi proponiamo a fine articolo, del segretario di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, rivolto al governo affinché intervenga con il governo egiziano, anche in considerazione delle palesi violazioni dei diritti dei detenuti e dei precedenti casi di Regeni e Zaki.