Il Giovenco deve continuare a scorrere così all’interno di Pescina. Nessun aumento di pressioni antropiche, ma miglioramento della qualità delle acque.
PESCINA _ Animatissima assemblea, ieri pomeriggio, nella sala consiliare del municipio di Pescina. Tre gli argomenti sul tavolo della discussione: impianto irriguo del Fucino; fondi Centro Alzheimer tagliati; autorizzazione impianto biometano.
Ma era prevedibile che la problematica delle acque del Giovenco prendesse il sopravvento. Bene ha fatto il sindaco di Pescina, Stefano Iulianella, in apertura del dibattito, ad invitare tutti ad abbassare i toni per una discussione proficua. Ma, incomprensioni (forse “calate” ad arte da parte di qualche intervenuto) hanno finito per scatenare una furibonda polemica. Perché quando si dice: sono d’accordo con il Sindaco di Pescina, ma poi si mena “can per l’aia” è difficile non aspettarsi una “canea”.
Stefano Iulianella, il sindaco di Pescina, respinge ogni accusa di voler strumentalizzare la protesta (in vista della imminente tornata elettorale).
“Se a qualcuno piace il nuovo progetto per la realizzazione della rete irrigua del Fucino, che stravolge un progetto condiviso e partecipato da tutti, lo stesso è libero di esternarlo come e quando vuole. Ma condire il tutto con bugie, inesattezze e parole al vento questo non lo posso accettare”. Ha detto il primo cittadino di Pescina. E poi documenta quanto espresso con deliberazioni dallo stesso comune.
“Abbiamo sempre manifestato perplessità, quando le avevamo, attraverso delibere di Consiglio Comunale e osservazioni che tutelavano già dal 2013 la captazione a monte delle acque del nostro fiume. Abbiamo espresso alla nostra contrarietà ad Amplero che invece oggi, nel nuovo progetto, è nascosto dietro l’angolo e rispunta prepotentemente.
La nostra volontà è quella di partecipare, come abbiamo fatto finora, a tutti gli incontri, mai ostacolando ma proponendo e condividendo quello che secondo tutti è il miglior progetto per il nostro Fucino.
Non lo facciamo ora perché tra poco siamo chiamati al rinnovo del Consiglio Comunale. Lo facciamo ora perché in questo momento l’attacco della Regione Abruzzo verso il nostro territorio è frontale e deleterio”.
Intanto, ecco una brevissima sintesi del Progetto di fattibilità tecnica-economica dei lavori di “Realizzazione rete irrigua in pressione dell’intera piana del Fucino” (Masterplan Abruzzo PSRA/52)
Il presente studio di prefattibilità ambientale, redatto in conformità a quanto previsto dall’art. 23 del D.Lg. vo n. 50 del 18 aprile 2016 e degli artt. 17 e 20 del Regolamento (DPR n. 207 del 5 ottobre 2010), è parte integrante del progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di “Realizzazione rete irrigua in pressione dell’intera piana del Fucino”, ricompreso tra gli interventi individuati dalla Regione Abruzzo nel programma Masterplan per l’Abruzzo, con un importo complessivo di €. 50.000.000, interamente finanziati con i fondi stanziati con la deliberazione CIPE n. 26/2016.
Il complesso delle opere da realizzare per l’approvvigionamento e la distribuzione di acqua di irrigazione in pressione a servizio dell’intera piana del Fucino è stato redatto dal R.T.I. Beta Studio S.r.l. – HR Wallingford su incarico commissionato dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale (nel seguito Autorità), con un costo complessivo stimate in 230 M€.
Le opere individuate nel progetto generale si possono sintetizzare come segue:
• La rete di distribuzione in pressione estesa circa 375 km ed a servizio dell’intera superficie irrigua del Fucino della consistenza di 12.500 Ha;
• Un bacino di accumulo annuale delle acque di irrigazione, costituito da un invaso del volume di circa 13,8 Mmc da realizzare nella Conca di Amplero;
• Due impianti di sollevamento in serie destinati al sollevamento, nel periodo non irriguo, dell’acqua superficiale del Giovenco fino alla Conca di Amplero, il primo situato a Borgo Ottomila, della potenzialità di 2 mc/s, ed il secondo situato ad Arciprete, dove avviene il sollevamento fino alla Conca di Amplero;
• una cassa di espansione sul fiume Giovenco a valle di Pescina per la difesa idraulica della piana.
Nel progetto generale il costo stimato per la realizzazione dei circa 375 km di acquedotto, al netto di tutte le altre somme a disposizione, è pari ad € 70,2 M€, corrispondente a circa 5.616 €/Ha.
All’assemblea erano presenti anche il consigliere regionale Mario Quaglieri, il sindaco di San Benedetto dei Marsi, il direttore di Confagricoltura, Stefano Fabrizi. Quest’ultimo ha richiamato gli organi preposti a calibrare meglio il progetto al fine di non utilizzare buona parte delle risorse per una vasca di laminazione che assorbirebbe una grande fetta di soldi finendo per far venir meno la priorità del progetto che deve riguardare l’irrigazione.
Nel corso dell’assemblea è intervenuto Augusto De Sanctis del Forum H2O.
“Il fiume Giovenco – ha detto De Sanctis – è già ora in stato “pessimo”, figurarsi se possono continuare o aggravarsi le pressioni antropiche. Poi cambiamenti climatici non pervenuti. Infine inseriscono di straforo un secondo lotto per fare un invaso nella magnifica conca di Amplero, Sito archeologico e sito di interesse comunitario.
Tra l’altro il fiume Giovenco è classificato in stato “pessimo” dall’ARTA per cui dovremmo diminuire le pressioni, come le captazioni; certo non perpetuarle o addirittura appesantirle. Anche sulla procedura esprimiamo molti dubbi, visto che senza una chiara motivazione è stato cambiato l’ordine delle priorità nella serie degli interventi originariamente previsti e, soprattutto, senza alcuna preliminare Valutazione di Incidenza Ambientale si mantiene, seppur come futuro stralcio, la folle idea di realizzare il bacino di Amplero, in pieno Sito di Interesse Comunitario.
“Infine, al di là di quest’ultimo futuribile intervento, _ precisa l’ambientalista _ abbiamo fatto notare che comunque su questo primo stralcio serve la Valutazione di Impatto Ambientale, con l’auspicio che le scelte siano veramente improntate alla sostenibilità ambientale e fondate su un approfondito esame della disponibilità idrica attuale futura. Altrimenti si farà un pessimo servizio in primis all’agricoltura oltre che all’ambiente”.
“Nessun accenno, – ha concluso De Santcis – se non di sfuggita e senza alcuna analisi numerica e di scenario, poi, alla questione del cambiamento climatico che renderà sempre più arduo definire come sostenibili progetti che abbiano alla base captazioni di sorgenti/acque superficiali senza agire profondamente sulla tipologia di colture e sulle modalità di irrigazione (addirittura si parla genericamente delle modalità di irrigazione senza dare un dato oggettivo dei cambiamenti che il progetto apporterà; nella relazione agronomica si parla infatti di eventuali interventi seguenti da parte degli agricoltori previa analisi economica per andare verso l’irrigazione a goccia)“.
Insomma, l’auspicio dell’assemblea è quello che si possa rivedere in tempi strettissimi il progetto, per arrivare a dicembre 2021 con una linea condivisa.
Per quanto riguarda, invece, gli altri argomenti: centrale biogas e Centro Alzheimer, torneremo con “servizi dedicati”.