Il Gran Sasso diventa Zona speciale di Conservazione. Stazione Ornitologica Abruzzese: “Vince la Natura”
PESCARA – Il Sito di Interesse Comunitario “Gran Sasso” diventa Zona Speciale di Conservazione secondo le norme comunitarie, che prevedono anche una gestione attiva dei siti a favore della biodiversità e delle comunità locali, adottando strumenti di compensazione rispetto ai vincoli previsti dalle norme stesse.
“Vincono così le ragioni della Natura – afferma in una nota la Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa) – sulla propaganda insensata messa in campo in questi anni dalla Giunta Marsilio che ora è costretta a sventolare bandiera bianca”.
Secondo l’associazione si tratta di “un esito del tutto scontato per chi avesse un minimo di conoscenza delle norme varate nel lontano 1992 dall’Unione Europea con la Direttiva Habitat e la successiva evoluzione della materia anche in Abruzzo”.
La Giunta regionale guidata da Marsilio, ricorda la Soa “appena insediata aveva invece messo in campo un’anacronistica, sconclusionata e surreale azione per tagliare i confini dei siti Natura2000, esponendo non solo la regione, ma addirittura l’intero Paese agli esiti di una onerosa procedura di infrazione comunitaria”.
“Un’iniziativa a tratti tragicomica, come avevamo immediatamente stigmatizzato in una lettera inviata a Bruxelles, al Ministero e alla stessa Regione in cui ripercorrevamo tutta la vicenda a partire dalla definizione, avvenuta nel 1995, dei perimetri dei Siti di Interesse Comunitario”. Nella lettera del 2020 “ricordavamo – prosegue la nota della Soa – lo scandalo dei Piani di Gestione dei siti, la cui redazione è stata finanziata nel 2013 dalla stessa Regione con 3,5 milioni di euro di fondi europei. Documenti ricchi di informazioni e proposte operative rimasti nei cassetti, mai approvati”.
“Ora non resta che redimersi e recuperare il tempo perduto per far fronte alla continua erosione di biodiversità che purtroppo caratterizza alcuni siti così importanti a scala europea, abbandonando velleità ‘sviluppiste’ i cui limiti – conclude la Soa – vediamo ogni giorno sulle montagne della regione colpite dagli effetti del riscaldamento globale”.