Il ministro dei beni culturali Dario Franceschini risponde alla lettera di mons. Michele Fusco vescovo di Sulmona-Valva in merito alla salvezza dell’Archivio di Stato di Sulmona
SULMONA- Il 25 marzo scorso mons. Michele Fusco vescovo di Sulmona-Valva ha inviato una lettera al ministro dei beni culturali Dario Franceschini segnalando il danno grave ed ennesimo che la città di Ovidio ed il comprensorio peligno subirebbero dalla chiusura della sezione dell’Archivio di Stato. In un frammento della lettera del vescovo possiamo leggere: “L’Archivio di Stato, in una città che vanta secoli di storia non solo locale rappresenta una delle arterie delle quali il nostro territorio trae e dona linfa per costruire e rafforzare, in nuovi studi e ricerche, la propria identità”.
E proseguendo nella sua lettera al ministro, mons. Fusco denuncia lo scoraggiamento che può vivere la sua diocesi ed il comprensorio di Sulmona se verrà chiuso l’Archivio di Stato. “Purtroppo tale decisione – scrive il vescovo- diviene motivo di scoraggiamento e disaffezione anche e soprattutto per i giovani che vorrebbero essere parte attiva nella riqualificazione della città e della Valle Peligna. Chiudere questa istituzione significherebbe consegnare all’oblio la storia di un’intera comunità”.
Nella giornata di oggi, 22 aprile, è arrivata la risposta del ministro dei beni culturali. Nella lettera di risposta, l’on. Dario Franceschini ricorda di come, negli ultimi anni, si sia fatta ancor più pesante la carenza del personale a servizio del ministero della Cultura e di come questo sia anche ricaduto, in particolare, sugli archivi di stato. Ovviamente, la “grave situazione sanitaria ha influito negativamente sulla possibilità di reclutamento di personale rendendo necessaria la sospensione delle procedure concorsuali in atto” aggiunge il ministro nella lettera indirizzata al vescovo di Sulmona.
Ma uno spiraglio di luce per la salvezza dell’Archivio in questione può essere intuibile nelle parole del ministro Franceschini: “Stiamo lavorando affinché nessun archivio, nessuna biblioteca, nessun museo, scavo archeologico, villa o parco storico debba essere costretto a chiudere per motivi dipendenti da questa amministrazione. I nostri sforzi ed energie sono tesi al superamento della crisi attuale e al ripristino di una necessaria e fortemente voluta normalità”.