“Obiettivo Sicurezza” fra presunte iniziative innovative, occasioni mancate e la storica carenza nelle forze dell’ordine

AVEZZANO – E’ appena giunta la notizia, rimbalzata fra i mille dispacci di agenzia: “𝗦𝗼𝘁𝘁𝗼𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗣𝗿𝗲𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗼𝗰𝗼𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘂𝗹 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗩𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗱 𝗔𝘃𝗲𝘇𝘇𝗮𝗻𝗼”…

Secondo i primi commenti a caldo, sarebbe un grosso passo in avanti nel migliorare la sicurezza in Città.
Prima di approfondire, abbiamo raccolto alcuni commenti.

Secondo I.A.: “Non mi piace questa cosa! Sa di un ritorno ad un passato da dimenticare… Son di destra, ma questa cosa ricorda OVRA e manganelli…“. Gli fa eco S.D.V.: “Di questo passo si va alla delazione, altro che sicurezza…“. E ancora T.D.R.: “Credo che davvero si stia esagerando, non è con le ronde o con la delazione che si può ottenere una reale sicurezza cittadina…“.

Non mancano le voci a favore. A.P.: “Era ora che si facesse qualcosa contro le bande di ragazzi e contro la malavita degli stranieri…“.

Dalla brochure del Ministero dell’Interno (in origine il dispositivo risalirebbe ad un protocollo studiato dall’Onorevole Minniti) leggiamo: “Il “Controllo del Vicinato” è strumento di prevenzione della criminalità, che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini residenti in una determinata zona e la collaborazione di questi ultimi con le Forze di polizia statali e locali, di seguito denominate Forze di polizia.

Fare “Controllo del Vicinato” significa promuovere la sicurezza urbana attraverso la solidarietà tra i cittadini, allo scopo di ridurre il verificarsi di reati contro la proprietà e le persone.

A tutti gli abitanti dell’area interessata è unicamente richiesto di alzare il livello di attenzione attraverso pochi, semplici passaggi: tra questi, il “far sapere” che gli abitanti della zona sono attenti e consapevoli di ciò che accade intorno a loro. Infatti, se i vicini lavorano insieme per ridurre l’appetibilità degli obiettivi, i furti e tanti altri “reati occasionali” potranno essere limitati.

A nessuno viene chiesto di fare eroismi, ronde o chissà cosa di speciale. A tutti invece è richiesto di prestare maggiore attenzione a chi passa per le strade nonché alle situazioni anomale che possono saltare all’occhio o generare apprensione ed allarme.

Il tutto si inquadrerebbe in una azione di supporto e per coadiuvare l’azione delle Forze dell’Ordine.
Ma, ci chiediamo, non è un modo per avviare qualcosa di diverso? Ovvero, non è un abdicare dello Stato alla azione di Ordine Pubblico e Difesa che gli spettano come diritto e dovere?

In passato, e parliamo solo di qualche anno fa, era stata avanzata la proposta di affiancare alle Forze dell’Ordine, soprattutto alla Polizia Municipale o Polizia Locale, le Guardie Giurate private. Ma l’Ordine Pubblico, la Sicurezza Pubblica, come la Difesa, non possono essere affidate a privati visto che spettano costituzionalmente allo Stato.

Negli USA, il ricorso a polizie private o a società che forniscono supporto privato alla Difesa ha sollevato un vespaio di opposizione.

Il fatto è che non si vogliono mettere fondi sulla sicurezza e si ricorre a surrogati per mostrare l’interesse dello Stato per la sicurezza pubblica, sfruttando il generale senso di insicurezza che la gente sente profondamente! Ma cosa può accadere?

Qui non si vuole stigmatizzare la denuncia fatta da un cittadino che ha assistito ad un qualche reato o che segnala un fatto in atto che coinvolga delle persone con rischio per le stesse, qui si dice che deve nascere una sorta di “grande fratello” che vigili segnalando chi fa cosa e via dicendo.

Ed è il timore che esprime M.N. quando ci dice: “… Orwell, in 1984, lancia un allarme che era legato ad un immaginare una società del controllo… Ray Bradbury, in Fahrehneit 451, segnala qualcosa di simile relativamente ai libri messi al bando… Qui siamo oltre Orwell!“.

Sul tema, interviene un ufficiale in pensione e ci dice: “…Già l’aver creato la Centrale Unica, che voleva essere come l’americano 911, ma affidandola non a polizia o carabinieri, ma facendone una specie di call center, non si va a vantaggio della sicurezza perché si introduce un gradino intermedio, rallentando la azione delle Forze dell’ordine e, poi, l’aver stabilito i turni di sorveglianza per fasce temporali e territoriali è l’ulteriore segnale che si vuol togliere alle Forze dell’Ordine capacità di intervento…”.

A ben vedere, continua M.N., già nominato, “…Qui non è in ballo se l’idea sia nata da destra o da sinistra, ma che un alto funzionario dello Stato, sia pur in un quadro delineato da una ipotetica legge, vada a siglare una autorizzazione che apre al controllo esteso sugli individui…”.

Si resta in qualche modo perplessi: chi vuole davvero questa cosa e perché? Attendiamo risposte dalle Istituzioni…