Il paradosso vaccinale
Ovviamente NON parliamo di teorie no-vax o affini. Se siete tali, passate oltre, grazie.
Aggiornamento sul piano vaccinale: siamo dinanzi ad un possibile paradosso sulle somministrazioni vaccinali. Paradosso che però potrebbe risultare positivo, per quanto non contemplato finora.
Ripartiamo però dall’inizio: in UE abbiamo al momento 2 vaccini (Pfizer–Biontech e Moderna), e siamo in attesa del via-libera effettivo alle somministrazioni del terzo (Astrazeneca). Il paradosso nasce appunto da questi vaccini, poiché Pfizer–Biontech e Moderna hanno dovuto annunciare ritardi nelle commesse, per modifiche nella pianificazione strategica delle consegne nei vari stati. Sembrava tutto risolto con l’arrivo del vaccino Astrazeneca. E invece no.
Astrazeneca infatti ha rilasciato i propri danni, evidenziando un notevole riscontro positivo fino ai 55 anni. Oltre, al momento, si naviga a vista, fino all’arrivo di nuovi dati. Ed è qui che si crea il nostro paradosso. Questo porterà ad una rimodulazione di un piano vaccinali che non prevedeva distinguo, all’inizio.
Infatti, con la minore disponibilità delle dosi per i pazienti a rischio, e la non disponibilità delle dosi del nuovo vaccino per i soggetti a rischio (per limiti di età), il banco rischia di saltare e dover rifare le stime. Difatti, il piano italiano era diviso inizialmente in 4 gruppi, i quali dovevano essere immunizzati nel seguente ordine:
– Gruppo 1: Operatori sanitari (o lavoratori in RSA), ospiti RSA (quasi portato a termine) e over 80, per ora esclusi
– Gruppo 2: Persone dai 79 ai 55 anni
– Gruppo 3: Lavoratori essenziali, persone in carcere e forze dell’ordine
– Gruppo 4: Tutti gli altri
Giunge invece notizia che, a seguito di una riunione di settimana scorsa, fra Presidenti di Regione, ministro Speranza, ministro Boccia e commissario straordinario Arcuri, il piano vaccinale dovrà subire modifiche. Difatti, mentre il gruppo 1 sta per essere completato (a parte discrezionalità e/o disorganizzazione delle Regioni singole), le persone nel gruppo 2 sembrerebbero in stallo per un bel po’, poiché dovranno aspettare l’immunizzazione degli over80 che si protrarrà per i ritardi di consegna di Pfizer–Biontech e Moderna. Nel frattempo, e qui il paradosso si completa, il gruppo 3 (ovviamente sotto i 55 anni) potrà partire appena partiranno le somministrazioni del vaccino Astrazeneca entro la seconda metà di Febbraio (a seconda del livello di organizzazione regionale. Ad es. Abruzzo non pervenuto).
Quindi, secondo quelle che sembrano le nuove prospettive del piano vaccinale, i vari operatori di sicurezza e pubblici servizi (università, forze armate, uffici pubblici, etc.) e altri dovrebbero partire a breve, per una stima approssimativa di 4 milioni di persone. Il gruppo 2, composto da 14 milioni di italiani stimati, invece dovrà aspettare almeno Aprile, sempre che le scadenze delle società farmaceutiche siano rispettate e che improvvisamente le Regioni diventino qualcosa di organizzato con criterio. Di fronte a questo quadro, inizia anche a ventilarsi l’ipotesi che il gruppo 4 potrebbe essere vaccinato prima ancora della fine del gruppo 2. Ovvero i 20enni rischiano di essere vaccinati prima dei 60-70enni, cioè i soggetti più a rischio. Gli ultimi saranno (quasi) i primi, ed i secondi slittano ultimi. Sembra la storia del pattinatore Steven Bradbury nelle Olimpiadi di Salt Lake City del 2002.
Ma qui sorge la domanda: sebbene un paradosso, e sbagliato a livello sanitario, questo nuovo piano vaccinale potrebbe essere una chiave di volta per sbloccare l’economia italiana, sofferente come poche volte prima d’ora? Infatti, benché ovviamente uno Stato abbia come missione tutelare anche e soprattutto i più deboli (che in questo caso sono le fasce più a rischio, cioè il gruppo 2), lo stravolgimento con conseguente “rimessa in libertà” delle persone under 55 potrebbe aiutare le aziende e le attività a ripartire, i lavori a riprendere e le persone ad avvicinarsi ad un briciolo di normalità, per come la intendevamo? Ovviamente la risposta ce la darà solo il tempo, ma era un’osservazione che poteva e doveva essere fatta. D’altronde, forse, non tutti i mali vengono per nuocere; e magari un farmaco con dei limiti potrebbe fare la differenza fra molte chiusure e moltissime chiusure in una stagione economica che neanche nella seconda guerra mondiale era apparsa così scura.