Il Pd Abruzzo attacca sul sociale la destra di governo: «Sussidi tagliati, no salario minimo e scure sui comuni. Combatte i poveri, non la povertà»
PESCARA – Accusa forte e dura de Pd regionale nei confronti della Destra e del governo Marsilio. In ambito sociale, infatti, secondo il Pd la destra di governo combatta i poveri e non la povertà.
Sulla questione, estremamente delicata e che porta complesse conseguenze nel tessuto vivo della regione e del paese, intervengono il Segretario Regionale dl Pd, Daniele Marinelli e la responsabile regionale al Welfare del partito, Francesca Buttari, che elencano le decisioni contro le fasce deboli come il taglio ai sussidi, quelli ai comuni e il no al salario minimo.
«Già a ottobre come Partito Democratico regionale, a un mese dall’ennesima mannaia che si stava per abbattere sui percettori del reddito di cittadinanza, avevamo lanciato l’allarme, denunciando una generale confusione sia per i titolari della carta che per gli Ambiti Sociali e i Comuni, in uno scenario in cui l’aumento dell’inflazione e la debolezza dei salari già vedevano il nostro paese e l’Abruzzo particolarmente sofferenti.
Oggi la situazione che si registra è ancor peggiore di quella che si poteva immaginare, come denunciato dalla CGIL, con quasi 10.000 famiglie lasciate senza sussidio in Abruzzo, a cui si aggiungono le duemila che hanno avuto accesso allo Strumento di Formazione Lavoro, inserite in un percorso a ostacoli sia a livello burocratico che informatico, e soprattutto senza nessuna reale prospettiva lavorativa ed economica, a causa di un sistema regionale di politiche attive del lavoro che ha dimostrato tutta la sua debolezza.
È sempre più chiaro che il problema verrà scaricato sui Comuni che, con il taglio ai trasferimenti da parte del governo di 250 milioni nel 2024 (che si aggiungono ai 600 milioni già tagliati nel 2023) si troveranno nuovamente a fronteggiare con pochi strumenti e poche risorse il dilagante disagio economico, in un contesto in cui, come si legge nel Rapporto Istat 2024, non solo si registra un peggioramento delle persone che vivono in povertà assoluta, ma anche una crescita delle persone che percepiscono un reddito assolutamente insufficiente per difendere le famiglie da un disagio economico che non consente loro di arrivare a fine mese.
Il nuovo sistema di bisogni disegnato dal passaggio della pandemia e tutti i limiti che questa ha portato alla luce necessitano di un’analisi profonda e di soluzioni all’altezza delle sfide che attendono la nostra regione. Su questa emergenza il Partito Democratico regionale si sente impegnato con tutte le sue forze, sia continuando la battaglia per l’introduzione del salario minimo, che riprendendo le fila di un progetto regionale, ormai inesistente, chiedendo di investire risorse per integrare gli enormi errori fatti dal governo e lavorando sul sistema di integrazione fra le politiche attive del lavoro e i percorsi di inclusione sociale».