Il progetto di irrigazione del Fucino, come una “corta coperta” strattonata a destra e a manca
AVEZZANO – Bisogna fare bene è subito. Ma, a quanto pare, il progetto di prefattibilità relativo all’impianto di irrigazione del Fucino, scontenta un po’ tutti. Non va bene assolutamente il prelievo a monte di Pescina (ma dove sta tutta questa acqua?); non va bene il Bacino di Amplero come hanno contestato ambientalisti e non (Sito di Interesse Comunitario e mancanza di Valutazione di Incidenza Ambientale ) ; non va bene spendere tanti soldi per una vasca di laminazione ritenuta dai più inutile. Ed allora…che fare?
Ora ospitiamo un comunicato della Confagricoltura L’Aquila.
L’intossicazione elettorale rischia di far perdere i finanziamenti per l’irrigazione della piana del Fucino
La storia recente per la soluzione delle criticità legate all’uso e alla disponibilità della risorsa idrica nella piana del Fucino ha tre punti fermi: i progetti presentati alla Regione Abruzzo dall’Autorità di distretto a conclusione di un lavoro durato cinque anni di studio e di ascolto di tutti i portatori di interesse.
I progetti preliminari riguardano la rete irrigua intubata sull’intero territorio della piana del fucino, le vasche di laminazione per la difesa idraulica dalle piene del fiume Giovenco e la realizzazione di un invaso di accumulo nella conca di Amplero.
Per la realizzazione dell’intera opera l’Autorità di distretto ha stimato una spesa intorno ai 230 milioni di euro mentre i soldi attualmente disponibili con il master plan ammontano a 50 milioni di euro.
“E’ del tutto evidente che l’insufficienza delle risorse disponibili costringe a fare scelte e dare delle priorità, fermo restando l’unitarietà deli interventi” afferma Fabrizio Lobene Presidente di Confagricoltura L’Aquila “
Sia L’ARAP che il Dipartimento Agricoltura hanno evidenziato forti criticità sul progetto dell’invaso di accumulo temporaneo alias vasche di laminazione dipendenti da fattori urbanistici, espropriativi ed ambientali legati allo scavo e allo smaltimento delle terre di risulta. Tali aspetti avrebbero dilatato i tempi di approvazione del progetto esecutivo per cui la Giunta regionale con la delibera 498 del 14/08/2019 ha dato priorità alla realizzazione delle rete irrigua sulla massima superficie consentita dalle risorse disponibile “A nostro avviso il costo del progetto stralcio è molto sbilanciato infatti 18.3 milioni sarebbero stati necessari per la realizzazione del bacino di accumulo provvisorio e solo 17,5 milioni per l’impianto irriguo, il resto circa, 14 milioni per oneri di progettazione, IVA ed altre spese di progetto. In pratica, un progetto nato per risolvere in via prioritaria il problema dell’irrigazione si trasforma in un grande progetto di sbancamento confinando il comparto agricolo ad un ruolo residuale beneficiandolo di un piccolo impianto su 3.456 ettari sui 12.000 complessivi. Il Progetto di fattibilità predisposto dall’ARAP e dal Consorzio di bonifica, pur contenendo alcune criticità che devono essere spiegate agli agricoltori e la contrarietà del comune di Pescina sul prelievo a monte del Fiume Giovenco estende a circa 9.000 ettari l’impianto irriguo”.
“Auspichiamo che in tempi rapidi si possano risolvere, sul piano tecnico, le criticità rilevate anche dal mondo agricolo e correre speditamente alla progettazione esecutiva, faccio un appello al Comune di Pescina di far rimodulare la risoluzione presentata da Consigliere regionale Silvio Paolucci e la proposta di delibera del Consiglio Comunale, eliminando le richieste legate alla scelta fatta dalla Giunta regionale che attribuisce priorità all’impianto irriguo sull’intera piana”. Conclude Lobene.