Il SII in Abruzzo, Cam Spa e il caro energia. Di Cristofano: «Preoccupante e incomprensibile il silenzio di Ersi»

AVEZZANO – Preoccupazione e sorpresa del Sindaco di Magliano, Pasqualino di Cristofano, in merito alla preoccupane situazione del Cam di Avezzano e, contestualmente, al silenzio incomprensibile sulla questione “caro energia” di Ersi.

Secondo il primo cittadino di Magliano dei Marsi, infatti, L’ente Regionale per il Servizio Idrico, già da fine 2021 era a conoscenza della situazione che si sarebbe cerata con l’aumento die costi energetici per i gestori dell’acqua.

Nonostante ciò, però, non ci sarebbe stata alcuna iniziativa e presa di posizione per cercare di affrontare ciò che poi è regolarmente avvenuto e che minaccia di portare il Cam al fallimento.

Questa la dichiarazione del Sindaco di Magliano dei Marsi, Pasqualino Di Cristofano.

«L’attività di ristrutturazione del debito condotta a partire dal 2018 dal Cam SpA, mediante un piano di concordato in continuità approvato dall’assemblea dei creditori, a grande maggioranza, e omologato dal Tribunale di Avezzano, sta subendo un duro colpo per effetto del caro energia.

Noi sindaci soci siamo consapevoli del fatto che storicamente il costo dell’energia per il gestore del servizio idrico della marsica ha avuto una incidenza importante sulla struttura dei costi della gestione, prossima al 35%.

Si comprende facilmente che il caro energia degli ultimi 12 mesi ha determinato un aumento dei costi energetici fino a renderli superiori ai ricavi garantiti per la gestione del servizio nel comprensorio marsicano.

Tale vicenda, come è emerso anche nel corso dell’audizione in sede di commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica in Regione, dello scorso 29 settembre, per bocca del Presidente dell’Ersi Nunzio Merolli, rischia di portare Cam al fallimento.

La notizia è stata ripresa da diverse testate giornalistiche e ha destato in me non poche preoccupazioni e non perché fosse una sorpresa ma per i commenti e i contributi che l’hanno animata; infatti, come ho già avuto modo di dire, sappiamo quanto pesino i costi energetici sulla gestione del Cam e quindi si capisce facilmente come possa essere complesso per l’azienda gestire gli aumenti di cui si parla.

Tuttavia, torno a dire, la cosa che mi ha stupito e mi ha condotto, assieme ad altri colleghi sindaci è che da parte di ERSI ancora non si sappia come gestire tale problematica.

Ci risulta che, non solo Cam, ma tutti i gestori abbiano inviato a Ersi a novembre 2021 un dossier sull’aumento dei costi energetici che già definiva preoccupanti gli aumenti dei costi dell’energia della fine del 2021 ma faceva anche stime per il 2022 che già davano idea dei problemi che si andassero profilando.

A noi pare che il tema vero che si agita sullo sfondo di questa vicenda, soprattutto nell’inerzia di ERSI, cui spetta la pianificazione e il controllo del servizio, sia il rischio della privatizzazione dello stesso, con tutte le problematiche connesse con tale eventualità: di tipo occupazionale per i lavoratori, per noi soci e per i cittadini utenti che sicuramente vedranno lievitare le tariffe del servizio idrico integrato.

Alla luce di questo credo sia doveroso che Ersi ci renda edotti su obiettivi, risorse e strategie per affrontare in modo efficace questa vicenda molto delicata e complessa che merita un ruolo di primo piano nell’agenda regionale. Infine ci lascia basiti l’assordante silenzio del vertice Cam in questo periodo così delicato, che rischia di determinare la definitiva soccombenza del Cam.

Ma del resto non può stupirci ciò se a settembre 2022 ancora non siamo in possesso del bilancio 2021. Forse la priorità per il vertice aziendale è ridisegnare la pianta organica di una società morente?

Probabilmente l’esigenza di poter prefigurare l’avanzamento di carriera di alcuni è più importante rispetto alla salute dell’azienda stessa?

Non vorremmo che tale silenzio nasconda una strategia volta alla “morte” della società di gestione marsicana con l’obiettivo di affidare la stessa a qualche più virtuosa società provinciale, spogliando questo territorio della governance di un servizio essenziale».

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