“Il tempo e la bellezza. Tra l’essere e l’apparire”: incontro a Cepagatti con Antonio Lera
Sarà Antonio Lera, medico scrittore e presidente dell’associazione AGAPE (Caffè Letterari d’Italia e d’Europa) che ha come motto “Uniti per la pace nel rispetto di ogni diversità”, il protagonista dell’incontro che domenica 27 aprile alle ore 17, si terrà a Cepagatti presso Abruzzo&molise in Miniatura all’interno del Centro Commerciale Borgo d’Abruzzo a Villanova.
La giornalista scrittrice Francesca Di Giuseppe accoglierà e presenterà lo scrittore che dialogherà anche con Livio Bucci e Annalisa Di Tizio, rispettivamente presidente e vicepresidente di Abruzzo&molise in Miniatura.
E’ lo stesso scrittore – reduce dal recente appuntamento dei caffè letterari e storici d’Italia il 15 Aprile 2023 al celebre Caffè Della Stampa di Brescia – a dar ragione dell’evento affermando che “persegue la meta esistenziale del passaggio dalla dimensione dell’io alla dimensione del noi, portando avanti un mix di suggestioni per il benessere collettivo tra poesia, arte, ambiente, sport e vita” argomenti del resto, cari al Nostro che li ha ben presentati anche nel suo ultimo libro “Tra l’essere e L’apparire” – Edizioni il Viandante, dove affronta temi che riguardano in primis, lo sviluppo e la strutturazione dell’amore di sé che permetterà infine, di rivolgere lo stesso sentimento anche verso gli altri. Non verranno trascurati gli altri temi a lui cari: la vita, l’ambiente, l’arte e lo sport; dimensioni e contesti all’interno dei quali l’uomo si trova continuamente immerso nel corso del suo viaggio ma di cui spesso non ha piena consapevolezza.
L’autore, già candidato al Premio Nobel per la Letteratura è convinto che la poesia, attraverso la sua diversa prospettiva e il suo simbolico e metaforico linguaggio, possa costituire uno strumento privilegiato per intraprendere tale percorso.
L’effetto della poesia infatti, lungi dal tirar fuori l’individuo dalla realtà, offre la possibilità di affrontarla con maggior serenità ed emotività poiché riconduce all’essenza creando un “effetto di sospensione e diradamento dei pensieri affollanti la nostra mente che appesantiscono il vivere”. E, per Lera, la poesia lo scheletro dell’umanità; e quindi, se è vero, come afferma Orazio, che Carmina non dant panem cioè non fa mangiare, tuttavia essa rappresenta il miglior cibo per l’anima e per quella visione sociale, umana, che deve rappresentare la stella polare per raggiungere la vera pace fondata sui valori di “rispetto, libertà, giustizia, solidarietà, tolleranza, passando dalla dimensione dell’io alla dimensione del Noi.”