Inchiesta “Acqua Fresca” Celano. Up: «Un sistema clientelare che prefigura una sorta di voto di scambio»
CELANO – Unione Popolare di Celano prosegue il suo attacco all’Amministrazione comunale Santilli-Piccone, finita nell’occhio del ciclone con l’inchiesta “Acqua Fresca” che, ormai un mese fa, ha portato ad arresti e altre misure cautelari clamorose.
A prendere la parola, ora, sono Giovanni Cornelio e Stefano Bruno di Unione Popolare che, in sostanza, evidenziamo come, dalle pieghe dell’ordinanza, si può facilmente desumere una sorta di “voto di scambio“.
Questa la nota integrale dei due rappresentanti di Unione Popolare Celano: «“Un sistema clientelare, fondato su amicizie, conoscenze ed interessi con realtà territoriali e cittadini, in totale dispregio dei criteri di imparzialità, trasparenza e senso civico dell’andamento della pubblica amministrazione, piegando, di fatto, l’interesse pubblico a quello di pochi”: questo oltre ad essere il passaggio chiave dell’ordinanza di custodia cautelare che in queste ultime settimane ha provocato un terremoto giudiziario nel nostro comune, si può riassumere anche come “voto clientelare o voto di scambio”. Perché è proprio da quel sistema clientelare che nascono preferenze e consensi in qualsiasi tornata elettorale (locale o regionale che sia). E nella nostra amata Celano questo accade più o meno da circa 15 anni. Il “reato di voto di scambio” è stato istituito, appunto, per troncare i legami illeciti tra politica e bene comune. E’ una triste realtà che caratterizza il nostro paese; non si assiste ad una tornata elettorale nel corso della quale non emergano episodi legati a questa pratica. Un cancro della democrazia che ha radici profonde; d’altra parte sono in molti a “vendere” il proprio voto e, soprattutto nelle piccole realtà territoriali come il nostro Celano, c’è chi controlla una certa quantità di voti ed è in grado di orientare una votazione verso un risultato piuttosto che un altro. Non sarebbe privo di logica chiedersi per esempio, ad oggi, quali siano stati i reali benefici occupazionali delle tanto conclamate “borse-lavoro” che diversi anni fa vennero offerte come soluzione alla crisi lavorativa che investiva e tutt’ora investe il nostro territorio. Strumenti di questo tipo, totalmente privi di una logica strutturale di lungo periodo, hanno solamente compiaciuto quei “pochi” che, accontentandosi di una posizione lavorativa non orientata alla formazione e all’assunzione in azienda, hanno probabilmente condizionato le scelte democratiche a discapito dei “molti”, i quali hanno dovuto subire molte scellerate decisioni politico-amministrative figlie di un potere decisionale che ha potuto far leva proprio sul consenso formato in parte su quella ingannevole prospettiva occupazionale». Giovanni Cornelio e Stefano Bruno – Unione Popolare di Celano.