Infrastrutture. Marsilio, “Dopo 40 anni risolti contenziosi su asse attrezzato Chieti-Pescara”
PESCARA– “40 anni di interminabili contenziosi, legati agli espropri che hanno messo in ginocchio il consorzio industriale di Chieti e Pescara, trovano finalmente una soluzione grazie al governo Meloni, al quale sono bastati neanche 40 giorni per accogliere la mia richiesta di dare una copertura statale per onorare i debiti. Il raccordo autostradale tra Chieti e Pescara sarà quindi definitivamente acquisito al patrimonio dello Stato, come è giusto che sia, che a tal fine si farà carico di liquidare i crediti vantati sia dall’impresa costruttrice dell’arteria sia degli espropriati che hanno vinto i ricorsi, vantando crediti che nei decenni si sono letteralmente moltiplicati a causa degli interessi legali.
Nella legge di bilancio vengono quindi stanziati 14 milioni in due annualità che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti utilizzerà per sanare questa vera e propria piaga, che ha messo in ginocchio da decenni un’area industriale potenzialmente tra le più produttive d’Italia”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
La storia recente dell’asse attrezzato:
“All’inizio del 2019 ho preso in mano questa vicenda per la quale tutti nutrivano una sorta di fatalistica rassegnazione, nessuno ormai sperava più nella possibilità di risanare il consorzio, aggredito dai pignoramenti e con liquidatori che in alcuni casi letteralmente fuggivano dalle loro responsabilità, messi come erano nelle condizioni di non poter assolutamente operare. Una situazione che è peggiorata di anno in anno, con sentenze e pignoramenti che hanno bloccato anche l’ordinaria gestione e messo in pericolo il pagamento degli stipendi dei pochi dipendenti superstiti.
Accompagnato dai direttori generali che si sono succeduti in questi anni, Barbara Morgante e Antonio Sorgi, e assistito dai pareri legali curati dal capo dell’avvocatura Stefania Valeri, ho affrontato nell’ordine Anas, gruppo FS, provveditorato alle opere pubbliche, ministero delle infrastrutture ricostruendo passo dopo passo l’intera complicata vicenda e le relative responsabilità. A ottobre di quest’anno la prima svolta, grazie ad una nota formale con la quale il capo della struttura tecnica di missione del Mit, professor Giuseppe Catalano, riconosceva la strategicità e la valenza nazionale di questo asse autostradale già da anni gestito da Anas e dava ragione alle rivendicazioni del sottoscritto perché fosse lo Stato ad onorare questi debiti.
Partendo da questa nota ho investito il governo del compito di predisporre la norma richiesta con le relative coperture. Si è messo in moto un lavoro corale che ha coinvolto governo e maggioranza parlamentare a tutti i livelli e con numerosi protagonisti che sento il dovere di ringraziare ad uno ad uno, sperando di non tralasciarne nessuno. A cominciare dal presidente del consiglio Giorgia Meloni, che attraverso i suoi sottosegretari alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari ha messo a disposizione i tecnici di Palazzo Chigi (in particolare Renato Loiero e Gaetano Caputi) che insieme al responsabile del mio ufficio legislativo Piergiorgio Casalena hanno predisposto il testo base affidato all’onorevole Guerino Testa perché lo presentasse sotto forma di emendamento in commissione bilancio. Fondamentale è stato il supporto costante del viceministro Galeazzo Bignami con tutta la sua struttura al Mit. In parallelo, siamo stati assistiti costantemente dal Mef, nella persona della responsabile del coordinamento legislativo del ministro Giorgetti, Daria Perrotta, oltre che del viceministro Maurizio Leo e del sottosegretario Lucia Albano, che hanno individuato le corrette coperture economiche. Per alcuni giorni abbiamo dovuto risolvere alcuni problemi ‘tecnici’ legati all’ammissibilità dell’emendamento, per i quali è stato determinante il lavoro svolto dal ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e dal capogruppo di FdI Tommaso Foti che ha coinvolto i colleghi della maggioranza, che hanno portato alla soluzione definitiva con l’emendamento approvato nella notte a firma dei tre relatori, Trancassini, Comaroli e Pella, che hanno raccolto l’invito dei parlamentari abruzzesi Guerino Testa, Nazario pagano e Alberto Bagnai, che hanno fatto un ottimo lavoro di squadra, mettendo insieme energie e competenze per il bene dell’Abruzzo.
Ora per il Consorzio industriale della Valpescara si apre una nuova esaltante stagione, si potranno valorizzare pienamente le centinaia di ettari destinati alla Zes e, una volta conclusa la procedura e sanati i debiti, si potrà finalmente ricondurre questo Consorzio all’interno dell’Arap, completando il percorso avviato anni fa e mettendo tutti i consorzi industriali in sinergia”, ha dichiarato il presidente Marsilio.