Inizia da oggi lo sciopero della fame, Giulio Petrilli, per il mancato risarcimento per l’ingiusta detenzione di sei anni
ORTONA DEI MARSI _ Giulio Petrilli subì ingiustamente anni di carcere preventivo, ma non gli fu riconosciuto il risarcimento. La sua “colpa” è quella di aver frequentato amici che appartenevano al gruppo armato di Prima Linea.
Oltre al grande problema del coronavirus che tutti viviamo, non si può rimanere in silenzio rispetto a un diritto inalienabile.
“Inizio da oggi lo sciopero della fame – comunica Giulio Petrilli – per avere dalla Presidenza del Consiglio una risposta sulla riparazione dei danni subiti per un’ingiusta detenzione dureata 6 anni. Nel rispetto totale della drammaticita’ del momento per il coronavirus che tutti stiamo vivendo in prima persona e con pieno senso di responsabilita’.
Mi sono offerto per tutti gli aiuti come volontario, sia nei miei luoghi che per i paesi piu’ colpiti del nord. Osservo che con questa emergenza si cerca giustamente anche di dare un aiuto economico a tutti coloro subiscono danni.
Il decreto governativo di pochi giorni fa va verso questa direzione ed e’ lodevole. Ma per coloro i quali hanno avuto un’ingiusta detenzione nulla?
L’ingiusta detenzione e’ un virus non dissimile dal coronavirus.
Mi trovo attualmente nella mia casa nativa di Ortona dei Marsi (L’Aquila) e anche qui, piccolo paese, e’ arrivato il corona virus,finora due casi, come nei comuni piu’ vicini: Pescina, San Benedetto, Collarmele ecc.
Pescina citta’ natale di Ignazio Silone e suo fratello Romolo Tranquilli, due grandi personaggi della storia del novecento.
Quindi vivo anche io questa emergenza.
Il 14 febbraio scorso sono stato a Palazzo Chigi, all’ufficio contenziosi della presidenza del consiglio, per essere ricevuto e avere una risposta sulla mia istanza per il risarcimento per ingiusta detenzione.
Solo telefonicamente ricevuto.
Mi hanno detto che piu’ di trasmettere al ministero della giustizia e avere una risposta non possono fare.
Ho nuovamente inviato l’istanza e tutta la documentazione al ministero della giustizia, ma come prima nessuna risposta.
Le ho provate tutte senza esito e quindi da oggi, sul mancato risarcimento per ingiusta detenzione, accusato di banda armata, durata sei anni, iniziero’ uno sciopero della fame per avere dal governo e dal Premier Conte una risposta sulla questione.
Il Premier per legge deve darmela.
Sono da venti anni che conduco questa battaglia.
Tanti riconoscimenti anche importanti, ma in concreto nulla.
Ora, con lo sciopero della fame voglio avere una risposta dalla presidenza del consiglio.
Hanno promesso di farlo, e’ anche un loro dovere , sono passati sei mesi dall’ufficializzazione della mia istanza del settembre 2019, inoltrata anche dall’ufficio contenziosi della presidenza del consiglio al ministero della giustizia il 2 ottobre 2019, ma ancora nessuna risposta.
Vorrei averla, negativa o positiva che sia, solo questo.
Mi rendo conto che il periodo e’ difficile per tutti, ma bisogna risolvere tutte le questioni, anche quelle piu’scomode come la mia vicenda.
Forse questa situazione di grande sofferenza per tutti dovrebbe indurre ad allargare la sensibilita’ anche ai problemi piu’ delicati.
Far riflettere di piu’ su tante cose, anche sul tema che pongo che non riguarda solo me .
La solidarieta’ dovrebbe allargarsi su vari campi.”