La Cantina Tollo celebra i trent’anni di Cagiòlo, il fiore all’occhiello del gruppo cooperativo teatino
ROMA – Racconta la storia e la magia di Abruzzo, ma anche l’evolversi del gusto degli enoappassionati, la verticale di nove annate del Cagiòlo, guidata dal sommelier Alessandro Scorsone e organizzata a Roma nella cornice di Spazio Niko Romito Bar e Cucina, dalla Cantina Tollo per il celebrare il trentennale del vino fiore all’occhiello del gruppo cooperativo teatino.
Casciòle è un termine abruzzese che indica la terra calcarea delle colline del territorio di Tollo.
Cagiòlo è, di conseguenza, il nome di questo Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva che per l’occasione si veste di rosso in una nuova confezione speciale.
Dal 1992, sottolinea il presidente di Cantina Tollo Luciano Gagliardi, “il nostro cru, il Cagiòlo, racchiude lo spirito della nostra realtà produttiva e del territorio di cui ci facciamo ambasciatori. Questo prodotto d’eccellenza ha superato la prova del tempo”.
“Alle radici del nostro successo – ricorda Andrea Di Fabio, direttore generale di Cantina Tollo – la strategia di sviluppo sostenibile testimoniata dal progetto ‘Vigneto Avanzato’ che ha introdotto una remunerazione per gli azionisti più vocati per certi vitigni basata su ogni ettaro lavorato secondo un protocollo condiviso, e non più su quintale/prodotto o sul grado zuccherino, stabilendo così una cultura della qualità nei vigneti.
Una filosofia che per il Cagiòlo in particolare si è concretizzata nel passaggio nel 2017 dalle barrique alle botti grandi, nel lavoro di zonazione con l’università di Milano, e nella riduzione della produzione a circa 25mila bottiglie per proporre al consumatore non più un vino austero e muscoloso ma di stile contemporaneo”.
Fondata nel 1960 oggi Cantina Tollo, con un export in 46 Paesi, è una delle realtà più importanti del panorama vitivinicolo italiano, con un fatturato 2020-2021 pari a 41,9 milioni di euro.
Annovera tre aziende l’azienda madre, Cantina Tollo appunto, Feudo Antico e Auramadre.
Complessivamente coprono una superficie vitata di 2700 ettari, coltivati da 700 viticoltori associati che producono in totale 14 milioni di bottiglie.
A partire dal 2016 i vini biologici sono tutti certificati vegani.