La classifica delle colombe di Pasqua: le migliori in vendita al supermercato secondo Gambero Rosso
Ed ecco che nel periodo di Pasqua torna sugli scaffali delle pasticcerie e della grande distribuzione sua maestà la Colomba, un dolce la cui storia affonda nei secoli e la cui produzione industriale si deve alla Motta che nel 1934, grazie anche alla direzione pubblicitaria e alla visione di Dino Villani, decide di non interrompere la produzione di lievitati natalizi creandone una versione primaverile da poter elaborare con gli stessi macchinari del panettone.
L’assaggio e i parametri di valutazione
I parametri di valutazione di una colomba non sono poi così lontani da quelli del panettone. Si apprezza una pasta soffice ed elastica, dalla leggera umidità, ma soprattutto che presenti un’alveolatura dalla forma più allungata che tondeggiante. Al tatto non dovrebbe sbriciolarsi nè resistere allo strappo, ma dovrebbe tendere a sfilacciarsi. Il naso dovrebbe rimandare alla qualità degli ingredienti di partenza prediligendo il burro buono e la qualità dei canditi che regalano l’aroma agrumato. Al palato, oltre che elasticità e sofficità, dovrebbe restituire i sentori olfattivi espressi al palato e in via retronasale.
Le migliori colombe da supermercato 2024 secondo Gambero Rosso
1 Galup
Tecnicamente la migliore. Alla vista si presenta con un’alveolatura non eccessivamente fitta e una pasta dal colore giallo e dalla consistenza giustamente elastica e soffice. Al naso la nota agrumata è ben bilanciata con quella burrosa e regala un profilo olfattivo elegante e non esuberante. Al palato la pasta soffice si combina bene con i canditi abbondanti e di buona qualità.
2 Tre Marie
Un profilo organolettico opulento e improntato sulla potenza aromatica quello della colomba della famosa azienda meneghina. All’aspetto si presenta dal colore giallo intenso, pasta compatta e alveoli fitti. Le sensazioni olfattive sono potenti e dominate dagli agrumi, per poi seguire con note ammandorlate e burrose. In bocca è giustamente umida e gode di buona scioglievolezza.
3 Motta
Com’è la colomba fatta da chi ha inventato la colomba industriale? Si conferma un prodotto valido dalla glassa omogenea e ben croccante e dalla pasta dall’alveolatura fitta. La trama aromatica è dominata dal sentore di mandorla seguito da una lievissima (quasi impercettibile) nota alcolica. Al palato si distingue per la mandorla ben tostata e per la coerenza con il profilo olfattivo. Peccato per il burro il cui profumo rimane troppo timido.
4 Bauli
Compattezza è la parola d’ordine del celebre marchio veronese. Compatta la glassa così come anche la mollica che presenta un’occhiatura fitta. Al naso emerge su tutto la nota di burro seguita da lievi sentori di vaniglia e agrumi sul finale. Al palato si distingue per la buon sapore delle mandorle che però non hanno la giusta consistenza, ma anche per la qualità dei canditi. Morso facile e gustoso grazie al burro avvolgente.
5 Melegatti
Alla vista si presenta con di colore giallo quasi paglierino, dalle tonalità un po’ scariche, ma anche molto compatta nell’alveolatura. Il profilo olfattivo si caratterizza per una nuance di pan carrè seguito da una delicata nota ammandorlata e di vaniglia. In bocca c’è buona coerenza con i sentori già espressi. La vivacità del morso è regalata prevalentemente dai canditi.
6 Maina
Di estrema compattezza soprattutto nella parte appena sotto la glassa. Poco espressivo il profilo olfattivo dominato da una leggerissima nota di burro sciolto. Al palato la masticazione non è di immediata scioglievolezza. L’aspetto positivo è legato ai canditi discreti e alle mandorle estremamente intense nel sapore.
7 Balocco
Alla vista regala più soddisfazioni che al palato con la glassa abbondante e omogenea che soddisfa l’occhio. L’olfatto è dominato da un aroma chimico di mandorla che è presente eccessivamente e domina la trama aromatica anche al palato. La bocca è abbastanza asciutta e si riesce a trovare uno spiraglio di luce nei canditi di discreta qualità e nella presenza di uvetta abbondante.
8 Paluani
Glassa uniforme, ma colore di un giallo molto scarico. Al naso si distingue per l’aroma di mandorla eccessivo che tende a coprire il resto. Il palato è dominato dal sentore ammandorlato e da una lievissima sapidità sul finale. Purtroppo il morso non è supportato da canditi di anche minima qualità.
Alla degustazione hanno partecipato Marzio Taccetti, Gabriella Ciofetta, Sonia Ricci, Stefano Polacchi, Indra Galbo.
Articolo del Gambero Rosso a cura di Indra Galbo