La “Cura Abruzzo” impugnata dal governo. Marcozzi (M5S): «Segnalati i problemi. Ma ha vinto la propaganda»
Marsilio risponde: «Contestazioni su aspetti marginali delle legge e già risolte»
L’AQUILA – Violazioni della Costituzione e mancanza di copertura finanziaria, con queste contestazioni il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Francesco Boccia , ha impugnato al legge Cura Abruzzo 1, della giunta di Marco Marsilio.
Un provvedimento che, se dovesse arrivare in porto, oltre alla brutta figura istituzionale, esporrebbe direttamente i cittadini abruzzesi ad una serie di conseguenze dovute alla impossibilità di adottare le misure previste in quella normativa.
Sul punto interviene la capogruppo del Movimento Cinquestelle in Consiglio regionale, Sara Marcozzi: «Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge Cura Abruzzo 1, quella che il centrodestra ha approvato nel Consiglio regionale di aprile in piena emergenza Coronavirus, perché in violazione con quanto previsto dalla Costituzione. Una notizia che non ci stupisce affatto, e che anzi va a confermare ciò che abbiamo ripetuto sia nel corso della seduta consiliare che durante le Commissioni competenti: alcune norme non avevano nessun tipo di copertura economica, e questo non è accettabile. Di fronte ai nostri moniti però – prosegue la Marcozzi – , la maggioranza Lega-FDI-FI ha preferito voltarsi dall’altra parte, portando avanti a testa bassa un testo che aveva vizi di forma chiari a chiunque. Per tutto l’iter di approvazione della legge, il Movimento 5 Stelle ha tenuto un comportamento leale e collaborativo, evitando ogni forma di ostruzionismo per portare sostegno economico agli abruzzesi il prima possibile e prepararsi ad affrontare le conseguenze delle chiusure per il Coronavirus. Proprio all’interno delle discussioni di merito, avevamo portato all’attenzione del centrodestra le falle clamorose presenti nella norma. Sarebbe bastato ascoltarci e lavorare con maggiore attenzione per evitare l’ennesima pessima figura istituzionale a cui la Giunta Marsilio costringe l’Abruzzo. Mi auguro – incalza la capogruppo Pentastellata – , ma temo che sia una speranza vana, che almeno ci venga risparmiato il solito ritornello di attacchi nei confronti del Governo, perché se c’è qualcuno con cui il Presidente Marsilio, i suoi Assessori e tutta la maggioranza dovrebbero prendersela, sono proprio loro stessi. Non è la prima volta che il Consiglio dei Ministri impugna un testo che hanno scritto, e credo che sia arrivato il momento di lasciare da parte i comunicati e concentrarsi sull’approfondimento dei testi che producono. Se mettessero in questo lo stesso impegno che ogni giorno spendono per attaccare il Presidente Conte, forse adesso l’Abruzzo avrebbe strumenti più efficaci per affrontare la crisi economica conseguente a quella sanitaria. Si assumano una buona volta le loro responsabilità – conclude la Marcozzi – e risolvano i problemi che loro stessi hanno creato. Ci sono tanti abruzzesi che stanno ancora aspettando, invano, qualche risultato da questa Giunta, ma finora sono arrivate soprattutto tante chiacchiere e tanta propaganda».
Il Presidente della Regione, Marco Marsilio, da parte sua, prende posizione sulla questione e parla di problemi affrontati e già risolti che riguarderebbero aspetti marginali della legge e punta il dito contro il Governo e le forze di maggioranza relativamente ad una presunta collaborazione istituzionale che per Marsilio in questo modo non è stata attuata. Questa la dichiarazione di Marsilio: «Quello che il Governo ha impugnato della Legge 9 sono in gran parte aspetti marginali e già risolti: le coperture per il microcredito sono state assicurate riprogrammando con delibera di Giunta i Fondi europei, le norme per i comuni (in particolare quelli delle zone rosse) sono state superate e assorbite nella Legge 10 di recente approvazione. Quanto alla norma sulla cosiddetta “pace legale” è ora di finirla con le relazioni e le bugie: nessuno intende “regalare”’ alcunché, tantomeno intende farlo alla sanità privata. La norma contiene precise ed esplicite clausole a salvaguardia dell’interesse pubblico e degli equilibri di bilancio. Le transazioni che eventualmente verranno accolte devono ‘convenire’ anche alla Regione oltre che al proponente, e possono essere erogate solo rispettando l’equilibrio di bilancio. Non ci obbliga nessuno ad accogliere le proposte pervenute, né a pagare centinaia di milioni senza battere ciglio per il solo fatto che qualcuno provi a chiederlo. Peraltro, sono i Dipartimenti e l’Avvocatura a fare l’istruttoria e a sottoporre alla Giunta una motivata risposta alle richieste, non i partiti o la politica. E nell’accogliere le proposte devono spiegare e dimostrare il beneficio per la Regione, che può consistere ad esempio nell’evitare di coltivare cause con precedenti casi di soccombenza e aggravio di costi per spese legali e interessi. Ritengo invece grave aver impugnato una norma coraggiosa e innovativa come quella approvata per combattere la cosiddetta “mafia dei pascoli”: su questo tema non solo non indietreggeremo ma porteremo il caso a livello nazionale ed europeo. Il Governo dica quali interessi vuole difendere, invece di aiutare le Regioni a respingere queste pratiche perverse. Per finire, non posso non lamentare il fatto che il Governo invia le osservazioni del Mef solo la sera del giorno 1, mettendoci in condizione di conoscerle solo il 3, per poi replicare con nuovi e ulteriori argomenti la sera del 4 pretendendo risposte per il 5 mattina, quando “puntualmente” il Consiglio dei Ministri impugna la legge. Non è esattamente quel che si dice una “leale collaborazione istituzionale”».