La decapitazione di Corradino di Svevia: crudeltà del vincitore o ragion di Stato? Lino Zaccaria indaga con il suo libro “L’aquilotto insanguinato”

….Avea la Sveva
Stella d’argento sul cimiero azzurro,
Avea l’aquila Sveva in sul mantello…

(Corradino di Svevia – Alerdo Aleardi)

Domenica 29 ottobre, presso la Sala Polifunzionale Comunale, si è aperto a Massa d’Albe, il quarto incontro del Progetto Abruzzo e la Marsica Medievale dal titolo CORRADINO IL GIOVANE PRINCIPE, VITTIMA DELLA RAGION DI STATO, ricorrendo oggi l’ anniversario della morte per decapitazione del rampollo svevo. 

Presenti il  Sindaco Nicola Blasetti,  il consigliere regionale Simone Angelosante, il consigliere Fondazione Carispaq Pierluigi Panunzi accolti dal presidente di Marsica Medievale, LORENZO FALLOCCO, ideatore del progetto e instancabile animatore della memoria medievale del territorio.

Relatore d’eccezione il prof. dott. Lino Zaccaria, autore del libro L’AQUILOTTO INSANGUINATO,  VITA AVVENTURE E MORTE DI CORRADINO ULTIMO RAMPOLLO DEGLI SVEVI  edito da GRAUS per la Collana I Coralli.

Gli interventi dei politici Blasetti e Angelosante hanno sottolineato l’ importanza dell’ incontro e dei suoi contenuti. L’ accento posto su un segmento della nostra storia che non può e non deve essere dimenticato; anzi, la conservazione di tale memoria apre non solo scenari culturali ma disvela scenari turistici di non poco conto soprattutto se si considera che ben altri 16 Comuni sono coinvolti nel progetto. Pescina è uno di questi e per il sindaco ha parlato Sergio Venditti, giornalista che ha curato tutta la comunicazione e l’impianto di Pescina capitale europea della cultura.

Fondamentali il marketing territoriale che permetta di aprire una comunicazione potente ed efficace che presenti questa terra come competitiva – insieme con partner qualificati e solidi referenti come la Fondazione Carispaq. 

Panunzi ha ripreso i concetti di Angelosante sul territorio e la sua importanza sullo scacchiere politico italiano e non solo, in epoca medievale.

L’intervento di Lorenzo Fallocco ha diretto i riflettori sulla presenza,  nel progetto, di tre nazioni: Francia Germania Città del Vaticano e di tre regioni Abruzzo, Lazio e Campania all’interno delle quali si dipanano due percorsi quello di Carlo, quello di Corradino che si incroceranno inevitabilmente ai Piani Valentini, dove avverrà la storica battaglia che vedrà la vittoria di Carlo d’ Angiò e la cattura e la decapitazione di Corradino di Svevia sulla piazza di Napoli. La visione di due video hanno ben reso la portata del progetto nei suoi aspetti storico-culturali.

Le parole di Lino Zaccaria riprendono il mito di Corradino; giovane rampollo della famiglia sveva che sarà presente, sul palcoscenico della storia per soli due anni. Aleardo Aleardi contribuirà con la poesia, dedicata proprio a Corradino, di chiaro stile risorgimentale, ad alimentare il mito di questo re del quale oggi si tenta una disamina critica delle condizioni che portarono alla sua cattura e alla sua esecuzione: poteva essere salvato? E il nobile Frangipane tradì veramente?

In realtà non poteva esserci diversa soluzione; solo un anno prima era stato acclamato a Roma ma furono proprio i suoi acclamatori ad abbandonarlo e, insieme con loro, anche Frangipane. Papa Clemente IV – che forse avrebbe potuto compiere il gesto magnanimo – in realtà, dopo aver messo sul trono Carlo d’Angiò, si disinteressa del destino di Corradino non nascondendo né a sé né a Carlo che se Corradino fosse mai vissuto, sicuramente avrebbe applicato la stessa pena a Carlo; inoltre, il papa non può dimenticare i lunghi anni di opposizione degli svevi al papato e per Carlo, lasciarlo vivere equivaleva a porsi sul capo una spada di Damocle che da un momento all’altro sarebbe potuta cadere.

Frangipane, che pure era stato sostenitore di Federico II,  dal canto suo ospitò sì Corradino in fuga ma poi, lo arrestò e lo consegnò a Carlo

Dunque, una dura e inesorabile necessità politica la morte di Corradino,  come mestamente  ritiene anche Benedetto Croce.

Il processo cui Corradino fu sottoposto insieme con i suoi compagni d’armi, pare svolgersi in un clima di rispetto formale  e così, fu dato mandato alla decapitazione. Ma il libro pone alcuni interrogativi: i rappresentati di svariate città del napoletano erano qualificati ad emettere la sentenza? Erano sufficientemente autonomi e indipendenti per decidere? Avrebbe potuto Carlo decidere autonomamente di decapitare il suo nemico?

Certamente la sentenza venne eseguita e Corradino decapitato in Piazza Mercato a Napoli. Nella chiesa  del Carmine  sono ospitate le ossa del re svevo, contenute in un monumento funebre ordinato da Massimiliano di Baviera. Ancora storie si legano alla triste vicenda del re Corradino che si potranno scoprire leggendo il libro di Lino Zaccaria L’AQUILOTTO INSANGUINATO,  VITA AVVENTURE E MORTE DI CORRADINO ULTIMO RAMPOLLO DEGLI SVEVI.

LINO ZACCARIA – nato nel 1946. Laureato in Giurisprudenza, diviene giornalista professionista e per oltre quaranta anni è redattore capo presso il Mattino di Napoli; passa poi vicedirettore de La Discussione e dal 2019 è direttore editoriale di Napoli quotidiano. E’ stato consigliere di amministrazione dell’Inpgi, consigliere nazionale dell’OdG, presidente del Corecom Campania e docente al Master di giornalismo all’Università S. Ordola Benincasa. Autore di numerose pubblicazioni professionali e di due studi, uno sull’anonimato nella letteratura Elena Ferrante, chi era costei? E l’altro sulla storia di Corradino di Svevia, entrambi editi da Graus Edizioni.