“La fine è il mio inizio”. Storia di Alba Fucens, dalla caduta dell’Impero romano all’inizio dell’Alto Medioevo

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ALBA FUCENS – Continuiamo nel nostro viaggio all’interno della storia di Alba Fucens. La quarta tappa di questo nostro peregrinare tra le pagine storiche ed i resti archeologici di questo immenso gioiello storico della Marsica ci porterà a scoprire la decadenza della città e l’inizio di una nuova vita.

“La Fine è il mio Inizio” la frase del libro del grande giornalista italiano Tiziano Terzani, che abbiamo posto a titolo di questo articolo, ci può ben spiegare il periodo che Alba Fucens passò a seguito della caduta dell’Impero romano d’Occidente e l’inizio di una nuova vita: d’altronde dopo la notte viene sempre l’aurora. Siamo nel 537 d.C, Alba Fucens era una città che letteralmente stava morendo vuoi per le incursioni dei barbari e vuoi per i terremoti. Tra i pochi abitanti che erano rimasti in città si cominciava ad ascoltare parole in greco e tutto ciò era dovuto alla presenza di 800 soldati bizantini, comandati da Giovanni figlio della sorella di Vitaliano, che stavano lì per guardare le spalle al grande generale bizantino Belisario che stava in Roma (appena strappata ai Goti). Fu l’ultima volta che Alba Fucens venne menzionata come grande città. A tal proposito Procopio da Cesarea nel II capitolo della Guerra Gotica scrisse: “In processo di tempo Belisario, vedendo Roma abbondante di truppe lì schierò nei dintorni, a qualche distanza dalle mura. E spedì Giovanni, figlio della sorella di Vitaliano a svernare con 800 uomini ad Alba città del Piceno”.

La chiesa di San Pietro in Albe vista dallo scavo (Foto Americo Tangredi)

L’unica autorità certa e fortemente presente nel territorio era quella religiosa, una presenza che restò accanto al popolo in tutti i suoi momenti. Ciò che restava dell’agglomerato umano dell’antica città si spostò sull’acropoli della città, il colle San Nicola, dove successivamente si organizzò il nucleo di Alba medievale: un borgo che rimarrà in vita fino al 13 gennaio del 1915. Comunque, la presenza cristiana ad Alba Fucens è anche attestata dal rinvenimento di una chiesa o cappella posta all’interno dello scavo. Siamo all’angolo nord del portico della basilica, ove si erge una struttura religiosa a pianta rettangolare con abside all’estremità. La chiesa è fatta con materiale di recupero e quindi la possiamo collocare nei primi momenti dell’Alto Medioevo (dal 476 d.C ovvero la caduta dell’Impero romano d’Occidente sino all’anno 1000).

La planimetria della chiesa in questione (foto presa da google maps)

Tutt’ora l’impronta cristiana è parte del tour che i numerosi turisti compiono nel visitare lo scavo di Alba Fucens: e sto parlando della meravigliosa chiesa di San Pietro. Eretta dalle ceneri di un antico tempio pagano dedicato ad Apollo venne “ricostruito” dai monaci benedettini provenienti dall’abazia di San Clemente da Casauria (nei pressi di Torre dè Passeri in provincia di Pescara). I monaci, oltre nel ricomporre l’aspetto religioso curarono anche il ripristino di numerose strutture. Di tale possesso abbiamo un documento dell’866 d.C in cui l’imperatore Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, concede l’ex tempio pagano ed il territorio contiguo ai monaci benedettini. La chiesa che tutt’ora noi possiamo osservare è frutto della ricostruzione, a seguito del terremoto del 1915, da parte della squadra capitanata dallo storico dell’arte Raffaello Delogu negli anni ’50. Ciò che conquista il turista nel visitare la chiesa è il prezioso ambone in stile cosmatesco.

Anne Macdonnel, viaggiatrice inglese dei primi anni del ‘900, nel suo scritto dal titolo “Negli Abruzzi” descrive così la visita presso l’antica chiesa di San Pietro: “(parlando della guida turistica) Invero egli ci ha portato in un posto singolare e magnifico. Persino quei puristi che dinanzi alla fusione di elementi architettonici incongrui restano senza fiato, in questo luogo devono respirare profondamente e fermare di fronte alla storia che vi è scritta in modo vivo ed inciso in ogni suo capitolo. Neanche il Pantheon di Roma stili e periodi in contrasto tra loro hanno osato coesistere in modo così audace come accade in questo luogo”.

L’ambone cosmatesco della chiesa di San Pietro in Albe (foto di Americo Tangredi)

La quinta tappa del nostro viaggio ci porterà ad assaporare la storia dell’Alba medievale, facendo una particolare sosta dinanzi al castello Orsini che tutt’ora si erge sulla vetta più alta del colle di San Nicola.

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