La pietra della Maiella nella scultura contemporanea: a Lanciano mostra su Guglielmo Giuliante, ultimo grande maestro scalpellino

La pietra non ammette errori; la pietra conserva la memoria; la pietra racconta di vite e di Vita.

Ben lo sapeva il Maestro scalpellino Guglielmo Giuliante, ultimo della sua arte, che a Pennapiedimonte ha lasciato una stupenda eredità e una straordinaria produzione artistica. Nato nel 1914, insieme al padre Raffaele e al nonno Pio, ha proseguito una tradizione artigiana iniziata nel 1850 con l’iscrizione alla Camera di Commercio dapprima con il Regno delle Due Sicilie e successivamente con il Regno d’Italia. Egli ha lasciato un segno indelebile nella lavorazione della pietra, riuscendo a creare opere che, per la loro bellezza e valore, oggi sono diventate patrimonio del territorio.

Affinché le pietre continuino a narrare le loro immobili e cristallizzate storie e il lavoro compiuto da Guglielmo continui ad essere ri-scoperto e valorizzato, il figlio Raffaele, architetto che vive a Pescara e che a Lanciano, ha allestito la mostra “LA PIETRA DELLA MAIELLA NELLA SCULTURA CONTEMPORANEA”, ancora in svolgimento sotto le arcate del Diocleziano, dove ha raccontato, con una serie di gigantografie, il padre e la sua storia artigianale-artistica.

Feconda e di alto livello artistico, la produzione di Giuliante, le cui opere di maggior pregio di Guglielmo Giuliante sono custodite nella chiesa madre dei Santi Silvestro e Rocco a Pennapiedimonte. Un trittico – che ricomprende il fonte battesimale e due acquasantiere – costituiscono un capolavoro in cui si uniscono la composizione degli elementi e dei soggetti rappresentati, la decorazione effettuata con elementi tecnici coerenti e la simbologia, che rimanda a concetti più alti e pieni ma intuibili e fruibili dal visitatore; un Angelo custode, presente all’interno della fonte battesimale, è rappresentazione altamente suggestiva e di profonda ispirazione filosofica.

Un quarto elemento, sempre opera del Maestro Giuliante, si trova all’esterno, sulla facciata del campanile; è un altorilievo dell’Angelo della Divina Misericordia, portatrice di benessere, simbolo di fertilità e abbondanza; due cornucopie eseguite in simmetria, vogliono rappresentare l’unione armoniosa tra sacro e profano. All’interno, l’opera di un altro grande scalpellino, Pierino De Virginiis; l’altare, che testimonia la forte tradizione della scultura della pietra e della scuola che attorno ad essa si andava sviluppando, aggiunge valore al patrimonio artistico locale.

Nel corso della sua esistenza, Giuliante ha prodotto  opere significative per enti civici e religiosi come confermano – per la lavorazione della pietra –  l’edificio della Camera di Commercio di Chieti su Corso Marrucino e il rosone della chiesa di Miglianico e negli anni Cinquanta ha iniziato ad utilizzare, oltre la pietra, anche  il marmo e il granito. Ma la produzione del Maestro è andata ben oltre i confini nazionali: una sua scultura in granito rosa Baveno, si trova presso il Cimitero Canadese;  ha realizzato lavori in Europa e America e  opere per artisti locali e nazionali: “Multipli” per Mimmo Rotella in giallo di Siena; il cuore di pietra per Sandro Visca; sculture per Ferdinando Gammelli e Giuseppe Di Prinzio.

Numerosi i riconoscimenti e i premi conseguiti da Guglielmo al quale sono stati  riconosciuti estro, e alta capacità progettuale e operativa che che lo hanno portato a superare la tradizionale figura dello scalpellino per approdare a quella di maestro d’arte e scultore. La Presidenza della Repubblica gli ha conferito la prestigiosa nomina di Cavaliere del Lavoro con medaglia d’oro, un riconoscimento del suo contributo all’arte e alla cultura italiana.