La Processione del Cristo Morto a Celano: devozione e tradizioni
di Gianvincenzo Sforza (Cultore e appassionato di storia locale)
CELANO – Con la Domenica delle Palme a Celano iniziano i riti legati alla Settimana Santa che i celanesi vivono intensamente da secoli. Le sei Confraternite Pio Laicali presenti a Celano concludono proprio nella Settimana Santa il loro ciclo quaresimale che le ha viste impegnate nell’organizzare, in ogni chiesa di loro riferimento, la Via Crucis.
Nell’antica chiesa di Sant’Angelo la consueta cerimonia che ricorda la Passione e Morte del Redentore si arricchisce di un ulteriore elemento: “La Desolata”. Questa funzione consiste nel recitare e cantare i momenti salienti che portarono Gesù sulla Croce.
Suggestivo elemento tradizionale celanese da secoli, ‘’La Desolata’’ è cantata dai confratelli dell’Arciconfraternita del Sacro Monte di Pietà che, dal XVI secolo, amministra proprio la chiesa di Sant’Angelo.
La funzione, che offre la rappresentazione vivente del dolore di Maria desolata per la morte del figlio, si arricchisce delle note che l’antico organo settecentesco di Fedeli Da Camerino (perfettamente funzionante) che libra nell’aria densa di commozione da parte degli astanti che, fino a notte tarda, seguono l’evento.
Il momento più intenso della Settimana Santa, comunque, è la processione del Cristo Morto che dalle tre del pomeriggio di Venerdì Santo si snoda per le vie della città, percorrendo le strette stradine del Centro Storico.
I fedeli, in conseguenza dell’impossibilità dell’uso delle campane che rimangono ‘’legate’’ fino alla resurrezione del Redentore, vengono convocati alla funzione processionale dalla ‘’Scurcola’’, manufatto di legno con una impugnatura e un ferro ricurvo lavorato che battendo sullo stesso legno su cui è fissato provoca un rumore particolare.
Le Confraternite, in un ordine di posizionamento preordinato, sfilano con i loro santi e figure legate al Vangelo e alla tradizione cristiana consolidata.
Queste figure santifiche in legno scolpito, portate a spalla dagli stessi confratelli della congrega di riferimento, precedono la Cassa ottocentesca di prezioso cristallo ornata di profili d’orati con il simulacro del Cristo Morto solennemente portata a spalla dai membri della Confraternita del Santissimo Sacramento.
A ricordo del Sacrificio di Gesù, nella Processione sfilano anche Croci in legno nero ornate dei simboli della Passione e morte di Gesù. Il Coro, composto da cantori volontari del luogo, diffonde lungo tutto il percorso le note legate al Miserere.
Compongono il corteo processionale, oltre al clero, bimbi e bimbe che indossano vestitini da angioletto con ali posticce, fanciulle raffiguranti la Madonna Addolorata e altri personaggi evangelici. Lungo il percorso, principalmente nelle strette stradine della zona antica della città, ardono bracieri accesi che, alimentati dai fedeli, bruciano incenso i cui fumi si diffondono nell’aria.
La Processione, che sosta lungamente nel piazzale antistante la chiesa conventuale di Santa Maria di Valleverde, dopo circa tre ore rientra nella chiesa di San Giovanni dove ne è uscita.
A tarda sera, sempre nella chiesa di Sant’Angelo, l’ultima recita della ‘’Desolata’’ che si protrae per tutta la notte e fino all’alba.
La solennità del venerdì, preceduta dalla ‘’Visita ai Sepolcri’’ allestiti in tutte le chiese della città, apre alla solennità della Domenica di Pasqua con l’esposizione dell’effige del Risorto nei luoghi sacri e monumentali di Celano.
Foto di proprietà dell'”Archivio Sforza” gentilmente concesse a Espressione24