La “Rosa del Partigiano”: le vite dei 33 martiri di Capistrello nell’opera del Liceo Artistico “Bellisario” di Avezzano
Il monumento sarà installato nel giardino retrostante al Castello Orsini
AVEZZANO – Un muro che, colpito dall’ira frantumatrice di 33 spari di fucile, si disgrega esattamente in 33 pezzi.
Gli studenti e le studentesse del Liceo Artistico “Bellisario” della città di Avezzano hanno presentato questa mattina il progetto del monumento artistico che stanno ultimando per commemorare la brutale strage di Capistrello, compiuta il 4 giugno del 1944 dai nazisti.
33 uomini, 33 pastori, vennero uccisi freddamente, con un colpo di arma da fuoco sparato sulla nuca, uno dopo l’altro.
“Attraverso la conoscenza si perviene alla nascita di un mondo altro, simboleggiato dalla rosa che si innalza con il suo esile stelo”: questo il significato racchiuso nel metallo dell’opera.
Una “lapide” artistica che nasce dall’esigenza del racconto degli studenti della sezione Metalli del Liceo Artistico della città, coadiuvati in questa esperienza formativa dai loro insegnanti.
È stata l’ANPI Marsica, rappresentata in questa occasione da Augusto Di Bastiano, a voler fondere presente e passato, con l’ottica di preservazione di quel ricordo struggente.
«Questa lodevole iniziativa vuole essere anche un omaggio ad un grande combattente delle nostre terre, Antonio Rosini, presidente onorario dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e uomo dallo sguardo colmo d’esperienza, puntato però al futuro, – ha detto Augusto Di Bastiano – un uomo che ha saputo essere in vita un testimone insostituibile delle storie spezzate dei 33 martiri di Capistrello.
L’opera verrà posizionata all’esterno del Castello Orsini, come concordato a suo tempo con il Sindaco Di Pangrazio.
Per il Comune di Avezzano, stamattina, erano presenti gli assessori Patrizia Gallese e Roberto Verdecchia. «Il passato ci insegna che la libertà non ha prezzo», ha detto la Gallese.
Il professor Giuseppe Cipollone, uno dei docenti che ha accompagnato gli studenti nella creazione dell’opera ha sottolineato “lo straordinario senso che viene narrato con l’ausilio dell’arte”.
Un fucile spezzato al centro, dal quale emerge prepotente e onnicomprensiva la rosa della libertà: gli echi della violenza, che è senza tempo, si propagano nello spazio con cerchi concentrici.
«Gli alunni hanno dimostrato nella realizzazione dell’opera un’evoluzione tecnica che simboleggia l’evoluzione spirituale dell’essere umano.
La guerra, ed è questa la chiave d’interpretazione finale, conduce con sé sempre una condizione peggiore», ha aggiunto invece la docente Giuseppina Pilla. Il lavoro dei ragazzi è stato seguito con attenzione dalla professoressa Stefania Ferella.
È, quindi, dalla crepa della guerra che prende vita il racconto dell’evento tragico, la narrazione luttuosa, immolata all’altare della vita che finisce e che diventa immortale.
«Questo monumento celebra l’importanza dei segni. Anche il monumento presente in Piazza Corbi è stato realizzato dai giovani talenti di questa scuola – ha dichiarato l’assessore Roberto Verdecchia – .
È sempre stata volontà di questa amministrazione investire nei monumenti, che richiamano al ricordo e alla riflessione sul presente.
Agli studenti dico: andate in Valle Roveto, visitatela; è una terra che storicamente ha testimoniato una caparbia capacità di resistenza con i 33 martiri e con i fratelli Durante, catturati con l’inganno.
L’Ucraina da noi è lontana solo fisicamente: gli echi di quella guerra li ascoltiamo anche qui: noi combattiamo per la libertà in ogni epoca e questo è un insegnamento che, se sostenuto da simboli di materia, non si perderà».
«La storia orribile dei 33 martiri, il loro altissimo sacrificio per la patria, verrà raccontata anche attraverso le tappe del Cammino dell’Accoglienza – ha ricordato Carlo Komel, Presidente del Cammino – .
Il Liceo Artistico ha pensato a questo monumento addirittura prima dell’invasione dell’Ucraina: tristemente la storia si ripete, maestra di vita e di errori. I messaggi di cui è intrisa l’opera sono chiari e diretti: la guerra è atroce e disumana e sempre in agguato».