La Sevel di Atessa lascia a casa quasi 80 lavoratori. La denuncia del Partito Comunista Abruzzo
ATESSA – Quasi 80 lavoratori, occupati a vario titolo nello stabilimento Sevel di Atessa, non rientreranno al loro posto.
Lo afferma e denuncia il Partito Comunista Abruzzo, all’indomani della comunicazione, da parte della direzione aziendale, che 47 lavoratori in somministrazione non rientreranno nei loro posti e faranno spazio ad altrettanti lavoratori dello stabilimento di Cassino, da anni in Cig. Inoltre 29 interinali della ditta delle pulizia, saranno licenziati perché la Sevel ha ridotto gli orari di pulizia. Insomma, una vera e propria guerra fra poveri che ha indotto il Pc Abruzzo a rendere pubblica la denuncia.
«In S.E.VE.L. non verranno rinnovati i rapporti di collaborazione a 47 lavoratori in somministrazione (saranno, in altre parole, licenziati) dopo mesi passati a fare sacrifici in nome della produzione e a coltivare speranze sul futuro. Questi giovani – si legge nella nota del Partito Comunista Abruzzo – si sono visti chiudere in faccia le porte dello stabilimento da un giorno all’altro. Al loro posto verrà collocata, in trasferta, una cinquantina di lavoratori già dipendenti del gruppo e in forze allo stabilimento di Cassino, afflitto da una C.I.G. ormai cronica.
Le leggi e il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (il cosiddetto contratto Fiat) lo permettono. Le motivazioni che il Partito Comunista individua dietro queste scelte sono riconducibili ai tentativi di efficientamento del gruppo Stellantis da conseguire con il mantenimento della “pace sociale” nelle realtà meno produttive- prosegue il documento – , offrendo il temporaneo ricollocamento negli stabilimenti più produttivi, e con il taglio dei costi. Infatti, cosa di cui nessuna organizzazione sindacale ha parlato in queste ore, oltre ai 47 lavoratori addetti alla produzione, resteranno a casa, licenziati, anche 29 interinali della ditta Atlas che si occupa dei servizi, perché S.E.VE.L. ha deciso di ridurre la frequenza delle pulizie nello stabilimento nonostante la pandemia continui a mietere vittime.
Il Partito Comunista, partendo dalla critica al sistema capitalista e nella consapevolezza che le aziende perseguono la logica del profitto, si chiede quale logica perseguono i partiti presenti oggi in Parlamento e quale sia l’operato di alcune organizzazioni sindacali presenti in Stellantis, INCAPACI (e/o impossibilitate) di proclamare uno sciopero in segno di solidarietà ai lavoratori licenziati. Il Partito Comunista – va avanti la nota – vuole, invece, perseguire la logica della tutela del lavoro e dei lavoratori, soprattutto in questo periodo, dove i lavoratori saranno tartassati dalla macelleria sociale che il Governo Draghi si appresta a fare. Le innovazioni tecnologiche hanno ridotto i tempi di produzione dei prodotti ma di questo se ne appropriato solo il Padrone. La RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO A PARITÀ’ DI SALARIO – conclude il comunicato del Pc Abruzzo – oltre ad avere il carattere sociale della redistribuzione (seppur minima) della ricchezza di cui i padroni si sono sempre impossessati significa anche LAVORARE MENO – LAVORARE TUTTI – LAVORARE MEGLIO», Giuseppe Redondi – Responsabile Lavoro del Partito Comunista – Abruzzo.