La solitudine nel cimitero aquilano
L’AQUILA – Oggi, 1 Novembre all’Aquila e nel resto d’Italia, viene commemorata la giornata dei Santi, una data scelta secoli fa da Papa Gregorio e che solo nel’835 papa Luigi pio decretò festa di precetto.
Il 1° novembre quindi, è la giornata dedicata ai santi, martiri e più comunemente definita celebrazione dei morti. Benché sia di origine cristiana, da decenni ha assunto anche valore civile, concedendo il riposo a tutti i lavoratori.
Quest’anno, in particolare, con l’emergenza Covid-19, all’interno del cimitero sono state stabilite delle norme. Difatti, il Comune, nei giorni scorsi, ha autorizzato l’apertura del cimitero per l’intera giornata, provvedendo all’inserimento della Polizia locale, e vigilanza all’entrata, in modo tale da sorvegliare la situazione e rendere la massima sicurezza.
Il Comune, inoltre, ha richiesto a tutti i cittadini di andare a trovare i propri cari anche nel giorno precedente o successivo a quello della festa, onde evitare affollamenti. Non è un caso quindi, se nel primo pomeriggio, entrando nel cimitero, dinnanzi ai nostri occhi si è svelato uno scenario nuovo, completamente diverso da quello degli altri anni, dove una moltitudine di famiglie, si recavano a trovare i loro famigliari e porgere un fiore.
Il cimitero appare solitario, pochissime famiglie, una forse due, qualche passante, e il più totale silenzio. Poi, all’improvviso un lamento, prima lieve e poi più acuto; A pochi metri una signora è china sulla panchina. “Tutto bene cara?” le chiediamo, “Guardate che tristezza, c’è cosi tanta vita e siamo qui a cercare di non morire, a combattere tutti i giorni con il Coronavirus, che ha portato via molte vite, e oggi ha impedito ai famigliari di riunirsi con chi purtroppo non c’è più, o meglio c’è ma in un’altra parte”; “Nell’anima – le diciamo . non li abbiamo abbandonati signora, nemmeno oggi; se lei li sta pensando è perché loro sono dentro la sua anima”.
Questo racconto vuole essere un messaggio per tutti, per poter essere oggi più forti e domani più uniti, per poter un giorno tornare al cimitero senza la paura della morte stessa che sta scuotendo il Coronavirus.