La “Via Verde” deve rimanere pubblica e ambientalmente sostenibile!
Chieti – Quarantadue tra operatori economici, Associazioni e Comitati del territorio scrivono alla Provincia di Chieti: la Via Verde deve rimanere pubblica e ambientalmente sostenibile!
Tantissimi cittadini indignati per i bagni di cemento vista mare a conferma della nostra preoccupazione sui contenuti della proposta di Regolamento.
Trapelata la bozza di Regolamento per la gestione della Via Verde approntata dalla Provincia di Chieti, quarantadue operatori turistici/agricoli del territorio assieme ad Associazioni e Comitati si sono confrontati e
hanno deciso di intervenire, preoccupati da quanto emerge dalla lettura del documento che, sebbene come proposta, assume una grande rilevanza in quanto andrà a decidere il futuro sviluppo della Costa dei Trabocchi.
Una preoccupazione che appare ancora più fondata dopo la vera e propria ondata di indignazione di tantissimi cittadini che in queste ore sui social stanno protestando a gran voce contro i bagni in cemento vista mare in
corso di realizzazione (nelle immagini quello in costruzione a Fossacesia, addirittura lato mare e con tanto mega scalinata).
Un servizio ovviamente necessario per i turisti che non può trasformarsi in un pugno nell’occhio controproducente, privo a nostro avviso di quella qualità che deve contraddistinguere qualsiasi intervento, a testimonianza della delicatezza della vicenda, della vulnerabilità dei luoghi e della necessità di avere regole stringenti e una pianificazione attenta e partecipata per conservarne la bellezza.
Si è deciso quindi di inviare una lettera alla Provincia di Chieti e per conoscenza ai Comuni della Costa dei Trabocchi, alla Regione Abruzzo e alla Sovrintendenza all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio, chiedendo di
tenere in conto quanto scaturito dal confronto, prima di redigere qualsiasi regolamento. In particolare si suggerisce e chiede:
– di avviare un percorso condiviso con il territorio per la definizione del programma secondo quanto previsto dall’Art.4 comma 2 della legge regionale 5/2007;
– di rispettare e attuare integralmente la Legge Regionale 5/2007, tuttora unico strumento in essere per garantire una gestione coerente con la tutela di quel tratto costiero e che individua la Via Verde come elemento infrastrutturale indispensabile di collegamento tra le riserve regionali,
sottoponendola agli stessi vincoli di un’area protetta regionale;
– mantenere pubblica la gestione del corridoio verde, per scongiurare il pericolo di trasformare questa infrastruttura nella sommatoria di tanti piccoli monopoli fondati sulla rendita di posizione del proprio orticello.
Tutti gli operatori economici e sociali devono poter accedere ad un progetto unitario coerente di sviluppo, con chiari limiti temporali e spaziali di utilizzo dello spazio pubblico e vincoli legati alla tipologie di attività che si vogliono sviluppare, nell’ambito di un’idea forte e unitaria del territorio;
– analizzare e valutare altre forme di collaborazione pubblico/privato in una ottica di gestione, che possa garantire in modo più adeguato il perseguimento dell’utilità pubblica, oltre a permettere il maggior coinvolgimento di giovani;
– individuare, prima di ogni ulteriore strumento amministrativo, una visione strategica di sviluppo, tutela e promozione della Costa dei trabocchi, anche in relazione alla connessione con le aree interne, a livello provinciale e regionale, in grado di rispondere alla complessità del
mondo attuale e capace di programmare e pianificare il futuro secondo le lenti irrinunciabili dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile;
– effettuare un’attenta analisi e raccolta dati statistici e di censimento (economici, sociali e storico-archeologici-ambientali), a più livelli (locale, provinciale, regionale, nazionale e internazionale) dai quali partire al fine della pianificazione e della regolamentazione del territorio in questione;
– esplicitare vincoli chiari che definiscano la sostenibilità e l’ammissibilità delle attività consentite, dato che la qualità dello sviluppo, anche turistico, è strettamente influenzata da come si coniugano economia, questioni sociali e rispetto del patrimonio storico-archeologico-ambientale.
La lettera si conclude con un appello alle coscienze di tutti: “abbiamo un’ultima possibilità per cambiare visione del mondo e cercare di favorire, anche nella costa dei Trabocchi, quel percorso che consenta alle future
generazioni di poter vivere dignitosamente su questa Terra. Non possiamo più permetterci di fare scelte e azioni sommarie e limitate a piccole utenze di riferimento. Dobbiamo smetterla di agire pensando solo a breve
termine e in visione emergenziale, per poi ritrovarci a dover pagare sanzioni, come nel caso della recente procedura di infrazione che l’Europa ha recapitato all’Italia per le concessioni balneari, che costituiscono un
esempio lampante di svendita ai privati del demanio pubblico”.