L’acqua del Fiume Giovenco a rischio.
Pescina – A distanza di un anno dall’infuocata assemblea pubblica nella città siloniana, che portò il Consiglio comunale – su proposta dell’allora Sindaco Stefano Iulianella – all’approvazione di un documento tecnico ben strutturato contro la captazione dell’acqua a monte della Città di Pescina, sulla vicenda non sembra calato il sipario, anzi, tutt’altro.
Giovedì scorso infatti, in II^ Commissione del Consiglio regionale d’Abruzzo, la maggioranza ha chiesto l’inserimento di una risoluzione “fuori sacco” (non all’ordine del giorno) e ne ha chiesto l’immediata votazione. Una mossa insolita che ha fatto saltare sui banchi le opposizioni, che non hanno neanche avuto modo di esaminare il contenuto del documento e che, dopo le forti proteste nei confronti della Presidenza, hanno abbandonato l’Aula.
Nel merito, la risoluzione n. 26/2 del 4.2.2021 – a firma dei Consiglieri regionali Simone ANGELOSANTE (LEGA), Mario QUAGLIERI (Fratelli d’Italia) e Antonietta LA PORTA (LEGA) – revoca la precedente risoluzione 18/2 del 25.02.2020, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale su proposta di Silvio Paolucci, il cui obiettivo prioritario era quello di sviluppare una ulteriore ipotesi del progetto stralcio che non preveda la derivazione dell’acqua a monte dell’abitato di Pescina.
Ricordiamo ai nostri attenti lettori che, nel progetto realizzato dall’ARAP e dal Consorzio di Bonifica, pubblicato nel febbraio 2020, la portata mediamente disponibile per la captazione dalle acque del Giovenco è valutata tra i 490 l/s nelle stagioni scarse e i 600 l/s in quelle ordinarie. Un vero e proprio fiume d’acqua è il caso di dire!
Sul favorevole accoglimento dell’intero Consiglio regionale dell’atto d’indirizzo per superare il problema sollevato dagli abitanti bagnati dalle acque della Valle del Giovenco, la situazione sembrava essersi risolta favorevolmente, in attesa delle modifiche progettuali funzionali a stralciare, tra le fonti di alimentazione individuate per servire le superfici irrigue di progetto, quella individuata lungo il fiume Giovenco dall’esistente opera di presa tra Pescina e Ortona dei Marsi.
Oggi, invece, bruscamente, a distanza di pochi mesi dal voto del documento contro la captazione dell’acqua lungo il fiume Giovenco, la Regione cambia idea e sembra fermamente decisa a portare avanti il progetto che, nel febbraio 2020, ha fatto infuriare i cittadini della Valle del Giovenco.
Sulla vicenda, l’unico rappresentante Istituzionale intervenuto sul tema è il Consigliere Silvio Paolucci (Partito Democratico), che sulla propria pagina social, nel denunciare quanto accaduto, avverte:
“Ci sembra di rivivere alcuni passaggi di Fontamara, celebre romanzo di Ignazio Silone, nel quale Don Circostanza prende per mano i fontamaresi e giunge a un accordo vantaggiosissimo per loro: l’acqua del ruscello verrà dirottata per 3/4 ai terreni dell’Impresario e i 3/4 dell’acqua che rimane resterà a Fontamara” e chiede che la Giunta regionale “trovi una rapida soluzione per non mortificare la Valle del Giovenco e per accelerare la realizzazione di questa infrastruttura strategica per l’intero Abruzzo, partendo dal ripristino dei 46,5 milioni cancellati”.
Silvio Paolucci
L’accenno di Paolucci alla risorse cancellate è un chiaro riferimento alla scelta operata dalla Regione nel mese di agosto 2020 di riprogrammare i 50 mln di euro, a causa dell’emergenza in corso, per un importo pari a 46,5 mln di euro per finanziare le misure anti Covid19, con l’impegno di rimpinguare il capitolo nel ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027, lasciando solamente i 3,5 mln di euro per la progettazione.
Uno stato di progettazione che, dopo lo studio di fattibilità contestato, sta per entrare nella fase calda per la quale il soggetto attuatore si appresta a concludere la procedura di affidamento dei servizi di progettazione definitiva ed esecutiva, compreso il coordinamento della sicurezza in progettazione ed esecuzione e la direzione operativa per l’intervento.
Nella Città di Pescina ed in tutta la Valle del Giovenco, intanto, le persone più anziane, che hanno combattuto negli anni ’80 la battaglia per salvare il fiume Giovenco dalla deviazione in favore della Valle dell’Amplero, primo tentativo di realizzare un impianto irriguo nel fucino, giurano che non staranno a guardare e che sono pronti a difendere con le unghie e con i denti il sacro fiume Giovenco che dà il nome all’omonima Valle.
Ovviamente, così come abbiamo fatto in passato, seguiremo con particolare attenzione gli sviluppi di questa vicenda che si preannuncia infuocata e che forse meriterebbe un maggior confronto, per addivenire ad una soluzione che metta d’accordo le comunità locali ed il mondo agricolo che da troppi anni attende quest’infrastruttura strategica.