L’Aquila: Polemica buoni spesa. La Cgil contro Biondi: «La sua una politica discriminatoria e divisiva. Riprenda la consegna»
L’AQUILA – Politica divisiva e decisioni di carattere esclusivo e discriminatorio. Queste le durissime accuse che la Cgil provinciale dell’Aquila lancia contro il sindaco del capoluogo di regione, Pierluigi Biondi. La vicenda è quella della sospensione della consegna dei buoni spessa a seguito di un pronunciamento del Tar.
La vicenda, riassumiamo, riguarda il ricorso presentata da una famiglia domiciliata a L’Aquila dove lavora, ma non residente che, colpita dalla crisi per la pandemia, ha presentato domanda per i buoni non potendo raggiungere il proprio comune di residenza. Il Tar ha accolto la domanda e il Sindaco Biondi ha sospeso l’erogazione dei buoni. Una decisione che, secondo la Cgil, fa emergere con pienezza la era indole politica del sindaco Biondi per una politica punitiva, divisiva e discriminatoria. La stessa Cgil condanna fermamente questa decisione e chiede l’immediato ripristino della consegna dei buoni per chi è già stato duramente colpito da questa crisi.
Questa la durissima nota della Cgil dell’Aquila: «La CGIL dell’Aquila apprende, con preoccupazione e rabbia estreme, la decisione assunta dal sindaco Pierluigi Biondi di sospendere l’erogazione della consegna dei buoni spesa a tutti gli aventi diritto, a seguito di un decreto d’urgenza del TAR che va in ben altra direzione. Dispone, infatti, l’ammissione con riserva di una famiglia non residente nel Comune dell’Aquila, dove però è domiciliata e produce, chiaramente impossibilitata a raggiungere il proprio comune di residenza. Il Comune dell’Aquila avrebbe dovuto adempiere soltanto al decreto del TAR, consentendo alla famiglia in questione di presentare la domanda affinché venisse valutata nel merito. Il Sindaco Pierluigi Biondi, però, dispone in solitudine, ma oseremmo dire in coerenza con altre misure di esclusione già previste dal nostro Comune nella gestione dell’emergenza Coronavirus, di bloccare la consegna fino al 20 maggio per tutti, aumentando, così, le difficoltà di ben 3000 persone già duramente colpite e, pertanto, fatte oggetto di norme nazionali che nascevano proprio con l’intenzione di non lasciare solo nessuno a fare i conti con le conseguenze economiche del lockdown. Ci piacerebbe dire che troviamo incomprensibile questo atto, ma temiamo di riuscire a comprenderlo fin troppo bene e di riuscire ad inquadrarlo all’interno di atteggiamenti e di comportamenti ad excludendum messi in campo da questa amministrazione.
Leggiamo nel dispositivo del primo cittadino una posizione di carattere puramente politico, ma di una politica divisiva, esclusiva e vendicativa che non ci piace.
Abbiamo, in questi giorni, la netta impressione che si stia cercando di affermare anche nei nostri territori comunale e regionale un modello sociale spaventoso che risponde al contrario di quella che noi riteniamo debba essere la priorità della politica, ossia rassicurare i cittadini e le cittadine tutte, ma con particolare attenzione alle fasce più fragili, rispetto all’incertezza economica ed esistenziale che l’emergenza Coronavirus ha determinato.
L’atteggiamento illegittimo del Sindaco dell’Aquila e l’assunzione da parte sua di decisioni assolutamente non condivisibili, come questa e come quella di definire criteri escludenti per il diritto al buono spesa, fanno il paio con l’incapacità e i ritardi della Regione Abruzzo nel gestire le richieste della Cassa Integrazione in Deroga lasciando intere famiglie senza alcun sostentamento, quando il governo centrale, al contrario, ha disposto eccezionali misure di sostegno alla popolazione.
Simili atteggiamenti discriminatori, che non smetteremo mai di denunciare e di contrastare, avranno l’unico risultato di inasprire le disuguaglianze sociali ed alimenteranno conflitti tra la cittadinanza più debole, proprio quella che abbiamo il dovere etico, umano e, soprattutto, politico di tutelare e proteggere. Chiediamo che sia immediatamente ripresa l’erogazione del buono spesa a tutti e tutte coloro che ne hanno diritto e a cui il Comune dell’Aquila non sta regalando nulla. Perché il diritto è ben altro dalla concessione e se non è diffuso diventa privilegio». CGIL della Provincia dell’Aquila.