L’Aquila. Questa mattina è morto lo storico Raffaele Colapietra

WCENTER 0AQUABANCZ - storico dell' Aquila - Renato Vitturini - Raffaele Colapietra

L’AQUILA– È morto questa mattina nella sua casa all’Aquila lo storico e studioso aquilano Raffaele Colapietra.

Numerosi sono sono stati i saggi di storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno in età moderna e contemporanea – occupandosi, in particolare, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza, nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo- che portano la sua firma.

Così afferma il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio alla notizia della scomparsa dello storico:

Con la scomparsa di Raffaele Colapietra l’Abruzzo, e in particolare la città dell’Aquila, perde uno studioso e uno storico che con le sue numerose pubblicazioni ha tracciato un percorso di memoria. A nome personale e dell’intera giunta regionale porgo il cordoglio per questa perdita”.

Viceversa queste sono le parole di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista:

Raffaele Colapietra è stato un maestro di storia e libertà. La sua cultura era pari alla sua simpatia e alla sua autoironia.In un’intervista racconto’ che l’unico partito che gli aveva chiesto la candidatura era stato Rifondazione Comunista e che lui aveva declinato invito con grande cortesia.

Era un socialista e un uomo libero che ha praticato il lavoro di storico come forma alta di impegno civile al servizio della comunità.Ogni conferenza era una lectio magistralis.

La cosa migliore che la sua città e tutto l’Abruzzo possono fare per onorarne la memoria è leggere e valorizzare le sue opere, serbarne la memoria viva …iniziando con la ristampa di fondamentali lavori ormai introvabili del prof Colapietra riguardanti la storia abruzzese e nazionale lavori che ancora oggi possono fornire spunti di riflessione sulle vicende del nostro paese“.

Il cordoglio del sindaco di L’Aquila Pierluigi Biondi:

“I libri hanno un’anima e quest’anima ‘contamina’ i lettori. Pensando al professore Raffele Colapietra, non possiamo non andare con la mente alle sue tante pubblicazioni che più di qualunque biografia ne tracciano la conoscenza, il portato culturale, il respiro sociale…la sua aquilanità.L’imponente biografia su Benedetto Croce ci racconta di come fosse affascinato dal “pensiero che ha come contenuto la storia”; la sua opera sulla lotta politica in Italia dalla liberazione di Roma alla Costituente, ci svela la sua passione politica in quanto scienza e arte del governare senza tralasciare l’importanza della piazza intesa come cittadini, ma anche come luogo di confronto; i suoi studi sul ruolo del baronaggio nel Rinascimento meridionale, ci dicono del suo impegno accademico a Salerno.

E, poi, i suoi scritti sull’Abruzzo, sul Fucino, su Pescara e quelli sull’Aquila.L’Aquila colta, L’Aquila sociale e territoriale, L’Aquila coraggiosa, L’Aquila terremotata, L’Aquila…una lunga passione d’amore, come recita il titolo di un suo saggio del 2011.

Oggi, L’Aquila, affronta il dolore per la perdita di un suo concittadino illustre, coscienza critica della nostra civitas. Ma Raffaele Colapietra, attraverso le sue opere, continuerà a insegnarci come vedere la grandezza nella bellezza dell’Aquila e del suo territorio“.

Il cordoglio del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci:

Con Colapietra perdiamo uno storico illustre e un abruzzese innamorato della sua terra e della sua città. Le sue opere, la costante attenzione al presente e la passione per la ricerca sono un’importante eredità per i nostri giovani, a cui ha dedicato la sua vita di docente e di storico indipendente.

Un’intelligenza di pregio, sempre pronta al confronto, un amante della ricerca quale strumento di conoscenza e una voce capace di fare sintesi fra l’insegnamento del passato e il futuro da costruire, progetto a cui non si è mai sottratto, dando sempre un contributo lucido e moderno – rimarca Paolucci – Tante le opere dedicate all’Abruzzo e a L’Aquila, la città dove è sempre rimasto, il suo lascito ha un grande valore per la nostra generazione e quelle che verranno”.

Così scrive il senatore Guido Liris sulla scomparsa del professor Colapietra:

Se ne va un pezzo di storia dell’Aquila e un custode della storia stessa della città, un personaggio spigoloso che non ha mai risparmiato critiche alla sua stessa comunità, a partire dalla classe dirigente.

L’Aquila perde un suo illustre cittadino, patrimonio di saperi che non si è mai sottratto di condividere soprattutto con le nuove generazioni a cui trasmetteva, in ogni occasione e fino all’ultimo, tutte le conoscenze acquisite in una vita sui libri“.

Infine, così scrive l’onorevole Stefania Pezzopane:

Ci ha lasciati il professor Raffaele Colapietra. Oltre al dolore personale, perché ero a lui molto affezionata, ho la consapevolezza che muore una persona irripetibile, impossibile da emulare, unico in tutto. Un padre nobile della città. La prima volta che l’ho visto era ai miei esami di Stato, al Liceo classico Domenico Cotugno, membro esterno di prove di maturità davvero ardue.

Ne ero terrorizzata, tutti propagandavano la severità del prof Colapietra ed anche il suo burbero carattere. Fu severo e molto esigente, vado sempre assai fiera del mio voto alto in quella prova, perché la feci con lui, con domande non scontate ed accomodanti. Dopo di allora, mi è capitato tante volte di partecipare a convegni ed iniziative con lui. La sua competenza, il suo insegnamento sono baluardi. Ma soprattutto dopo il 6 aprile è diventato un simbolo, con il suo modo trasgressivo di vivere l’emergenza in casa sua, circondato dai gatti, forte e strenuo difensore della città, della sua storia, di una sua nuova prospettiva legata al patrimonio storico inestimabile e non conosciuto.

Ci ha aiutati nel difendere la città da predoni di ogni tipo. Mi faceva piacere leggerlo ed ascoltarlo, la sua severità non mi spaventava, anzi, la cercavo, per liberarmi da certa ipocrisia che a volte riempie i confronti ed i dibattiti. Ricordo una sua bella intervista in cui spese parole belle per me.

Le conservo come tesori. Grazie prof, per quello che mi hai dato, per il messaggio eterno che hai rivolto all’Aquila, di cui conoscevi ogni pietra, ogni angolo, ogni luce. Ed ogni ombra.”

Con la morte di Raffaele Colapietra scompare lo studioso che ha dato un impulso decisivo alla divulgazione della storia del giornalismo abruzzese contemporaneo“.

Lo afferma il Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, esprimendo vicinanza a tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato. 

Colapietra ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca e alla divulgazione della storia e della cultura abruzzese con particolare interesse per il mondo dell’informazione. I giornalisti gli rivolgono un pensiero con gratitudine nella consapevolezza che i suoi studi hanno consentito  a tutti noi di capire meglio il nostro passato e avere una visione più completa del nostro presente“.

Il professor Raffaele Colapietra, di cui oggi piangiamo la scomparsa, è  stato un importante protagonista della storiografia italiana, abruzzese ed aquilana dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi con la sua vastissima produzione scientifica”.

Così Carlo Fonsi presidente dell’IASRIC (Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea) intervenuto per ricordare lo storico aquilano appena scomparso.

Ha collaborato, sin dalla sua istituzione nel 1977, con l’Istituto  Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea – IASRIC –  (allora Istituto Abruzzese per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza) – ha aggiunto Fonsi – ricoprendo ruoli apicali, tra cui quelli di consulente storico  e  di primo direttore della rivista  “Abruzzo Contemporaneo” dal 1980 al 1985.  

Nei numeri 41-42 del 2013 “Saggi su Giolitti”, l’Istituto ha voluto omaggiarlo pubblicando alcuni dei suoi più importanti e significativi lavori riguardanti Giovanni Giolitti.  

Il prof. Colapietra ha mantenuto i suoi rapporti con l’Istituto anche negli anni successivi e sino allo scorso dicembre, quando, impossibilitato proprio per il suo stato di salute, ha partecipato da casa in videoconferenza al  Convegno organizzato dall’Istituto  “L’Aquila: la città del XX secolo”,  raccontando in una lectio magistralis, toccante e lucidissima, la storia della nostra città nel ‘900.

Davvero un grande regalo per tutti noi! Il prof. Colapietra è stato soprattutto una “grande” figura di intellettuale, facendo a pieno titolo parte di quella generazione di grandi intellettuali che hanno reso “grande” L’Aquila e il suo territorio.

Personaggio dal grande impegno civile e sociale che ha evidenziato, anche con posizioni forti, dopo il sisma del 2009. Se ne va veramente un grande protagonista”.

Fonsi fa poi riferimento a un ricordo personale: “Negli anni scolastici 2015 e 2017, come dirigente del Liceo Scientifico Fermi di Sulmona, gli proposi di svolgere un ciclo di lezioni alle classi quarte e quinte della mia scuola e lui con grande piacere accettò, coinvolgendo in modo straordinario nei suoi interventi, con quella sua grande abilità oratoria,  alunni,  docenti e chiunque fosse venuto ad ascoltarlo”. 

E’ con dolore che apprendiamo della morte del professore Raffaele Colapietra, aquilano e abruzzese illustre”: lo dichiara il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico regionale.

Fina prosegue: “Ho avuto il privilegio di confrontarmi più volte con lui, è stato una volta ospite della nostra rubrica di presentazioni di libri, ‘Dialoghi”. Colapietra ha lasciato il segno. Lucido, puntuale, naturalmente coltissimo, i suoi studi su Benedetto Croce sono un riferimento ben oltre il recinto e il prestigio degli addetti ai lavori. Rimane indelebile il suo modo di essere legato alla sua città, L’Aquila, coraggioso e controcorrente, che tutti hanno potuto constatare nella scelta di non lasciare la sua abitazione nell’immediato post – sisma. 

Rimane la sua viscerale avversione che manifestava nei confronti dei luoghi comuni. Rimane per noi l’insegnamento allo sguardo attento e smaliziato, alla diffidenza verso gli stereotipi e la retorica vuota. L’amore per L’Aquila e per la storia manifestato con il senno della critica e della razionalità”.