Le cronache dalla Città Dolente…
AVEZZANO – Perché occorre aggiungere sofferenze a quelle che già esistono?
Ma soprattutto: Quid est Veritas?
Non lo chiede più solo Caio Ponzio Pilato, Governatore romano di Galilea duemila anni fa circa, a Gesù di Nazareth, ma lo chiedono gli Avezzanesi, i Marsicani dinanzi alla ridda di documenti e filmati, delle dichiarazioni roboanti, delle assicurazioni rilasciate dai politici, dai governanti regionali, dai dirigenti che sembrano contraddirsi fra loro.
Vengono minacciate denunce, ritorsioni e le accuse piovono mentre un’altra giornata si va chiudendo e nessuno sa come stiano davvero le cose…
Vediamo di compiere insieme una ricostruzione dei fatti.
Cominciamo con le immagini e la dichiarazione che viene rilasciata dall’On. Massimo Verrecchia su FB (nella figura lo screenshot relativo) il giorno 18.11.2020
La struttura in questione, secondo notizie raccolte presso la CRI, sarebbe stata richiesta dalla Regione e fornita dalla CRI Nazionale ma sarebbe del tutto diversa da quella fornita a suo tempo e poi smontata, infatti è una struttura leggera, probabilmente, non coibentata e non dotata di riscaldamento simile a quella che fu montata all’epoca dell’inizio della epidemia.
Nella fotografia successiva figura una immagine ripresa da noi il 21.1.2020
Nella foto si vede abbastanza bene che l’interno non sarebbe attrezzato come nell’altra immagine.
Ma arrivano poi le immagini riprese dal Consigliere Regionale Giorgio Fedele che pubblichiamo di seguito.
Il panorama offerto da questa immagini che, tra l’altro, sono ormai di pubblico dominio è assai desolante e desolato, perché le notizie che giungono dall’Ospedale di Avezzano sono assai preoccupanti; infatti, alcuni volontari della CRI avrebbero chiesto di essere sostituiti nei giorni scorsi per via del freddo e poi ci sono state le notizie di persone in ambulanza che non han potuto accedere al PS dell’Ospedale con esiti, purtroppo, infausti.
Ci si chiede se per compiere un qualche intervento a tutela si debba aspettare il morto, ovvero perché nessuno cerchi di mettere freno a questa situazione che non ha eguali in Abruzzo, infatti a Pescara le strutture ospedaliere risultano adeguate, così come a Teramo e all’Aquila: cose si deve pensare che ad Avezzano e nella Marsica si sia in Abissinia, con rispetto per l’Abissinia?
Giungono notizie di problemi ancora sui tamponi, con altri test che risulterebbero non ancora refertati a diversi giorni dalla esecuzione.
Ci si chiede come mai si sia ancora a questo punto, infatti, il drive-through all’Interporto, promosso dal Sindaco di Avezzano, l’altro drive-in all’ex-CRAB, il posto volante offerto dalla Misericordia di Avezzano, il Mediclinica di Cappelle dei Marsi e il punto della Clinica Di Lorenzo avrebbero dovuto nel complesso funzionare e sembra che lo abbiano fatto, ma tutto quello che è in testa alla ASL sembra che abbia problemi e sorvoliamo sulla questione del macchinario per l’esame dei tamponi: acquistato o non, ordinato o non.
In un precedente articolo abbiamo esaminato come l’effettuazione del prelievo e l’esecuzione del test analitico in un posto diverso può essere cagione di perdita di affidabilità della procedura di refertazione.
Erano state avanzate proposte per gestire l’emergenza attuale e che qui ripetiamo ad colorandum.
La necessità del sistema attuale può descriversi, nel suo complesso, come segue:
1) necessità di avere a disposizione strutture covid19 e strutture non-covid19;
2) le strutture covid19 dovrebbero essere a loro volta suddivise in: strutture a bassissimo e basso rischio, a medio rischio e ad alto rischio e queste ultime dovrebbero contenere le aree per la terapia intensiva pneumologica e cardiologica e di rianimazione;
3) le strutture di basso e medio rischio potrebbero essere allocate presso gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina e, eventualmente alla Clinica di Celano e alla Clinica Di Lorenzo di Avezzano, mentre presso l’Ospedale di Avezzano andrebbe allestito un reparto compartimentato ed isolato per l’alto rischio, ben isolato e separato dal resto degli altri reparti che dovrebbero funzionare regolarmente per il resto delle patologie che comunque continuano ad esistere; una struttura apposita di disinfezione e sanificazione dovrebbe garantire la protezione in accesso-recesso del personale sanitario addetto all’area di alto rischio;
4) l’accesso al PS, con pre-triage e triage potenziato, dovrebbe essere unificato e sottoposto al controllo gestionale di una unità di crisi apposita con un supervisore apposito che dovrebbe avere a disposizione un controllo di rete che gli fornisca, in tempo reale, lo stato del sistema;
5) il sistema di attuazione dei test dei tamponi dovrebbe essere centralizzato in loco (Avezzano) con invio al sistema di controllo a rete dei risultati.
L’attuazione di questo programma si fonda sull’analisi logistica della situazione attuale e sulla ottimizzazione del sistema, ottenuta minimizzando il rischio ed anche i costi se si vuole perché si fonda sulla riorganizzazione delle risorse esistenti e con l’aggiunta di personale volontario ad alta specializzazione ripreso, eventualmente, mediante un processo di solidarizzazione da personale transitato in quiescenza.
L’organizzazione e l’assegnazione delle risorse segue le regole classiche della ricerca operativa (metodo del simplesso ad esempio, con corredo di ottimizzazione con criterio dei metodi di frontiera – i valori ottimali si fissano sulla frontiera del dominio delle funzioni di controllo), mentre la regolamentazione degli accessi può sfruttare le regole delle reti di Petri e il controllo gestionale generale e specifico si può attuare con un metodo reticolare, ad esempio col PERT (Program Evaluation and Review Technique).
Sempre sugli accessi, il controllo degli stessi deve mirare ad evitare la formazione (all’ordine del giorno al PS di Avezzano) delle condizioni di “coda infinita” che porterebbero al blocco del sistema e questo è possibile realizzarlo “finalizzando le operazioni di gestione del singolo paziente alla minimizzazione dei tempi diagnostici necessari e a quelli di stabilizzazione del paziente per l’invio al reparto”.
Tutto ciò sembra assai lontano dall’essere attuato anche se sempre l’On. Verrecchia ha lanciato oggi il comunicato su FB che figura nella figura successiva.
In realtà non è specificato se i posti individuati di che livello di rischio siano e quindi non è possibile giudicare se si tratti o meno di una parziale attuazione dei suggerimenti portati.
La figura che precede riporta l’immagine di una porzione spianata vicino all’accesso all’Ospedale sempre di Avezzano: non si sa bene a cosa servirà…
Poco fa, affacciandoci alla finestra abbiamo respirato il suono del silenzio… La temperatura scende…
Cosa accadrà questa notte?
Forse è l’ora di elevare un appello al Primo Cittadino di Avezzano, forse è l’ora di compiere una ulteriore incursione in Ospedale, prima che ci scappi qualche morto e la situazione sia compromessa oltre ogni limite…
Salvatore Quasimodo si espresse in modo categorico quando, all’epoca della notizia del suo Nobel, l’opinione pubblica e la nomenklatura culturale nazionale accolsero la notizia assai tiepidamente, egli infatti scrisse: “Il poeta è solo, il muro del silenzio si erge intorno a lui…”
Ecco! La Città è sola! Nelle sue torri d’avorio la politica compie i suoi riti, ma nel silenzio degli animi spaventati la povera umanità di questa terra pone la stessa domanda del fu Governatore di Galilea: “Quid est Veritas?”
E aggiunge anche un’altra questione: “Ubi?” (Dove è?)
Attendiamo risposte, chiarimenti…
Natale è alle porte, forse quella tenda, con un po’ di paglia e fieno sarà il luogo per attendere l’arrivo del Redentore?
Chissà se qualcuno andrà a celebrare la Santa Messa per chi sarà laggiù, sul limite della soglia…