Le Storie dello Storico. “Ego sum via, veritas et vita” , origine e storia della Via Tiburtina Valeria
AVEZZANO- Iniziamo oggi un lungo viaggio che ci porterà alla scoperta della “grande bellezza” storica, culturale ed archeologica del nostro Abruzzo. “Le storie dello storico” vuole essere un percorso culturale che ci porterà ad una profonda riscoperta storica della nostra amata regione, specialmente in questi periodi da Fase 2. Saranno due i percorsi che seguiremo: nel primo percorso sarà l’antica via Valeria ad accompagnarci, mentre nel secondo percorso ci inoltreremo all’interno dell’Abruzzo Aquilano e Teramano.
Oggi inizieremo proprio nel raccontarvi la storia dell’antica via Tiburtina Valeria. Sappiamo bene che la storia dell’uomo è fatta di percorsi, spostamenti, scoperte, viaggi ed insediamenti: signora incontrastata dello spostamento umano, per via terrena, è sempre la strada. Già, ma quando è stata creata l’antica Tiburtina Valeria? Prima di addentrarci all’interno della storia, vi proporremo un frammento scritto tratto dal Libro V, volume III capitolo VIII delle Geografia di Strabone: “ La Via Valeria comincia da Tiburi e mena fra’ Marsii ed a Corfinio, metropoli de’ Peligni. Stanno lungh’essa le città latine Valeria, Carseoli ed Alba, ed ivi presso anche Cuculo. Tiburi, Preneste e Tusculo si veggono da Roma. A Tiburi sono un tempio di Ercole, ed una cataratta formata dall’Anio, fiume navigabile che da una grande altezza precipita giù in una valle profonda e boscosa vicino alla detta città. Di quivi poi va scorrendo per luoghi fertilissimi, lungo le cave del marmo Tiburtino e Gabio, e di quello che dicesi rosso; sicchè agevolmente le pietre da quelle cave si conducono per nave a Roma, dove si adoperano poi nella maggior parte degli edifizii. In quella pianura per la quale scorre l’Anio vanno anche le acque dette Albule che sgorgano fredde da molte fonti e risanano da varie malattie così chi le beve come chi vi si bagna. Tali sono anche, a poca distanza da queste, le acque Labane che trovansi Dell’agro Nomentano e nelle vicinanze di Ereto.”
Questo frammento è davvero interessante, perché ci prende per mano e ci butta letteralmente sull’antica Tiburtina. La storia di questa antica via iniziò intorno al 286 a.C, a Roma c’era la repubblica e in quell’anno erano in carica due consoli Gaio Elio Peto e Marco Valerio Massimo Potito. Non fu un anno decisamente positivo per i due consoli visto gli effetti della Lex Hortensia de plebiscitis -emanata nell’anno prima ovvero il 287 a.C- che in qualche modo doveva porre freno ai conflitti tra patrizi e plebei. Nonostante ciò, il console Marco Valerio Massimo Potito decise, nell’anno in cui aveva il potere, di ideare una strada che da Roma collegasse il centro italico di Corfinio.
Dall’attuale piazza Vittorio in Roma, la strada si inerpicava fino a Tibur, l’attuale Tivoli, per poi proseguire verso il cuore d’Abruzzo. Dal tratto e dal console la strada prese il nome: Tiburtina da Tibur e Valeria da Valerio il nome del console. Quindi la strada romana toccava Tibur, con il suo meraviglioso tempio di Ercole Vincitore, la cittadina di Varia (attuale Vicovaro Mandela), le colonie di Carsioli e di Alba Fucens, i margini nord-est del Lago del Fucino, Marruvium l’attuale San Benedetto dei Marsi, Cerfennia l’attuale Collarmele, per poi addentrarsi nel territorio dei Peligni fino ad arrivare a Corfinio.
Con il passare del tempo, anche la strada subì delle migliorie: nel periodo dell’impero di Augusto, la Via Valeria venne prolungata fino alla città di Ostia Aterni, ovvero l’attuale Pescara. Tra il 270 ed il 275 d.C., quando l’imperatore Aureliano decise di costruire le famose mura aureliane, la partenza di tale strada venne fissata a Porta Tiburtina oppure Porta San Lorenzo.
Se nei prossimi giorni di primavera inoltrata, ci dirigessimo – ovviamente in totale sicurezza rispettando sempre i decreti- all’interno dello scavo di Alba Fucens possiamo ancora vedere un frammento molto importante dell’antica via Valeria, che in gergo locale la si chiama Via del Miliario (per la presenza del Miliario che indica la distanza da Roma) e percorrendola, proviamo nel chiuder gli occhi, di sicuro saremo avvolti dalla magia della nostra storia.