L’eclettico mondo di Mark Kostabi al Museo delle Genti d’Abruzzo. Sabato inaugurazione del vernissage con la presenza di Tony Esposito
Evento di grande prestigio si prepara al Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara.
Da sabato 25 febbraio fino al 1° maggio, l’eclettico artista Mark Kostabi porterà in esposizione un corposo corredo di sue opere, circa ottanta, dal titolo “LOVES”, che segnano e connotano un percorso lungo più di quaranta anni e che, in parte provengono dalla sua personale collezione, in parte sono di proprietà di collezionisti privati.
Nel pomeriggio di apertura alle ore 17,30, quando si darà il via al vernissage presso l’Auditorium Petruzzi, Mark Kostabi – che oltre pittore è anche musicista e compositore e creatore di oggetto cult – eseguirà alcune delle sue composizioni al pianoforte, accompagnato alle percussioni dall’amico Tony Esposito, dando vita ad un concerto le cui sonorità si interfacceranno con le opere esposte.
A conclusione del concerto sarà lo stesso artista a guidare i visitatori lungo il percorso espositivo che, partendo dalle sale al piano terra, attraverserà l’intero spazio del Museo delle Genti.
Antonella Giancaterino si è occupata del coordinamento generale, l’organizzazione della mostra e dell’evento è stata curata da Alessandra Moscianese.
La direttrice del Museo, Letizia Lizza, è entusiasticamente soddisfatta dell’obiettivo raggiunto perché, spiega: ” E’ un evento al quale stiamo lavorando da tempo; Kostabi è uno degli artisti più influenti della nostra epoca: il suo è uno sguardo originale sul mondo, che si traduce in una produzione che richiama la struttura della bottega d’arte del Novecento. Quella di Kostabi è una relazione biunivoca con l’esterno, con cui interagisce criticamente, dando forma ad opere che nel corso del tempo hanno mantenuto il pregio di una ideale unicità” e per l’occasione, la Fondazione Genti d’Abruzzo ha preparato un catalogo delle opere che sarà presentato dallo stesso artista nel corso delle giornate della mostra.
Kostabi è indubbiamente uno dei più grandi artisti della scena contemporanea e il suo percorso artistico dal 1979 al 2023 lo testimonia.
La mostra infatti, come sostiene Mariano Cipollini che ne è l’attento curatore “ vuole indagare e mettere in luce i vari universi paralleli che l’artista costruisce nei suoi lavori. L’opera di Mark Kostabi si inserisce in seno ad una società globalizzata, in cui l’omologazione è alla base del sistema sociale che sancisce di fatto l’azzeramento delle identità personali a tutto vantaggio di vite duplicate e appagate dalle sirene dell’avere”.
L’arte si pone a denunciare e a mettere in dubbio le sicurezze del consorzio occidentale, “sia si parli di arte, sia di sistemi sociali ad essa più o meno correlati”: le sue figure senza volto sono “osservatori anonimi che s’interrogano, si muovono e interagiscono fra paesaggi iconici storicizzati, con chiari riferimenti ai segni degli artisti del passato”.
Le tonalità cromatiche attraggono ipnoticamente ma, avverte Cipollini, “non bisogna lasciarsi appagare dall’immediatezza visiva e tralasciare quanto di più complesso e, nello stesso tempo, semplice e consequenziale, scorre nelle architetture narrative che porta a compimento”.
Le opere selezionate per l’esposizione palesano gli universi paralleli che l’artista ha rappresentato nell’ultimo ventennio, con il preciso scopo di mettere in evidenza le dirompenti incongruenze della forzata occidentalizzazione del pensiero, rappresentata dal culto dell’apparire, dall’ingabbiamento del pensiero indipendente per limitare la crescita delle coscienze.
“Le figure, funamboli in perenne equilibrio interagiscono tra i temi che illustra, combattute tra l’essere credibili testimoni o fautori d’indicazioni umanizzabili. Si muovono armonicamente in assenza di ossigeno, nutrendosi dell’atmosfera generata dalla storia stessa”; i loro spazi “legati alla memoria collettiva dove il vizio di forma si concretizza mettendo in luce l’imperfezione umana”.
La narrazione è, a volte celebrativa altre provocatoria ma anche esorcizzante o consacrante; una perenne contraddizione che “mette in dubbio le sicurezze del consorzio in cui affondiamo le nostre radici”.
La strategia narrativa è sapientemente costruita da “ambientazioni sceniche reali e sceniche che spaziano dal surreale al metafisico, dall’onirico al tangibile, creano l’habitat idoneo nel quale calare l’oggetto totalizzante per portare a compimento la strategia narrativa” e poi ancora da orizzonti non definiti ai quali sono associati paesaggi immaginari; “geniali intuizioni costruttive, che permettono e di ricreare le condizioni ottimali per esercitare un personale spirito critico dalle valenze liberatorie”.
Ricca dal punto di vista nel numero delle opere, profonda nelle sue motivazioni e nell’uso ecumenico del linguaggio visivo di Kostabi, che si affianca a quello parlato, articolata e complessa nelle espressioni che vanno dal politico al sociale passando per le intime emozioni, le sue opere sono “una trasposizione pittorica delle emozioni e imperfezioni umane su scala mondiale. Cavalcando i sistemi sociali, politici e culturali degli universi a nostra disposizione, ne estrapola i contenuti relazionali generati dalle variabili che agiscono nel loro interno. Ne evidenzia pregi e difetti, contrapponendoli a quanto di più intimo è nelle sue corde, ricongiungendo la creazione d’arte all’amare stesso, come assoluto”.
In occasione della serata inaugurale, Kostabi parteciperà alla cena di gala con la quale saranno sostenute anche le attività dei musei.
Informazioni:
Apertura: dal martedì al venerdì 9 -13 e sabato e domenica 16 – 20.
Il coordinamento generale è di Antonella Giancaterino, l’organizzazione della mostra e dell’evento di Alessandra Moscianese.