LFoundry Avezzano. Tangredi (Fim-Cisl): «Un sogno diventato un terribile incubo»
AVEZZANO – Ventotto anni fa doveva essere l’inizio di un sogno, ora, a poco più di un quarto di secolo, quel sogno rischia di diventare un incubo mostruoso. Il destino dello stabilimento ex Texas, poi ex Micron ed ora LFoundry, non è mai stato così in bilico, stretto fra “nuovismo” scriteriato, e probabilmente senza idee, mentre esperienza e competenze sono state messe fuori dalla porta. O almeno si sta tentando di farlo.
Ma andiamo per gradi. Un anno e mezzo fa circa, come si ricorderà, si avviò un processo di trasformazione e cambiamento di questo stabilimento, il più grande della provincia, fra i più grandi della regione e sicuramente uno dei punti strategici dell’alta tecnologia a livello nazionale. Ma le cose si sono man mano complicate, attorcigliate e infine ingarbugliate a tal punto, e inspiegabilmente, almeno in apparenza, che, ora, ci si trova come nel labirinto di Dedalo e non se ne riesce ad uscire. Il conto, come sempre, rischiano di pagarlo innanzitutto i lavoratori ma, e questo la politica locale e regionale debbono capirlo subito, è chiaro che lo pagherà tutta la Marsica che rischia di fare un salto indietro di decenni.
A farci il punto della situazione sulla LFoundry, è il segretario territoriale della Fim-Cisl, Antonello Tangredi: «Le condizioni per far sognare un Territorio, 32 anni fa e, provare ad immaginare che, Avezzano, nel tempo potesse assomigliare a San Jose (capitale della Silicon Valley americana), diciamo che c’erano quasi tutte: dalla spedizione di un centinaio di ragazzi (nel 1988) alla volta del Texas per imparare il mestiere e farli rientrare dopo un paio d’anni a fabbrica quasi ultimata, per iniziare “la favola”, fino alla fine del 2012!
In questa parabola di oltre 30 anni, tanti soldi pubblici (legge 64), forse 1000 miliardi di Lire fra finanziamento per costruire la fabbrica (AMOS 1), il mai decollato “consorzio Eagle” che avrebbe dovuto sfornare 40 brevetti industriali all’anno con 400 tecnici e ingegneri, i corsi di formazione di 24 mesi (dal 1992 fino al 2004), le borse di studio, i progetti con le Università ecc.
Il 1° luglio del 1994, Massimo MICCOLI, un giornalista, sul quotidiano la “Repubblica”, pubblicò un pezzo dal titolo: “Ad Avezzano c’è il Fucino degli scienziati”. Una sorta di incoronazione dell’allora Presidente e Amministratore delegato della Texas Instruments Italia che, dopo 4 anni, però, bontà Sua, insieme alla Sua “squadra”, dovette fare fagotto in fretta e furia per evitare tanti problemi …… e, andare a fare ALTRO all’Alitalia, sempre con lo stesso incarico. Chissà, cosa penserebbe Massimo MICCOLI, oggi, nel vedere in quale stato è ridotta l’attuale LFoundry? Dalla “preistoria industriale”, sono passati tanti anni, tante persone, tanti di milioni di dollari, tanti ricatti occupazionali, tanti stipendi, tante preoccupazioni, tanti ammortizzatori sociali, tante disavventure industriali e umane, 7 passaggi Societari, un manipolo di persone furbescamente arricchitesi ma, oggi più che mai, una domanda è d’obbligo: cosa faranno qualche migliaio di dipendenti e le LORO famiglie, fra un paio di mesi?
“Maestranze allertate a iniziative di protesta e pronte ad affrontare una dura vertenza“
- Piano industriale: zero!
- Investimenti anno corrente: realizzato poco più del 50 %!
- Nuovi prodotti con targa cinese: zero!
- Calo di produzione del 25 % annunciato, a partire dal mese di ottobre prossimo!
- Disimpegno graduale dell’attuale mono cliente (ON- Semiconductor)!
- Ascolto delle proposte sindacali fatte all’Amministratore Delegato: zero!
Le maestranze, alla fine della lunga maratona di assemblee della scorsa settimana, sono state rese edotte sulla situazione industriale – occupazionale in cui versa lo stabilimento e sono state pre-allertate sulle iniziative che, il sindacato, unitariamente, intende mettere in atto, ivi compresa, quella di accompagnare la prossima riunione al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma (forse entro il mese di settembre), con la proclamazione di un giorno di sciopero e manifestazione sotto al Ministero stesso, a sostegno di questa DURA VERTENZA: è in gioco l’economia e il futuro, non solo della Marsica e, pare, sia chiaro a TUTTI».
Appare evidente che per scongiurare la catastrofe c’è bisogno di due forze che potrebbero sembrare in contrasto e contraddizione fra loro: Esperienza e Novità. Ma la contraddizione e il contrasto sono solo apparenti. Quando il sogno Texas, poi divenuto Micron, atterrò nella Piana del Fucino, ci fu chi quel sogno lo ha diretto e tenuto in piedi fino allo scorso anno. Un lavoro meticoloso e preciso, fatto di intuizioni e relazioni, spesso anche di contrasti, anche duri, con sindacato, lavoratori e stampa, ma che alla fine ha portato una fabbrica di 1600 lavoratori diretti, più un immenso indotto, ad andare avanti e a farsi strada in un settore difficile e competitivissimo. In un anno, quel sogno è diventato zoppo, cieco e muto e si è trasformato, come dicevamo all’inizio, in un incubo.
Le dottoresse per far “passare ‘a nuttata” , come diceva l’immenso Eduardo, sono appunto Esperienza, nel management, e Novità, nella politica. La dottoressa “Esperienza” dovrebbe riprendersi il timone di questa fabbrica, rimettere il suo sapere e le sua abilità al servizio di questa azienda e dell’economia del territorio, e togliere di mezzo chi, in poco tempo, ha praticamente azzerato sacrifici e sogni di un trentennio. L’attuale management, vista la situazione, sembra proprio non riuscire a tenere la guida di questa macchina. Un po’ come accade a chi, pensando di essere un grande pilota, passa dal fare le “sgommate” con gli amici a voler guidare una Formula 1, con il solo risultato di non trovare nemmeno lo sterzo e fare una gran brutta figura.
La dottoressa “Novità”, invece, dovrebbe trionfare nella politica, con Sindaci e rappresentanti istituzionali, nei vari stadi, più giovani, con la testa proiettata al futuro, che conoscano la realtà moderna e sappiano vedere da qui ad un ventennio. Negli Usa Bill Clinton aveva 46 anni quando è stato eletto Presidente, mentre Barak Obama ne aveva 48 e, dall’altra parte, in Russia, Vladimir Putin ha avuto il primo mandato a capo della Federazione Russa anche lui a 48 anni. Si può pretendere anche in questo dannato paese di avere una classe politica che abbia un’età il meno possibile vicina alla pensione per raggiunti limiti di età? Magari fuori da logiche consuete e con una visione moderna e aperta della realtà? Tale addirittura da offrire, ad un’azienda come la LFoundry, un terreno fertile su cui svilupparsi, crescere ed offrire mille occasioni di lavoro e di formazione ai suoi figli?
Per ora facciamo appello a, come la chiamerebbe San Francesco d’Assisi, “Sorella Esperienza”, nella speranza che “Sorella Novità” abbia la possibilità di farsi viva.