LFoundry trattiene i “superminimi” ai lavoratori e annuncia: «Diremo noi chi li riavrà». La Rsu: «Atto discriminatorio con pesanti risvolti sulle famiglie»

AVEZZANO – Si rivedono le lotte della “classe operaia”. A innescare questo ritorno di fiamma è stata la decisione unilaterale di LFoundry Avezzano di trattenere i “superminimi” una parte del salario, di tutti i dipendenti.

La stessa azienda, dicono i sindacati, ha anche comunicato che sarà lei a decidere chi li riavrà e chi no. La motivazione e quella il recupero di una parte dell’aumento stabilito dal contratto nazionale, se non fosse che gli stessi “superminimi” sono previsti normativamente e calcolati sui risultati che ogni lavoratore produce per l’azienda.

Ma tant’è, e la Rsu denuncia l’accaduto facendo intravvedere l’avvio di una possibile stagione di lotte nello stabilimento di Avezzano.

Questa la nota diramata dalla Rsu della LFoundry di Avezzano.

«È la prima volta che l’azienda in una condizione non di crisi e dopo anni di grossi profitti procede al riassorbimento dei superminini, per compensare l’adeguamento salariale previsto dal contratto, negando ad una parte significativa delle lavoratrici e dei lavoratori quel parziale recupero dell’altissima inflazione che sarebbe stato una boccata d’ossigeno per molte famiglie.

Si sottolinea che i superminimi sono un riconoscimento che le lavoratrici e i lavoratori hanno guadagnato per l’eccellenza del contributo dato all’azienda nel corso della carriera professionale grazie all’impegno e proprio alla prestazione lavorativa citata nel comunicato aziendale.

Di fatto si disconosce lo storico del dipendente e si accampa un maggiore diritto a dire oggi chi è meritevole, dopo che in questi anni abbiamo sperimentato l’arbitrio nell’esercizio personalistico del potere proprio attraverso l’uso dello strumento di valutazione come clava e svuotato di qualsiasi intento costruttivo.

L’azienda non parla con le lavoratrici e i lavoratori né attraverso i legittimi rappresentanti sindacali né, constatiamo con sorpresa, con i propri quadri intermedi, dato che informa della decisione a meno di ventiquattro ore dalle paghe (altra scorrettezza) e con una comunicazione che cela tra le righe un intento che sarebbe ancora più deplorevole: “intanto lo togliamo a tutti poi diremo noi chi è meritevole di riaverlo”.

Questo non è che l’ennesimo campanello di allarme sulla situazione aziendale nella quale stride sempre di più l’incoerenza tra quanto viene prospettato e quanto viene vissuto dalle lavoratrici e lavoratori sulla propria pelle aumentando, se mai fosse possibile, lo scollamento e la demotivazione.

Sicuramente l’azienda ha perso l’occasione di fare una cosa eticamente giusta soprattutto in un momento come questo con lavoratrici e lavoratori, a tutti i livelli, pressati da carichi di lavoro spesso al limite».