L’impianto Snam di Sulmona si farà. Cingolani: «Serve a tutta l’Italia ed è un’opera urgente e strategica». Marsilio chiede compensazioni
ROMA – L’impianto Snam di Sulmona si farà, con buona pace dei comitati di Sulmona e delle associazioni ambientaliste.
Come cantava Bennato in “In fila per tre”, «Perché in nome del progresso della nazione», in fondo in fondo un sacrificio si può sempre affrontare.
La decisione è stata presa oggi, nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri, uno degli ultimi dell’era del “Governo dei Migliori” e di Draghi, alla presenza del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, invitato a partecipare alla seduta dove era all’ordine del giorno la “Costruzione ed esercizio dell’opera denominata metanodotto Sulmona-Foligno”.
Nel corso dell’incontro è stato presentato il decreto teso a superare la mancata espressione dell’intesa per quanto riguarda il metanodotto Foligno-Sulmona.
«Il presidente Marsilio in Consiglio dei Ministri – si legge in una nota diffusa dalla Presidenza della Giunta Regionale – ha rappresentato le istanze provenienti dal territorio e le criticità che sono state espresse nel tempo, ripercorrendo il lungo e travagliato iter di quest’opera.
Al termine dell’incontro ha chiesto al Governo, e per tramite del Governo alla Snam, di assumere tutte le necessarie misure compensative a seguito della realizzazione dell’opera. È stato quindi ribadito che l’opera in sé non serve all’Abruzzo, che riceve gas sia da nord che da sud, ma si tratta di un’opera strategica per l’intera nazione, come successivamente ribadito dal ministro Cingolani.
Al termine del confronto con il Governo – prosegue la nota – il ministro Cingolani ha rappresentato la necessità e l’urgenza di questa struttura chiedendo a tutti i suoi colleghi ministri di approvare il punto in questione, che è stato approvato senza ulteriori condizioni.
La Regione Abruzzo prende quindi atto della scelta del Governo italiano, secondo il principio di leale collaborazione istituzionale, e si adopererà per facilitare il rapporto con il territorio – conclude la nota – , anche con suggerimenti tesi a mitigare l’impatto dell’opera».
Insomma, impatto ambientale, impatto geologico, rischio sismico, coltivazioni, vicinanza di aree protette, serve gas, costi quel che costi. L’alternativa sono il bue e l’asinello…