Linea Verde racconta l’Emissario di Claudio.

Capistrello– Domenica 24 Maggio alle ore 12.20 su Rai Uno e in streaming su RaiPlay, Linea Verde, lo storico programma che racconta le meraviglie naturalistiche d’Italia, condotto da Ingrid Muccitelli e Beppe Convertini ci racconterà dell’Emissario di Claudio, la galleria sotterranea che attraversa il Monte Salviano.

L’interno del condotto secondario

Realizzata come emissario del lago Fucino, il tunnel lungo 6 km, che va dal Borgo Incile di Avezzano fino a Capistrello, permette alle acque del Fucino di convogliare con il fiume Liri dopo una cascata che si lancia in un meravoglioso Parco che si apre sulla Valle Roveto, in cui si trovano Mulini Storici di epoca medioevale, la galleria elicoidale del treno (opera ingegneristica più importante dell’800) e la Centrale Elettrica di Torlonia realizzata dal Principe per sfruttare l’energia prodotta dalle acque che scorrevano.

La costruzione dell’Emissario fu un’impresa intrapresa 2000 anni fa con lo scopo di regimentare le acque del Lago Fucino, per risolvere il problema delle esondazioni stagionali, ridurre le malattie provenienti dagli insetti che vivevano i terreni paludosi che le acque lasciavano al ritiro e con l’obiettivo primario di creare nuovi spazi per le colture.

Dopo l’imperatore Claudio che realizzò l’infrastruttura principale, che non fu sufficiente al raggiungimento del prosciugamento completo, fu Federico II di Svevia che provò a ripristinare l’emissario che nel frattempo aveva subito numerosi crolli strutturali. Dopo successivi e vani tentativi, il prosciugamento definitivo del lago avvenne ad opera del banchiere Alessandro Torlonia nel 1878 che allargò la sezione dell’emissario (intervento visibile all’interno) e migliorò con l’ausilio tecnico degli ingegneri Frantz Mayor De Montricher, Henry Samuel Bermont e Alexandre Brisse i difetti strutturali.

I cuniculi di Claudio, che spiccano sulla montagna e visibili da tutta la Piana del Fucino, sono l’accesso ai cunicoli secondari della galleria maggiore, utilizzati dagli schiavi romani per tirare fuori i detriti, manutenere la galleria principale e arieggiare il complesso sistema idraulico al passaggio delle acque.

Quest’opera romana è considerata la più maestosa dell’antichità insieme “all’Istmo di Corinto” e al canale che unisce il Peloponneso alla Grecia continentale.

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