Lo zoologo Paolo Forconi risponde al Pnalm: «Il Parco D’Abruzzo perde l’autocontrollo». Divergenze, versioni diverse, ricostruzioni e altre stranezze
AVEZZANO – Botta e risposta fra la Direzione del Pnalm e lo zoologo e videomaker naturalista Paolo Forconi, in merito alla tristissima, e ancora tutta da chiarire, vicenda legata alla morte dell’orso marsicano Juan Carrito.
Tutto è nato dopo la richiesta, attraverso un commento su Facebook, di Forconi al Pnalm relativamente alla ormai famosa vicenda dell’occhio malato di JC, particolare reso noto solo dopo la morte dell’amatissimo orso.
La direzione Pnalm, alla richiesta, corredata anche da una serie di ipotesi e pareri, alla luce del sole, espressi dall’esperto, ha risposto con un post intitolato ironicamente “Carrito e i fantasmi coi forconi!”.
Un “post” lungo una pagina e mezzo A4, nel quale il Pnalm, oltre a dare qualche risposta, attacca “i soliti leoni da tastiera” e persino “alcune testate giornalistiche”.
Le tesi esposte dalla direzione del Pnalm
Il Pnalm scrive che “Solo l’ignoranza, la superficialità e soprattutto la malafede di alcuni personaggi che usano i social per sfogarsi hanno potuto maturare l’idea di un complotto, fino ad arrivare all’assurdo, secondo il quale, la morte di Carrito ci avrebbe risolto un problema. Se avessimo solo lontanamente pensato questo ci saremmo battuti per metterlo in gabbia, come da più parti ci veniva suggerito: perché portare avanti un lavoro così impegnativo e scomodo che poteva tornarci contro in ogni momento? Ma quando si lavora con passione e competenza per la conservazione si affrontano sfide, si prendono decisioni, spesso impopolari, e ci si mette la faccia. Questo abbiamo fatto per Carrito!”.
Il Pnalm afferma che il proprio team e i Carabinieri forestali avevano scoperto il 14 dicembre scorso la questione dell’occhio e che a quella data non c’erano evidenze su presunte lesioni da radiocollari che sarebbero emerse nella necroscopia dell’istituto zooprofilattico di Isernia, che il Pnalm dice di non aver ancora ricevuto. Notizia, precisa il Panlm, che non sarebbero state diffuse per alleggerire la pressione su Juan Carrito.
Informazioni però a conoscenza del Direttore del Pnalm e di tutti coloro che erano coinvolti nella gestione dell’orso, ovvero Ministero dell’Ambiente, ISPRA, Regione Abruzzo, Parco Nazionale della Maiella e 4 Reparti territoriali dei Carabinieri Forestali.
Poi le spiegazioni che il Pnalm fornisce “a beneficio non solo dei leoni da testiera ma anche di talune testate giornalistiche locali che si sono prestate al gossip, invece di approfondire le informazioni presso le sedi opportune, come deontologia vorrebbe, qui di seguito elencate per ambito di competenza: le forze di polizia in merito alla dinamica dell’incidente, l’Istituto Zooprofilattico circa la necroscopia, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sulla questione radiocollare piuttosto che sull’occhio”.
Sul radiocollare il Pnam chiarisce che non era stato tolto per attendere la primavera 2023, visto che si stava avvicinando il periodo di letargo (ibernazione come la chiama il Pnalm), e che lo stesso collare, installato a marzo 2022 dal Parco della Majella, “era dotato di sistema drop-off, che consente lo sgancio a distanza, a differenza di quanto scritto sui social, confermandoci l’approccio sempre molto superficiale e saccente di taluni “maestrini” del web. Il fatto che il collare avesse smesso di funzionare ha impedito lo sgancio automatico, a distanza, dello stesso”.
Sulla questione occhio cieco, poi, il Pnalm afferma che gli orsi usano, spostandosi di notte, altri sensi, come olfatto e udito e che quindi le conseguenze dell’occhio perso sarebbero limitate. Sulle cause il Panlm afferma letteralmente: «Sui motivi della perdita non ci sono versioni. Non ci è dato saperlo visti gli spostamenti che faceva, le numerose incursioni in pollai registrate nel corso del 2022, le baruffe con altri orsi per il territorio, etc. Ogni e qualunque ipotesi priva di fatti oggettivi sarebbe ovviamente fuorviante, così come del tutto priva di fondamento è quella, ai limiti della calunnia, di un incidente derivato dall’uso dei proiettili di gomma durante la dissuasione, visto che nel corso del 2022 non si è mai fatto ricorso all’uso del fucile per la dissuasione perché Carrito per buona parte dell’anno ha fatto l’orso (restando in montagna). Nell’operazione di traslocazione del marzo 2022, operata dai tecnici del Parco Maiella l’occhio era perfetto. Quindi le illazioni palesemente strumentali sono gravi e false e le respingiamo con forza. Un conto sono le critiche costruttive, un altro le ipotesi che mirano solamente ad incrinare la credibilità del Parco, come se questo facesse bene agli orsi, visto che siamo l’unico Ente sul territorio che lavora esattamente per la conservazione della biodiversità».
Sulla ricostruzione dell’incidente il Pnalm parla di fantasie prive di riscontri, che a farla sono chiamate le istituzioni preposte e competenti e che il Pnalm è a disposizione di chi vuole chiarimenti su basi scientifiche e di conoscenza diretta, e non sulle fantasie di chi, secondo il Pnalm, vile mettere smepre sul banco degli imputati il Parco.
Fin qui in estrema sintesi, credeteci che abbiamo dovuto riassumere fortemente, l’intervento del Pnalm.
La replica dello zoologo Paolo Forconi
Questa la replica di Paolo Forconi al piccato “post” pubblicato dalla Direzione del Pnalm.
«Il 28 gennaio, in un commento al post del Parco, chiedevo semplicemente quale fosse il problema all’occhio di Juan Carrito. Non avendo ricevuto risposta, ho ripetuto la domanda nei giorni seguenti, pensando che non l’avessero letta. Il 3 febbraio pubblico il post sull’occhio cieco di JC.
Il 7 febbraio esce un post del parco che utilizza l’ironia su un argomento fuori luogo e molto triste: la morte di Juan Carrito, cieco ad un occhio e con il collo ferito dal radiocollare troppo stretto. È questo il rispetto che ha il parco per JC e per chi cerca di sapere la verità sulla sua morte?
Scrive il parco nel post: “chiunque vuole conoscere o capire cose che non sono chiare è pregato di chiedere”.
Poi però, invece di rispondere alle domande in modo professionale e pacato, usa termini come: subdole esternazioni, ignoranza, malafede, complotto, leoni da testiera, gossip, saccente, calunnia, fantasiosa ricostruzione, caccia alle streghe e stregoni del medioevo.
Sono questi i termini da utilizzare da un parco nazionale?
Dopo la forma, passiamo all’oggetto.
È evidente che al parco abbia dato molto fastidio la diffusione della notizia dell’occhio cieco e del collo ferito di JC, altrimenti lo avrebbe comunicato in modo pacifico. Ed elenca una serie interminabile di giustificazioni…
La giustificazione dell’assenza di comunicazione sull’occhio cieco sarebbe la volontà di “ridurre la pressione mediatica sull’orso”. Eppure negli ultimi mesi JC era stato avvistato molto raramente. O forse volevano ridurre la pressione mediatica sul parco, che temeva di ricevere troppe critiche per una scelta molto discutibile?
Poi il parco rinnega la versione del guardiaparco, che nella riunione pubblica del 29 gennaio a San Sebastiano dei Marsi, aveva dichiarato come JC avesse sbattuto contro una lamiera ad Alfedena, scrivendo che invece non si sappia come sia successo.
Ora a quale delle 2 versioni bisogna credere? A quella di un pubblico ufficiale o a quanto scritto dal parco su Facebook? O a nessuna delle due?
Secondo il parco non si possono neanche fare ipotesi (forse l’Abruzzo non fa parte della Repubblica Italiana?), poi però il parco fa l’ipotesi del salto di JC in mezzo alla carreggiata.
Il parco deve sapere che non è una società privata, ma un ente pubblico che usa fondi pubblici e per questo deve rendere conto a tutti i cittadini delle spese e delle attività svolte.
Come previsto dal D. lgs 195/2005, perché non pubblica i relativi documenti sul sito del parco?
In un comunicato del 2019, il parco aveva scritto che avrebbe dato notizia della necroscopia dell’orsa con piccolo investita a Castel di Sangro. Quando pubblicheranno il referto?».
Due righe ce le prendiamo per noi.
Il Pnalm dia tutte le risposte che vuole e che ritiene necessarie, me non può parlare di “talune testate giornalistiche locali che si sono prestate al gossip, invece di approfondire le informazioni presso le sedi opportune, come deontologia vorrebbe”, senza specificare di chi parla e su quali temi.
Al mondo non siamo tutti uguali. La direzione del Pnalm se lo ricordi.