L’ospedale di Avezzano nel caos. Proteste e segnalazioni. Ma tanto adesso arriva quello… nuovo

Ospedale di Avezzano

AVEZZANO – Mentre la Asl1, dopo l’ok avuto dall’Amministrazione comunale, sonda ad Avezzano le aree dove costruire il nuovo ospedale, in quello vecchio si sperimentano vecchie misure come i letti a grattacielo e le cure di… massa.

Sono di oggi, infatti, segnalazioni e proteste per la situazione in cui versa l’ospedale di Avezzano, quello che c’è, l’unico, esistente e che prova a funzionare nonostante carenze e cattivissima amministrazione.

In attesa del nuovo ospedale quello vecchio scoppia

Pronto soccorso intasato, posti letto assolutamente insufficienti, strumentazioni e strutture non in grado di affrontare la situazione.

Una situazione, sia chiaro, che prescinde dal Covid, che, purtroppo, si sarebbe presentata a prescindere e che la Pandemia ha reso solamente più difficile di quanto non lo sia già.

In attesa del nuovo ospedale, sarebbe il caso di fare meno propaganda e cominciare a rendere umano e funzionante l’ospedale che Avezzano ha in questo momento, quello dove medici e infermieri dovrebbero provare a curare i cittadini.

L’intervento del Partito Democratico

Intanto sulla questione è intervenuto il Pd di Avezzano con una nota che riportiamo integralmente:

«Mentre con grande soddisfazione l’amministrazione Comunale di Avezzano avvia tutte le procedure per velocizzare e attivare i sondaggi sui terreni dell’area destinata ad ospitare il nuovo ospedale di Avezzano e della Marsica -rispettando quella che era una priorità del sindaco sospeso Di Pangrazio- la situazione in cui versa il pronto soccorso del nosocomio marsicano continua ad essere gravissima e di conseguenza quella di tutti i reparti di degenza e i servizi dell’ospedale”. Il PS è stracolmo di pazienti che, nonostante l’abnegazione di chi ci opera, giacciono, senza possibilità di distanziamento, anche giorni, in attesa di un posto letto. Senza considerare le emergenze che il posto letto non possono “aspettarlo”.

Questa volta non è solo emergenza Covid (che comunque rimane), ma è un’emergenza legata alla normale gestione legata alla funzione di un pronto soccorso, che nelle ferie agostane, oltre a dover potenzialmente essere centro di riferimento per l’intera popolazione marsicana (130 mila abitanti), si trova ad affrontare anche l’afflusso di villeggianti che nei paesi limitrofi (Tagliacozzo fra tutti, ma non solo) fanno moltiplicare il potenziale bacino d’utenza.

Ma il pronto soccorso nella Marsica è solo uno. Il numero degli operatori e delle operatrici è sempre lo stesso. Il numero di posti letto nei reparti (quel numero tanto discusso nella ultima bozza della rete ospedaliera ultima presentata dalla Regione Abruzzo) è sempre lo stesso. É questo il problema centrale rispetto a qualsiasi altro: 1 posto letto ogni 600 residenti circa è drammaticamente insufficiente, ora con i nostri paesi pieni di ‘non residenti’ la situazione esplode certificando l’impossibilità alla cura.

Un solo Pronto Soccorso per tutta la Marsica e lo stesso numero di medici e infermieri

A repentaglio c’è la salute delle persone, di chi lavora nell’ospedale e che si trova davanti a scelte che mettono a dura prova l’etica professionale e il rispetto di un diritto sancito dalla Costituzione.

Il PD continuerà a battersi per i diritti delle persone e per una equa distribuzione delle risorse nei territori garantendo a tutta la cittadinanza la possibilità di accedere alle cure.

Meno di un mese fa siamo scesi in piazza portando avanti le nostre istanze alla luce dell’ultima bozza della rete ospedaliera portata avanti dall’amministrazione regionale. Meno di un mese fa abbiamo sottolineato l’importanza -tra le altre priorità- di concentrare le risorse sul pronto soccorso e su una rete efficiente in grado di gestire le urgenze.

L’invito all’amministrazione comunale è quello di considerare “una priorità” la salute dei cittadini e delle cittadine in primis, facendo sentire la propria voce ad una Regione sorda e garantendo la qualità dell’assistenza sanitaria nella struttura che oggi presiede alla nostra salute».

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