Luco. La Sindaca De Rosa: “vedo piegata la sacralità della Chiesa a un’iniziativa di stampo puramente politico”
Luco- Sgomenta e senza parole, si definisce la prima cittadina di Luco dei Marsi nel vedere piegata la sacralità della Chiesa a iniziative di stampo puramente politico.
Con queste parole intende riferirsi alla cosiddetta “iniziativa solidale” a favore del parroco Don Giuseppe Ermili, ma ciò a cui intende dissentire la sindaca De Rosa non è la preghiera, o la “solidarietà” di ognuno, bensì la spettacolarizzazione che ne viene fatta al solo fine, di creare delle frizioni, delle spaccature nella compagine sociale, e nel tentativo di ‘chiamata al popolo’ contro l’Amministrazione e il Sindaco.
Contestazioni che sorgono dal voler parlare a nome della intera comunità parrocchiale, cosa che a detta della Sindaca non rispecchierebbe l’opinione di tutti; specificando ancora che: “gli unici torti a don Giuseppe glieli ha fatti chi lo ha posto in questa situazione, sebbene io non possa non rilevare che altre esimie figure sacerdotali, nel tempo alla guida della nostra parrocchia, mai si sarebbero fatte coinvolgere in certe vicende”.
Il forte sgomento è dovuto al fatto che la stessa sindaca, al fine di un’amministrazione trasparente, ha più volte rimarcato la fiducia nell’Agesci e nel loro operato, tanto da lasciare in vita la concessione del primo piano della struttura, applicando però le regole per la gestione padronale dei beni della collettività. Pertanto l’indignazione dovrebbe partire dai cittadini che in questi anni hanno fatto fronte al pagamento dell’acqua e dei servizi dell’intera struttura, la quale è stata ricorrentemente ceduta a terzi, senza chiare finalità e soprattutto senza autorizzazione alcuna.
Invita a una spiegazione dei motivi di questa feroce campagna contro l’amministrazione, e di quelli per cui tentano di spingere i luchesi a stare “di qua o di là”. E conclude dicendo: “Nella mia realtà, di Sindaco, esiste la Comunità, tutta, per cui lavoro senza sosta né distinzioni. Le spieghino ai cittadini queste cose e continuino con altri sistemi, più dignitosi, la loro triste primaticcia campagna elettorale”.