Magliano dei Marsi. Festa del 20 Ottobre nel rispetto delle norme anti Covid-19 e senza rievocazione storica
MAGLIANO DEI MARSI – “La festa del 20 ottobre, quindi, vuole a noi ricordare un momento emblematico della nostra storia cittadina, in cui riconosciamo noi stessi e i nostri ideali e le nostre speranze, ma anche i nostri difetti, le nostre manchevolezze, una tappa fondamentale nella formazione della Magliano di oggi e che ci sia di sprone ad un più concreto vivere civile”.
Queste parole scritte dalla penna del compianto professore Giuseppe Di Girolamo, storico ed ex sindaco di Magliano, possono ben spiegare cos’è la festa del XX ottobre per gli abitanti del grazioso paese di Magliano dei Marsi. Una ricorrenza talmente forte, che è entrata nel DNA della popolazione tanto da ideare una rievocazione storica che anno dopo anno sta riscuotendo un notevole successo.Purtroppo quest’anno la rievocazione storica di quei lontani fatti non può esser celebrata visto le norme anti Covid-19 ed un crescente numero di casi legati a questa orrenda malattia.
Nonostante ciò, il parroco di Magliano dei Marsi, don Emidio Cerasani, ed il Sindaco, Pasqualino Di Cristofano, si sono messi d’accordo per far rivivere, in ambito strettamente religioso, la memoria di questo importante evento. Martedì 20 ottobre alle ore 18 presso la chiesa parrocchiale di Santa Lucia Vergine e Martire don Emidio Cerasani presiederà una Solenne Celebrazione Eucaristica in ricordo di quei fatti storici ma anche della memoria e della fede dei nostri padri. Terminata la Santa Messa verrà recitata la preghiera di Magliano dei Marsi ai suoi santi protettori ed il comitato feste classe 1970 offrirà uno spettacolo pirotecnico per celebrare questa importante ricorrenza.
Ma cosa successe in quel 20 ottobre di 160 anni fa? Magliano aveva votato all’unisono per l’ingresso nella grande realtà dell’Unità d’Italia e questa votazione non andava giù alle autorità borboniche. Irritate da questo gesto, inviarono nella cittadina marsicana una manipolo di soldati comandati dal generale prussiano La Grange: lui si avviò verso Magliano con il duplice scopo sia di punirla che di ristabilire l’ordine. La Guardia Nazionale, organo paramilitare che aveva lo scopo di difendere il paese, sentendo che i “Reggi” (così venivano chiamati i soldati borbonici a Magliano) si stavano avvicinando sempre più al paese, decisero di lasciare Magliano con la scusa, perché fu davvero una scusa, di andare a difendere Aquila. La popolazione maglianese, inorridita dal gesto della Guardia Nazionale ed intimorita dall’arrivo delle truppe borboniche si rifugiò nella fede affidandosi ai suoi Santi Protettori (la Madonna, i Santi Giovanni e Paolo, Santa Lucia e Sant’Antonio di Padova) in attesa di un miracolo quasi incerto. Quella stessa notte, il figlio di La Grange, di nome Adolfo, futuro ingegnere minerario ed appassionato di archeologia, ah il museo archeologico di Allumiere (RM) porta il suo nome, ebbe un sogno dove vide i santi protettori proteggere la città. Il giorno successivo, era il 20 Ottobre, il generale La Grange si trovò dinanzi al sogno che fece il figlio: sconvolto da ciò che i suoi occhi vedevano decise di ripiegare: a Magliano dei Marsi si gridò al miracolo, un miracolo che tutt’ora ci serve per far cessare questo nuovo nemico che si chiama Covid-19.