Magliano Dei Marsi. La Pro Loco rinnova l’appuntamento con i gustosi “chiortani” di San Biagio

MAGLIANO DEI MARSI- “Ha detto Gesù che la santità è una pianta che ha la cima in cielo e le radici nel deserto”. Queste stupende parole scritte dalla mano del poeta Mario Pomilio, amante della nostra cara Marsica, possono ben spiegare cosa spinge la comunità di Magliano dei Marsi, ogni 3 febbraio, a festeggiare la figura di San Biagio vescovo e martire. E sono proprio queste radici, ancorate al terreno “tosto” di Magliano dei Marsi che, anno dopo anno, permettono ai maglianesi di celebrare sia dal punto religioso e sia dal punto enogastronomico la festa del santo vescovo.

A tal proposito, lunedì 3 febbraio la Pro Loco di Magliano dei Marsi , organizza la manifestazione “I chiortani de Santo Biaso”. Il programma inizia alle ore 18 con la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal giovane parroco di Magliano dei Marsi don Patrizio Ciccone in cui verrà benedetta la gola con olio profumato contro i malanni di stagione. Alle ore 18;30 i membri della Pro Loco accenderanno i suggestivi fuochi nei pressi del sagrato della chiesa di Santa Lucia e alle 19 verranno distribuiti Chiortani e tè caldo. I “Chiortani” non sono altro che ciambelle oppure panetti morbidi con anice: danno il loro meglio con la Nutella oppure con vari salumi. E’ stata, per molti secoli, tra i dolci preferiti dei piccoli (e non solo) maglianesi.

I famosi “Chiortani”

Storicamente, cosa sappiamo di questo rapporto tra Magliano e San Biagio? La festa del santo martire armeno Biagio, che si celebra il 3 febbraio, è una ricorrenza che per la comunità di Magliano si perde nella notte dei tempi. Le fonti storiche ci dicono che poco distante dal centro abitato, lungo la via che porta a Rieti, sorgeva una cappellania dedicata a San Biagio. La zona dove sorgeva la cappellania venne e viene tutt’ora definita “Santo Bbiaso”: un luogo ahimè disabitato che sta cadendo in rovina. Purtroppo non siamo in possesso delle informazioni riguardanti la fondazione di tale chiesa, sappiamo però, grazie al resoconto di una visita pastorale del vescovo dei Marsi che la chiesa era splendida sia per l’aspetto artistico e sia per l’arredo liturgico con la presenza di un maestoso crocifisso ligneo del ‘700.

Però nel febbraio del 1861 successe un fatto davvero eclatante. Un manipolo di mercenari del regno delle due Sicilie che da Rieti si stavano dirigendo verso Napoli passarono per di lì e la saccheggiarono. L’Abate della cappellania, tale Domenico Tavani, prese le reliquie del santo, i chiortani e la benedizione della gola e la trasferì nella cappellania dedicata ai santi Giovanni Battista e Carlo nel cuore di Magliano lungo via Petronilla Paolini (il giro di Tornoterra).

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