Mala tempora currunt per i detenuti. Fino a 20anni in più di carcere a chi fa rivolte in carcere. Nardella (S.PP): “Salsa in agrodolce”

ROMA – La Camera ha approvato (a larghissima maggioranza) il Ddl 1660, col quale si istituisce che in Italia il blocco stradale, e quindi gli scioperi, diventano reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere.

Le proteste in carcere o nei Cpr possono essere punite col carcere fino a 20 anni; idem per chi protesta contro le grandi opere; anche la “propaganda” delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata “terrorismo della parola”; carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni.

Fino a 15 anni per resistenza attiva; fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato “anti-Ghandi”); facoltà per forze dell’ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio.; carcere immediato anche per le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno. Vietato agli immigrati senza permesso di soggiorno finanche l’uso del cellulare, vincolando l’acquisto della SIM al possesso del permesso.

Ora la parola passa al senato, il quale sicuramente approverà la legge.

Nardella ( S.PP.): “Bene il reato di rivolta in carcere, e che ci auguriamo raffreddi i bollenti spiriti di alcuni detenuti.

Il Parlamento, però, rischia di fare i conti senza l’oste visto che con quello che il Senato andrà definitivamente ad approvare, le carceri potrebbero inflazionarsi ancora di più rispetto a quanto non lo siano già.

Non osiamo immaginare quindi quello che potrebbe accadere con un numero di poliziotti che si assottiglia sempre più. Un precedente purtroppo ce l’abbiamo ed è il decreto Caivano che negli istituti per minorenni ha creato il caos.

Resta ovvio che non si può che essere felici nel vedere le pene aumentate nei confronti di chi si rende promotore di reati contro gli addetti al mantenimento dell’ordine, nonché la copertura delle spese per la tutela legale nei confronti degli operatori di polizia, anche se, su quest’ultima materia, ci riserviamo di intraprendere percorsi di giubilo attesa la necessità di doversi confrontare con i bilanci delle varie amministrazioni di appartenenza”.