Mandragora scambiata per spinaci. La Asl di Avezzano decide il fermo del prodotto sospetto: «Tutto sotto controllo, ma attediano l’esito delle analisi»
Confagricoltura L’Aquila smentisce che possa arrivare dalla Piana del Fucino
AVEZZANO – Mandragora “scambiata” per spinaci, la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila pone il fermo cautelativo del prodotto al centro dei casi di avvelenamento nel napoletano in attesa delle analisi.
La vicenda, come noto, è iniziata qualche giorno fa quando, nell’area attorno a Napoli, si son verificati dei casi di intossicazione alimentare dovuti all’ingestione, a quanto pare, della pianta in questione, vegetale a metà fra realtà e leggende, resa ancor più nota dai film di Harry Potter.
Ad Avezzano e alla Piana del Fucino si è arrivati perché alcuni lotti, infatti, sarebbero stati commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio, in provincia di Salerno, ma anche di Avezzano.
La presa di posizione di Fabrizio Lobene di Confagricoltura
La Asl2 di Napoli, poi, ha chiarito di aver «individuato il vettore che ha regolarmente acquistato, da un produttore abruzzese, dei bancali di spinaci, a quanto pare contaminati dalla mandragora».
A smentire la possibile provenienza fucense della mandragora/spinacio, è stato il presidente di Confagricoltura, Fabrizio Lobene che ha chiarito: «La mandragora, appartenente alla stessa famiglia delle patate, cresce nei terreni incolti e ai bordi delle strade e non si sviluppa nei campi coltivati il cui terreno viene periodicamente lavorato: in Italia – conclude Lobene – è diffusa prevalentemente nelle Regioni del Sud, mentre in Abruzzo e nel Fucino risulta non più ritrovata».
In attesa che si dipani l’ennesimo mistero attorno a questa pianta, nei secoli ritenuta magica, abortiva, capace di emettere lamenti quando viene estirpata dal terreno, e tante altre storie che hanno attraversato il mondo dal medioevo fino ai giorni nostri, la Asl2 Avezzano-L’Aquila-Sulmona ha deciso di bloccare i lotti sospetti e far espletare le analisi del caso.
Il comunicato ufficiale diffuso dalla direzione della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila
«La situazione è sotto controllo: sono in corso analisi sui campioni prelevati – precisa la direzione Asl2 riguardo le notizie sulle intossicazioni, nel napoletano, da consumo di mandragora – e sono state adottate tutte le procedure previste in questi casi dalla normativa vigente.
C’è stato l’immediato intervento del Sian (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) della Asl, diretto dalla dottoressa Maddalena Scipioni che, in sinergia con i Nas – prosegue la nota Asl2 – , ha effettuato prelievi sui campioni di prodotto che sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico per essere sottoposti ad analisi.
In attesa del responso degli accertamenti – conclude la direzione Asl – il lotto in questione è stato ritirato e posto in stato di fermo cautelativo».
Mandragora o spinacio? Coltivazioni campane o Piana del Fucino? Intossicazione o avvelenamento? Interrogativi ai quali si spera che venga data presto una risposta, sperando che non vadano ad alimentare ulteriormente la “Leggenda della Mandragora”.