Manifestazione ambientalista alla sede Pnalm decimata dalla pioggia. Una delegazione incontra Sammarone: “Avanti per la strada scelta dall’inizio”

PESCASSEROLI – La manifestazione degli animalisti, organizzata per oggi pomeriggio nella capitale del Parco, praticamente è stata decimata dall’acquazzone che ha imperversato nella zona.

Una quarantina di persone, che comunque avevano raggiunto l’esterno degli uffici del Parco, si son visti costretti a desistere, tanto che una ventina di loro sono stati ospitati dal direttore del Pnalm nella sala congressi del centro visita.

Gli animalisti hanno contestato la gestione dell’orsa Amarena e dei suoi due cuccioli oltre che l’intera problematica legata agli orsi marsicani.

Il direttore ha, invece, ribadito la bontà dell’attuale conduzione. Nessun passo indietro, quindi, confermata la linea del favorire il “percorso dettato dalla natura” sostenuto dal Pnalm e dal suo direttore Sammarone.

Sammarone ha poi dichiarato all’Ansa, in merito all’iniziativa a Villalago per creare frutteti diffusi volti a fornire cibo naturale agli orsi, quanto segue: «L’operazione è positiva in sé, ma anche per l’aspetto culturale che contiene, per cui tanta gente si è fatta carico dell’iniziativa.

Ma non sposta nulla, perché non è la fame il problema. Nessun orso è morto deperito né scende in paese perché ha fame.

L’orso scende in paese per una complessità di motivi il primo dei quali è la competizione intraspecifica – spiega Sammarone -.

Nelle statistiche degli ultimi vent’anni, dal 2004 abbiamo avuto 46 orsi morti, di 10 non sappiamo la causa, 6 sono morti per competizione intraspecifica, cioè un orso ha ammazzato un altro orso.

Questo vuol dire che stanno stretti questi plantigradi. Sono morti tutti nel Parco, a conferma della densità abbastanza elevata nel Pnalm.

Degli altri, nove sono morti ammazzati (avvelenamento, bracconaggio, fucilate), otto per investimento. Le cause di mortalità sono queste, non la fame. E sono morti di questi motivi soprattutto fuori dal Parco. Quindi il problema è soprattutto al di là del Pnalm.

C’è l’area di espansione, funziona benissimo dal Parco d’Abruzzo al Parco della Maiella passando dal Genzana. Allora, se questo corridoio funziona, cominciamo a rafforzarlo – è l’esortazione di Sammarone -.

Il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise è di 50mila ettari. Quanti orsi pensiamo possano starci dentro? La capacità portante non è dettata da quanto hanno da mangiare, ma dallo spazio a disposizione.

Se lo spazio è limitato, significa che devi favorire, lo dice uno studio dell’Università La Sapienza, che gli orsi vadano nel Sirente Velino, nel Gran Sasso, nei Simbruini, nei Sibillini, nel Matese».

Sulla notizia dell’investimento di qualche giorno fa dell’orso nella Val Comino, il Parco ha ribadito di non aver trovato alcun segno della presenza del plantigrado. Insomma: si è trattato di orso oppure di qualche altro animale?