Marsica senza sanità. Parla Mario Casale (Articolo1): «Non sopporto più una Regione che penalizza la sanità pubblica invece da difendere e potenziare»

Ospedale Avezzano

AVEZZANO – Sanità marsicana inesistente e allo sbando, interviene Mario Casale, esponente e referente ad Avezzano per “Articolo1” ed ex assessore comunale nella giunta del Sindaco di Avezzano, Prof. Mario Spallone.

Cup praticamente infrequentabili, carenza di posti letto e di servizi, liste di attesa, e tutto il triste rosario di inefficienze, carenze e assenze che la sanità pubblica ad Avezzano e nella Marsica si presentava 10 anni or sono e che mantiene anche adesso.

Tutto che si cerca di coprire con la promessa e arma di distrazione di massa del nuovo ospedale, nuovo edificio nel quale dovrebbe esserci tutto quello che adesso manca. E su questo nessuno ha nemmeno una ipotesi certa.

Ma passiamo al documento di Mario Casale che si definisce, in sostanza, un paziente non più paziente perché non vuol più sopportare tutto ciò.

«Provo ad informarmi sulla sanità e a trasferire le informazioni, oltre a qualche esperienza personale, utile per comprendere cosa sta veramente accadendo nel settore e in particolare all’ospedale di Avezzano.

Le lunghe file costanti al CUP di Avezzano (personalmente ieri avevo 160 persone/pazienti davanti ….); la disastrosa rete internet alla base del disagio corrente (con referti online bloccati, prenotazioni con tempi lunghissimi, collegamenti tra i medici e tra i medici e i pazienti obiettivamente difficili; la carenza strutturale di personale medico e infermieristico; la carenza di posti letto; tutti elementi che ci priveranno della sanità pubblica.

Ricordo a tutti che è stato grazie al servizio sanitario nazionale pubblico che abbiamo dimenticato la mortalità per parto, quella del 2% entro i 30 giorni di vita, quella del 3% prima del compimento di un anno e che si è innalzata l’aspettativa di vita dai circa 60 del 1978 agli 83 (85 per le donne) di oggi (fonte : Giorgio Barbieri, coord. nazion. Fp Cgil).

Sembra normale e dovuto per noi entrare in un ospedale per interventi importanti (cuore, midollo, rene, fegato…) e uscire con le prescrizioni mediche gratuite, come “gratuiti” sono gli interventi. Per noi è normale, non lo è nei paesi poveri. Non lo è negli Stati Uniti.

Nella sostanza dobbiamo difendere il servizio sanitario nazionale pubblico che quasi tutti noi paghiamo progressivamente con le nostre tasse in base al reddito e batterci per la sua estensione, la sua modernizzazione, rilanciando la medicina territoriale di cui si è vista la straordinaria importanza durante il covid.

Eppure, nel corso degli ultimi decenni attraverso un costante e crescente definanziamento è stato avviato lo smantellamento del servizio sanitario nazionale pubblico; lo si è reso sempre più fragile con il blocco delle assunzioni, impedendo il turn over del personale che raggiungeva l’età pensionabile e infine, per rimanere ad Avezzano, una sistematica campagna di denigrazione di tutto il personale per delegittimare l’intero sistema agli occhi degli utenti.

E ieri al cup il disagio incredibile per le lunghissime file, causate essenzialmente da una rete internet inadeguata, si è riversato contro gli operatori che pure in questo caso non avevano alcuna responsabilità. Tutto nell’indifferenza totale delle istituzioni e soprattutto della giunta regionale, le cui responsabilità non possono essere ignorate dai cittadini.

Mario Casale

Francamente penoso e ridicolo il comunicato odierno del responsabile tecnico asl1, che scarica improvvidamente le responsabilità al gestore della rete internet.

È un meccanismo che spinge il paziente verso il privato, se vuole ottenere prestazioni immediate. Questo vale per chi può permetterselo, ma molti non possono e spesso rinunciano alle cure.

Se si dismette la medicina territoriale, se si abbandona la medicina preventiva e quindi quella del lavoro, se si riducono i medici di base con il non ricambio dei medici dei medici in servizio ci si avvicina rapidamente allo smantellamento del servizio sanitario nazionale pubblico.

Naturalmente per favorire il settore privato.

Il problema vero consiste nella pretesa di voler cambiare un servizio sanitario solidale e universalistico in un sistema economico di stampo individualistico. E’ un modello di matrice capitalista nel suo schema di efficientismo, produzione e consumo che porta inevitabilmente soltanto alle ragioni del mercato.

Con il governo di destra il definanziamento della sanità pubblica continua con il rifiuto di stanziare 4 miliardi e mezzo per aumentare gli stipendi al personale sanitario.

Quest’anno l’aumento di spesa per il fondo nazionale sanitario non copre nemmeno la metà dei costi dovuti all’inflazione.

E secondo il presidente di giunta regionale i tagli erano previsti, in questo modo ritiene di tutelare gli interessi degli abruzzesi. Forse è in attesa dell’autonomia differenziata quando saremo costretti tutti ad andare al nord per farci curare, a nostre spese.

Ma la giunta regionale non si risparmia nelle inaugurazioni: la più beffarda quella relativa all’adeguamento del pronto soccorso di Avezzano, in cui erano presenti tutti gli esponenti politici pronti per la campagna elettorale prossima, ma senza il personale del pronto soccorso.

Infine, la carenza di organico strutturale: fumo negli occhi l’assunzione di 260 portantini, non sono altro che il personale interinale ora stabilizzato.

Ma nessun aumento di occupazione. Il ragionamento in parte vale anche per i circa 170 infermieri, peraltro provenienti da strutture private, con un paradosso: al reparto di ginecologia, il primo per carico di lavoro nell’intera provincia, vengono assegnati 7 medici, mentre all’Aquila ne vanno 17. Criterio incomprensibile.

L’ultima considerazione riguarda la carenza di medici, a cominciare dal reparto di urologia con soli 2 medici e personale infermieristico in sofferenza.

Infine, scopro solo ora, per mia ignoranza, che il reparto di oncologia è solo un day hospital e che il paziente per il ricovero deve andare all’Aquila.

Scusatemi, ma sono furioso. Si trovano i finanziamenti per lo stretto di Messina, opera pericolosissima; si trovano i soldi per il nuovo ospedale in assenza di un minimo di razionalità funzionale per adeguare l’attuale struttura ospedaliera di Avezzano.

Trovo tutto ciò indegno di una regione moderna. Ci vorranno decenni prima di aprire il nuovo ospedale e nel frattempo come sarà organizzata e vissuta la sanità marsicana?

Decisamente stanco di essere preso in giro da una giunta regionale di azzeccagarbugli, abile solo nel fuggire dalle proprie responsabilità, infischiandosene dei pazienti. Che sono coloro che “soffrono” (dal greco “pasco”, colui che soffre, poi dal latino patiens sopportare).

Ecco io questa giunta non la sopporto più.

Un appello a tutti gli operatori dell’ospedale: non rassegnatevi, lottate con le stesse energie che utilizzate nell’incessante lavoro quotidiano e i risultati arriveranno. Ma non sopportate più.

Il rafforzamento del sistema sanitario nazionale pubblico è alla base della nostra esistenza».