Marsicana raggirata nella vendita di 4 appartamenti. Notaio condannato un anno fa a risarcirla. Inutilmente
Un danno per oltre 400.00 euro che sembra non poter avere riparazione
AVEZZANO – La vicenda è di quelle che, senza dubbio, avrebbe fatto gola ad un Pirandello ma anche ad un Eduardo De Filippo o ad un più moderno Nanni Loy col suo straordinario film “Pacco, Doppio Pacco e Contro-paccotto”. Ma in questa storia siamo andati ben oltre…
La riassumiamo brevemente. Una donna marsicana originaria di Ovindoli, ora residente nella zona di Avezzano, fra il 2012 ed il 2013, vendette quattro appartamenti, tutti al centro di Ovindoli, ad un uomo, M.M., per un totale di circa 450mila euro. La compravendita prevedeva, fra le altre clausole, il pagamento con rate da 1.000 a 3.000 euro mensili e la rinuncia, da parte della donna marsicana, di poter attivare l’ipoteca legale, atto che avrebbe messo al riparo la venditrice da ogni sorpresa. E la sorpresa, naturalmente, era dietro l’angolo.
L’acquirente, infatti, per alcuni mesi procedette regolarmente a pagare la rata mensile per ogni appartamento ma, ad un certo punto, i pagamenti si interruppero. La donna, a quel punto, avviò le opportune azioni legali. Con sconcerto apprese, documentalmente, che M.M. aveva rivenduto pressoché istantaneamente gli appartamenti a metà del prezzo. Tacitata per qualche tempo la donna con i pagamenti, M.M. era poi sparito con l’intero malloppo. Un danno, per la povera venditrice, di oltre 400mila euro.
A quel punto, però, la stessa donna ha proceduto alla denuncia, in sede civile, del notaio interessato dalle procedure. Il professionista, M.V. conosciuto notaio di Avezzano, aveva infatti curato sia la vendita dalla donna ad M.M., sia da quest’ultimo a terzi. In un caso, addirittura, la vendita fu particolarmente rapida. Dalla cessione dell’appartamento dalla donna a M.M. a quella successiva da lui a terzi, trascorsero scarsi 3 minuti e sempre davanti allo stesso notaio. E così, quattro proprietà che avrebbero potuto rappresentare una certa sicurezza per la donna marsicana, sono sfumate nel nulla. Come si diceva all’inizio, ecco così servito il pacco, col doppio pacco e anche col contro-paccotto.
In primo grado, però, il Tribunale civile di Avezzano respinse la domanda di risarcimento danni avanzata dalla donna che, però, non si è data per vinta e, con l’avvocato Pietro Chichiarelli, ha presentato ricorso in Corte di Appello Civile dell’Aquila. Corte che, con una non usuale rapidità, il giorno 1 marzo 2019 ha emesso la sentenza con la quale, in buona sostanza, riconosceva validi i motivi di ricorso della raggirata condannando il notaio avezzanese M.V. a rifondere alla donna poco più di 400mila euro, oltre a circa 15mila euro di spese di giudizio.
Tutto risolto, si dirà. Ed è qui che la realtà va oltre la fantasia. Al contro-paccotto si aggiunge il… “pacco di ritorno”. Una sorta di quarta tipologia del raggiro, quella per pochi “finesseur“, gli Arsenio Lupin dell’imbroglio, insomma. La sentenza, definitiva e inappellata, non è stata rispettata e alla povera donna marsicana, che oggi ha oltre 70 anni, non è arrivato nemmeno un centesimo di euro.
E allora qui entra in campo il richiamo al senso di responsabilità di una categoria intera. Chiediamo se è mai possibile che una storia del genere possa finire in questo modo. Un professionista, un notaio in questo caso, possibile che non abbia una assicurazione sui rischi del suo lavoro o che il suo ordine professionale non preveda modalità di intervento, e magari poi anche di rivalsa sull’iscritto, tese a non far patire al cittadino ingiustizie, anzi, chiamiamole con il loro vero nome, soprusi di questo genere? Secondo noi la risposta è no. E allora lo diciamo sin da subito. Questa storia sarà da noi posta spesso all’attenzione pubblica, magari andando anche più a fondo e nei… dettagli, fino a quando non sarà ristabilita la giustizia, come sancita da una sentenza di un tribunale che, come si legge in ogni sentenza, civile o penale, pronunciata da un giudice, è emessa “In Nome del Popolo Italiano”.