Masciulli lancia una proposta: “Salone del libro” anche in Abruzzo

E’ indubbio che l’evento culturale della XXXIII^ edizione del Salone del Libro di Torino, che si è tenuto dal 14 al 18 ottobre presso Lingotto Fiere, rappresenta una fiera di cui l’Italia deve esser fiera; ancor di più dopo che per due anni non si è tenuto causa Covid.

Tutti i settori della cultura sono stati rappresentati da editori e scrittori che hanno offerto le loro produzioni per dar vita ad un programma che ha accolto più di mille appuntamenti a cui hanno partecipato circa 150.000 visitatori.

L’Abruzzo è stato ben rappresentato e ne è venuto via con una valida e interessante proposta che si potrebbe trasformare in un progetto esecutivo.

Per l’editore Alessio Masciulli, della Masciulli Edizioni, che è stato coadiuvato in questa avventura dagli autori Cesira Donatelli e Giorgio Napoletano, la domanda è stata scontata “Non sarebbe bello se anche in Abruzzo, terra di grandi scrittori, ci fosse un importante Salone del libro?”

Attento osservatore, Masciulli ha preso nota del fatto che, pur non avendo uno stand fisso, “abbiamo comunque avuto modo di accrescere i nostri contatti, abbiamo conosciuto tanti colleghi editori per nuove collaborazioni in tutta Italia e abbiamo incontrato tanti ottimi lettori desiderosi di conoscere le novità e di avere i nostri libri che abbiamo donato con piacere”.

Ciò significa che sempre e comunque i libri rappresentano un punto di riferimento importante per bambini e adulti che si volgono al libro con i più diversi desideri, bisogni ed esigenze e che, analogamente la lettura, rappresenta un’attività confortante e sempre viva che accompagna le persone nel corso della loro vita.

E allora, se un salone del libro è l’occasione per conoscere e far conoscere le proprie e le altri produzioni, perché no un Salone anche in Abruzzo? Si conviene perciò con la proposta di Masciulli; una possibile collaborazione tra le più grandi e le più piccole case editrici della regione è fortemente auspicabile sia per la diffusione delle produzioni del territorio sia per attrarre espositori e visitatori che offrirebbero un notevole contributo non solo alla cultura ma anche al turismo, settore nel quale la terra d’Abruzzo è, da sempre, altamente vocata.

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