Media, violenza, horror e cattivo gusto e la nostalgia per i bravi… vampiri di un volta

Tempo di Halloween ma ne ho già discusso in un mio precedente articolo: raccontarne nuovamente la storia mi pare inutile.

Vale rammentare che il tutto si incentra su un tale Jack, di professione fabbro, il quale riuscì a gabbare il diavolo intenzionato a portarlo via, ottenendo la promessa che mai sarebbe finito all’inferno. l’uomo, in vita, era stato un dissoluto e la sua anima, non potendo trovare posto nell’Ade e neppure in paradiso andò vagando per il mondo.

L’unica cosa che gli fu data un tizzone ardente per illuminare il suo cammino; lo pose in una rapa per non farlo spegnere e da qui l’usanza della zucca con la candela dentro (ma non era una rapa?).

HALLOWEEN E I MEDIA

L’origine satanica della festa (trascuriamo le origini celtiche) la rende invisa alla religione nostrana. La sola idea di festeggiare qualcosa di infernale la manda in fibrillazione. Dal canto mio, invece, vorrei capire cosa sta succedendo alla nostra società in questo ultimo decennio. Se Halloween è una festa demoniaca e quindi rappresentazione del male ed esaltazione dell’orrore, si dovrebbero evitarne i festeggiamenti. Avete mai fatto caso quanto i media a sottofondo della nostra vita, non solo esaltano questa festa cucurbitacea, ma ci rifilano, anche, decine di spettacoli non molto rassicuranti?

HORROR E VAMPIRI

L’horror di una volta era diverso, più garbato seppur impressionante sovente a base di vampiri. Il nostro succhiasangue era semplice e alla buona, si ritirava all’alba e sonnecchiava in una bara. I vampiri cinematografici di oggi, mica li capisco. Saltano in alto, in lungo, sono una specie di super eroi. Quelli di una volta  a malapena si trasformavano in un pipistrello svolazzante… .

I tempi cambiano… . Anni addietro se cercavi un buon ematofago andavi a vedere un film con Christopher Lee e il suo Dracula ammantato e vestito in un impeccabile abito da sera (col vizio del morso sul collo, naturalmente). Seguivano altri suoi emuli in chiave più o meno simile, ricordo un Nosferatu calvo e dalla manicure inesistente interpretato da Klaus Kinski, un vampiro indaffarato con Tom Cruise, ma tutti classicamente vampiri eccetto quel diavolaccio di  Wesley Snipes e il suo Blade che, però, condivideva, nel suo futuribile personaggio, l’uso dell’aglio come repellente e la luce del sole come insopportabile (tranne lui che ne era immune).

C’è vampiro e vampiro!

Ma dove è finito il signore delle tenebre? Dove sta quell’essere immortale sensibile solo all’aglio, all’acqua santa, alla Croce, ai paletti di rovere e al sole? Rimpiango il sire nottambulo che dormiva in una bara e temeva la luce. Seppure si trasformava in pipistrello era ammantato del suo charme da nobile d’altri tempi. Questi vampiri d’oggi sembrano una accolita di borgatari scalmanati senza arte né parte.

Il Vampiro per eccellenza

Christopher Lee

Decenni or sono arrivava il tuo bravo vampiro col mantello rigorosamente nero e foderato di seta rossa. Il capello era impomatato, frezza bianca, molto stilè, la scarpa lucida di vernicetta nera, calzato nel suo frac e la catena d’oro al collo. Era tutto teso a soddisfare la sua sete ematica: ti succhiava via, si, la sua brava litrata di sangue, lasciandoti, però, sebbene pallido, immortale.

Era elegante e cortese, nobile e ricco. Girava il mondo con una bara di quercia anziché con la valigia e sorrideva sfoderando degli incisivi al fluoro “che più bianchi non si può“. Fumava sottili sigarette russe trasudando noblesse, guardava sorridendo la bella vittima femminile e la ammaliava… dopodiché “se la beveva” a meno che la vittima non fosse “in quel periodo lì” perché l’ematico nettare sapeva di tappo. Il Nostro cercava il rosso fluido delle vergini che ora è raro come un Dom Perignon del ’21.

Succhiato il fluido vitale, infine, la lasciava diafana e contenta e se n’andava dopo averla guardata con quell’aria distaccata come dire? “Per servirla madame… e l’ho servita”. Era stilè un po’ come il maliardo impersonato dall’indimenticabile Carlo Dapporto. Ammazzare un vampiro vintage era cosa da poco: una spruzzata d’acqua santa, un paletto di frassino al cuore et le voilà le vampire est mort!

MEDIA E MACABRO

Una zombie dei nostri tempi

Torniamo ai nostri tempi. Vuoi vedere qualcosa in tivù e quindi accendi l’elettrodomestico. Ecco una serie dedicata agli Zombie, moderni e belli o avventure di vampiri stravolti, giovani e corrucciati. Non mancano nemmeno le avventure di una ragazza ammazza vampiri. Ma non basta: quante serie televisive ci mostrano crimini efferati con dovizia di particolari? Una di queste è addirittura dedicata alle avventure di un maniaco seriale che mette le sue capacità a disposizione della polizia. Risolto il caso vendica gli assassinati torturando gli assassini! Stai lì in poltrona col tuo bravo caffè e ti si parano davanti inquietanti corpi mutilati e insanguinati sempre più perfezionati nella finzione scenica. Perfino gli obitori sono diventati luoghi di gaie avventure e i medici legali trovano posto in sequel dove, protagonisti, sguazzano tra cadaveri, ossa e frattaglie come se nulla fosse.

Altro che “dolcetto o scherzetto

Quanto sopra è solo la parte più visivamente eclatante. La violenza è ovunque e indiscriminata e combattuta con altrettanta feroce ferinità. Se ti va bene puoi seguire le vicissitudini di poliziotti sulle tracce di stupratori. Intelligenze d’oltreoceano ricercano assassini seriali e il racconto filmico, particolareggiato, mostra l’atroce azione del maniaco sulla vittima terrorizzata e la preparazione della stessa al sacrificio.

INFLUENZA DEI MEDIA

Chi scrive ne ha passate, purtroppo, più di “Carlo in Francia” ed è completamente tetragono allo “smarrimento televisivo”. Mi pongo, però, una domanda: questo bombardamento, influisce sul nostro comportamento? A Napoli si dice che “Dalle e dalle se scassano pure e’ metalle” ad indicare che con l’insistenza infine si provoca una breccia. Secondo l’Ordine dei Medici Americani la depravazione e la violenza televisive possono provocare disturbi fisici. Molti medici hanno sostenuto che gli effetti si palesano nei loro studi e negli ospedali.

Un esempio di influenza mediatica

Non che io invochi programmi ispirati a “Mary Poppins” o altri prettamente dedicati all’ineffabile e calmante uso dell’uncinetto; oso solamente chiedere dove si voglia arrivare. Tanti anni fa, ero ancora uno studente, andavano di moda quelli che a Roma chiamavamo “i film di Karatè” (con l’accento sulla “e”). I giovani (e non solo) ammiravamo le mirabolanti gesta di Bruce Lee. Goduto il film e un tantinello esaltati si andava in giro menando botte da orbi producendo danni su danni, spesso più a noi che agli altri.

L’insostenibilità della situazione era diventata un problema. Immaginate? Per le strade giovanottelli, qua e la, salticchiavano per aria cercando di riprodurre “calci volanti” e a volte si lussavano una mano o un piede nel tentativo di rompere una tavoletta di legno o spezzare un mattone quando non mandavano qualcuno all’ospedale…

L’ESALTAZIONE DEL MELENSO

La nonnina plurimaritata di Beautiful

Cambiamo soggetto: lasciamoci alle spalle violenza e horror e affrontiamo qualcosa di peggiore: l’esaltazione del melenso. Non vogliamo la violenza? Beccatevi un’ isola di presunti famosi quasi sconosciuti, piagnucolanti e affamati, esposti al vento e all’aria, che si beccano tra loro spesso odiandosi anziché pensare a ripararsi dagli elementi. Non basta? Una sorta di gabbia dorata espone e ospita dei poveri cristi i cui ragionamenti non volano più alti delle sedie sulle quali sono stravaccati e devono pure combattere per rimanere là dentro! Vabbè non tutti i programmi sono di alto livello, ce ne sono altri. Ce n’è uno dove persone più o meno mature cercano di copulare tra loro e litigano quando gli va male. Una sorta di Circo Barnum dell’appuntamento e volendo, anch’esso, a suo modo, orripilante. A seguire persone che cercano altre persone che non vedono da anni per rovinargli l’esistenza.

Nella mia immensa pietà ho tralasciato le “telenovelas” ma una, americana vale la pena citare. Si chiama “Beautiful”. Non conosco la trama, so solo che le protagoniste femminili se le sono “ripassate” tra i membri di una ricca famiglia. Nonni che si sposano nuore, fratelli che si scambiano le mogli tra loro dopo regolare matrimonio, una babbiona datata che ha sposato e risposato nonni figli e nipoti e non so ancora se qualche figlio ha impalmato la propria madre. Ma le femministe dove sono? Ma che razza di idee circolano per il mondo?

A CHI GIOVA?

Tutte queste cose sono note da anni. L’influenza mediatica sulle persone è conosciuta eppure… . Eppure si riempiono gli schermi di contenuti per lo meno “stravaganti” o fuorvianti o di levatura talmente bassa da essere preoccupanti e non credo che la cosa sia casuale. Il linguaggio iconico pare instradare le persone verso un oblio della realtà: sempre più simili ai lotofagi senza, però, Ulisse.  

Sono un vecchio brontolone, l’ho sempre detto, ma non posso esimermi dal chiedere, come Medea, vista la maggioranza e ripetitività di certi programmi “sopra le righe” o la palese stupidità di altri, “cui prodest” questo accerchiamento mediatico. Non venitemi a dire che i grandi geni della comunicazione non si rendano conto di ciò che stanno facendo e delle implicazioni sulla popolazione. Non tacciatemi di complottismo, non sono mai stato arruolato nel suo esercito e ne rifuggo, però mi chiedo, da comune uomo della strada, “Ma che diavolo sta succedendo?”. Un saluto da un metro e mezzo di distanza.

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